Tra le iniziative nate durante il blocco imposto dal lockdown c’è un sito che ha da poco compiuto i suoi primi quattro mesi di vita, dedicato ai caffè di pregio: Specialty Coffee Italy. Propone torrefazioni e locali suddivisi per città. Delle prime viene fornito un rapido profilo, informazioni su tostatura e origini, servizi, per concludere con l’indirizzo, i contatti e il link all’e-shop, dove acquistare miscele, singole origini nonché accessori. Dei locali (in primo luogo caffetterie), alla presentazione seguono i metodi di preparazione offerti, i servizi e nuovamente indirizzo e contatti. Per entrambi c’è infine una mappa che indica la loro localizzazione. Artefice di questo lavoro in lenta crescita è Andrew, australiano da 12 anni in Italia, dapprima a Bologna e da 10 a Roma. Appassionato di specialty si è ritrovato più volte a faticare nel trovare i riferimenti di chi li produce e di chi li offre, scoprendo che altri condividevano questa esperienza. Così, appoggiandosi anche a riferimenti già online (in primo luogo la mappa realizzata da Leonardo Santetti) e alla sua esperienza nel settore ha dato il via a un sito semplice che vuole offrire dei riferimenti a chi cerca caffè di qualità. «Il sito è attivo da circa 4 mesi - afferma Andrew - e i riscontri sono positivi: tanti stranieri che vengono in Italia a fare vacanza cercano dove bere dei buoni caffè. È interessante notare che il 45% degli utenti che visitano Specialty Coffee Italy sono italiani e il restante 55% d’oltre frontiera, soprattutto di Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Spagna e Svizzera. I visitatori nazionali si collegano per lo più dalle aree di Roma, Milano, Firenze e Torino. Globalmente, il 40% è interessato ad acquistare caffè specialty da torrefazioni italiane e la rimanente parte a visitare una caffetteria». L’inserimento nel sito è gratuito: piano piano il raggio delle attività si allarga e anche il sito è destinato ad evolversi con nuove informazioni, soprattutto le indicazioni di base per apprezzare il prodotto e procedere nella sua scoperta.
A un australiano amante degli specialty non possiamo che chiedere cosa pensa dei bar italiani. «La cosa più bella dei caffè italiani, di tutti i locali, è la cultura dell’accoglienza, il movimento delle persone, la cordialità: una cosa fantastica - risponde -. In casa ho tutto ciò che mi serve per realizzare un buon filtro, ma ogni giorno entro in un bar “normale” per bere un espresso. Lo faccio perché è un momento sociale importante e bellissimo: si esce, si chiacchiera con il barista, con il vicino al banco… è una cultura fantastica. Per quanto riguarda la qualità, per lo più non è altissima, ma ormai mi sono abituato; ogni tanto frequento ovviamente dei locali specialty».
In cosa differisce il rito del caffè al bar tra Italia e Australia? «Oltre oceano, c’è maggiormente la cultura del pub: si esce con gli amici per bere 1-2 birre, mentre in caffetteria si è seduti, in un ambiente tranquillo, distaccato - riprende Andrew -. Quello che mi piace dell’Italia è entrare in un locale tra le 7 e le 8 del mattino: le persone arrivano, ordinano un caffè, fanno una rapida chiacchierata con il barista e in pochi minuti sono fuori: è una vivacità che per me è molto bella. Certo, in genere non si fa caso a ciò che si beve, che per lo più non è eccezionale... Ho letto che in Inghilterra sta aprendo una catena di 500 locali e ho pensato che questo è triste; siamo fortunati che questo in Italia non succeda: non ci sono centinaia di locali che hanno la stessa offerta, lo stesso modo di porsi; per lo più si tratta di piccoli locali con una propria personalità, che trovo molto piacevole e interessante».