Avanti piano. Il mercato delle torrefazioni in Italia continua a registrare timidi segnali di crescita: «Nel triennio 2016-2018 - afferma Giandomenico De Franco, amministratore di Competitive Data, la principale società di analisi di mercato sul mondo del caffè - il mercato ha registrato una crescita annua vicina al punto percentuale. Una tendenza che dovrebbe confermarsi anche per il 2019, con una crescita a volume superiore di quella a valore, e che pensiamo proseguirà anche per l’anno successivo. L’area più dinamica si conferma il Nord-Est, mentre il Nord-Ovest registra un lieve calo».
Una crescita lenta che però nasconde al proprio interno cambiamenti significativi: «I grandi player del mercato, a partire da Lavazza e illycaffè, stanno accelerando, puntando forte verso i locali altovendenti, che oltre a garantire fatturati importanti danno meno problemi sul fronte della regolarità dei pagamenti - afferma De Franco -. Nel triennio considerato le otto maggiori torrefazioni hanno guadagnato quasi due punti percentuali di quota di mercato a valore, mentre quelle di medie e medio-piccole dimensioni fanno fatica e in molti casi vedono deteriorarsi i loro indicatori di bilancio».
La concorrenza, intanto, aumenta: «Una serie di operatori finora focalizzati sul retail stanno guardando con maggior interesse all’horeca. Il caso Nespresso è forse il più evidente, ma non l’unico».
Si fa strada il monoporzionato
L’offerta di caffè assume contorni sempre più ampi e variegati: «L’elemento più significativo dell’ultimo triennio è stata l’esplosione del mercato del monoporzionato, che è passato da una quota di mercato dello 0,1-0,3% all’1,5-1,8%, conquistando quote significative soprattutto nella ristorazione veloce e nel segmento delle pasticcerie/gelaterie. Ma altrettanto importante è l’accelerazione che hanno impresso al mercato le principali torrefazioni investendo sull’ampliamento della gamma, in particolare in direzione delle miscele monorigine e biologiche. Una strategia accompagnata da un forte lavoro sul packaging, a partire dalle campane, per accompagnare anche visivamente questo innalzamento della qualità della proposta in modo da renderlo immediatamente percepibile da parte dei clienti del bar».
L’obiettivo è chiaro: fare in modo che il caffè si scrolli di dosso progressivamente l’immagine da commodity, cioè da prodotto di poco valore, che lo ha caratterizzato a lungo per ridargli la dignità e il valore che merita. Anche sulla scia della crescita dell’interesse verso il mondo dei caffè speciali e delle nuove modalità di servizio. «Il cold brew è uno dei prodotti su cui le maggiori torrefazioni stanno investendo di più - afferma De Franco -, anche se al momento il suo orizzonte di sviluppo guarda fondamentalmente all’export». *