Tazze artigianali in caffetteria, è protagonista il gres

Tazzina di AgnesCeramics
Molti titolari decidono di personalizzare le proprie tazzine affidandosi a piccoli ceramisti: Agnese Puricelli spiega come orientarsi

Ogni locale ha una brand identity alla quale concorrono diverse caratteristiche: dal prodotto all’arredo, dalla cortesia del personale al servizio. Un elemento che sempre più caffetterie curano con attenzione è la scelta delle tazze, spesso di produzione artigianale. Non è solo una questione di estetica: il “contenitore” ha un ruolo importante nel valorizzare ciò che si mangia o beve, al pari degli ingredienti selezionati che contengono. Ed è interessante notare che il calore è l’elemento comune tra ceramiche, caffè e cucina, che trasforma la materia in qualcosa di inedito. A dare più intimità e profondità alla coffee experience concorrono inoltre tazze per lo più senza manico, da afferrare con una o due mani.

«Con i titolari che scelgono di personalizzare le proprie tazze studiamo insieme il prodotto, che sarà su misura per le sue esigenze ed unico, esclusivo - afferma Agnese Puricelli, titolare di AgnesCeramics -. Si prende il via dalle particolari esigenze fino ad arrivare alla forma desiderata, poi i colori ed anche il tipo di gres, che mantiene bene il calore e può essere chiaro, nero o con i puntini, oggi molto richiesto». Tra le ceramiche, il gres è il materiale più resistente: non si sbecca come la terracotta perché è cotto a temperatura più elevata (1240°C) e grazie alla sua particolare composizione chimica subisce un principio di vetrificazione che lo rende impermeabile: la sua superficie è compatta ed è maggiore la resistenza agli urti e all’utilizzo quotidiano.

Ancora, può essere lavato anche in lavastoviglie, essere posto in forno (non preriscaldato) e nel congelatore. «Per le tazze - riprende Agnese - per lo più si scelgono degli smalti ad alta componente vetrosa, che risultano più lisci. Consiglio di smaltarle all’interno e all’esterno, lasciando scoperta solo la zona del piedino, alla base. La smaltatura internamaggiori garanzie da un punto di vista igienico, inoltre ostacola la formazione di macchie. Un altro aspetto di una tazza ben fatta è la leggerezza: per un ceramista riuscire a fare un oggetto il più più leggero possibile è una sfida e il risultato di tanta esperienza e di una buona manualità».

La tazza fatta a mano piace: molti clienti chiedono di acquistarle e i pacchi-dono che le contengono sono apprezzati. Certo, non è esente da svantaggi, il primo dei quali è un costo decisamente superiore rispetto alle classiche tazzine da bar e di tempi di fornitura o sostituzione che possono essere anche di oltre un mese. Belle da vedere, piacevoli da prendere con le mani sono comunque ideali per “comprendere” un buon espresso, un cappuccino o un filtro: è importante concedersi una pausa per assaporare con calma le preparazioni, per poi soffermarsi, tra un sorso e l’altro, sul piacevole gioco di colori che le accompagna e la cura artigianale dei particolari.

Quali materiali

La terracotta (in genere rossa) e la terraglia (bianca) cuociono tra i 950 e i 1010°C; la superficie porosa e delicata per lo più viene smaltata; il manufatto risulta alquanto fragile.

Il gres è più resistente grazie ai suoi componenti che durante la cottura tra 1180 e 1280°C realizzano un processo di vetrificazione che lo rende resistente e impermeabile.

La porcellana si caratterizza per la superficie liscia, la grande praticità e resistenza; la costituisce una combinazione di feldspato, quarzo e caolino (quest’ultimo conferisce la tonalità bianca); richiede una temperatura maggiore di 1280°C.

Agnese Puricelli, 35 anni, dopo avere lavorato per dieci anni in un’agenzia pubblicitaria a Milano, decide di seguire la sua vera passione: la ceramica. Segue dei corsi, si specializza, poi si trasferisce a Omegna (VB) dove ha il suo laboratorio: AgnesCeramics.

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