Trismoka Challenge è tornata punto di incontro tra presente e futuro del bar

Michael Boffelli proclama vincitrice Nadia Giacomelli
Michael Boffelli proclama vincitrice Nadia Giacomelli
Positivo il ritorno in pedana di professionisti e studenti. Vince Nadia Giacomelli, secondo il giovane Andea Ducoli, terza Chiara Rivera. L’opinione del responsabile della formazione Michael Boffelli.

A macchine e luci spente, dopo qualche giorno per riprendersi da sforzi ed emozione torniamo sul Trismoka Challenge 2024 e sui suoi protagonisti. Il contest sul caffè che unisce spettacolo, formazione e mondo del lavoro si è svolto presso la Fiera Campionaria di Bergamo, che ha sommato 70mila visitatori nelle tre giornate di apertura. Qui la Torrefazione di Paratico è stata presente con un ampio stand che conteneva due postazioni di gara e numerosi posti a sedere, che durante le gare pomeridiane hanno sempre visto il tutto esaurito tra operatori, docenti e visitatori, incuriositi dall’evento. Decisamente soddisfatti Paolo Uberti, amministratore delegato da sempre convinto nel coinvolgere e sostenere i giovani e Michael Boffelli, responsabile della formazione che segue dal 2017, che ci dice «dopo la competizione abbiamo ricevuto tanti messaggi di baristi, professori, concorrenti e degli organizzatori della Fiera: anche per loro è stata una bella scoperta. Quest’anno sono tornati a gareggiare anche i professionisti, che sono stati presenti fino al 2014, quando i campionati italiani erano organizzati da Acib - Associazione Campionati Italiani Baristi - e la nostra competizione era funzionale come tappa di qualificazione al campionato italiano Baristi. Poi è subentrata Sca e ci siamo focalizzati sulle scuole: questo ci ha dato molte soddisfazioni, ma ci siamo resi conto del fatto che mancava il confronto generazionale tra chi ha il bar come mestiere di ogni giorno e si mette in gioco e chi si prepara alla professione e ha bisogno di un contatto diretto con chi ha esperienza sul campo. Penso che per tutti i settori - non solo la caffetteria - sia importante mettere in contatto tra loro la freschezza e la voglia di crescere di un ragazzo di 15-16 anni che ha ancora tutto da imparare e l’esperienza di chi già fa il mestiere». 

Nadia Giacomelli, vincitrice della competizione conferma quest’ultimo pensiero: «Mi sono confrontata con giovani spettacolari - afferma -; probabilmente è stata l’esperienza, la capacità di spiegare in modo compiuto a dare alla mia gara un gradino in più. Dei giovani mi piace la spensieratezza con cui affrontano le gare e la determinatezza. Sono i professionisti di cui ha bisogno il bar italiano; spero che coltivino questa passione e chiedo a chi si improvvisa barista di fare formazione con continuità: è determinante per lavorare bene al bar ed estrarre un buon espresso» Da una quarantina d’anni al banco bar, trova nelle competizioni un’occasione per mettersi in gioco e per crescere.

Il coinvolgimento delle scuole alberghiere prende il via con i docenti ai quali viene offerta una formazione gratuita che successivamente porteranno in classe; a loro spetta inoltre il compito di individuare gli studenti più meritevoli, affinano le loro conoscenze presso la Trismoka Coffee School. Inoltre, riprende Michael Boffelli, «strutturiamo pomeriggi in lotti di 2-3 istituti, ognuno dei quali ha a disposizione una coffee station con cui gli studenti selezionati  hanno a disposizione me e tutti i docenti Trismoka per conoscere le macchine, diversi tipi di caffè, la dinamica delle gare, come impostare la mise, parlare. Poi arrivano le selezioni interne che identificano lo studente che rappresenterà ogni istituto». Da questo momento è importante che insegnanti e colleghi lo guidino e supportino.

Da parte sua Andrea Ducoli, 18 anni e studenti presso l’istituto Olivelli Putelli di Darfo (BS) aveva a seguirlo in finale due professori, la famiglia e qualche compagno di classe, che senz’altro hanno sobbalzato a quello che lo stesso Andrea definisce «un piccolo incidente di gara: mi è caduto lo shaker con il cocktail. Non ho pensato di mollare, ma mi sono detto “lo rifaccio rapidamente e cerco di recuperare il più possibile”: ce l’ho fatta e sono soddisfatto. Penso che la mia prova migliore siano stati gli espressi: ho usato il Brasile e dal set up ho compreso di avere individuato una buona macinatura; l’espresso era piacevole al gusto e molto bello anche visivamente in tazza». Oltre al secondo posto, Andrea ha meritato il premio Gino Uberti come migliore giovane, oltre al premio Recappuccio di Centrale del Latte di Brescia per il suo cappuccino.

Torniamo alla Trismoka Coffee School: «È importante sottolineare che la nostra scuola è una vera “palestra” per i baristi: chi ha già fatto corsi e vuole mantenersi allenato, si può esercitare qui sull’espresso o i cappuccini - afferma Michael Boffelli -. C’è chi viene periodicamente (siamo aperti a tutti, non solo ai nostri clienti) e coglie l’occasione per confrontarsi con gli altri sui prodotti, particolari problematiche del lavoro, la realizzazione di un buon cappuccino e molto altro. Il dialogo con chi già lavora è fondamentale, contiamo su una partecipazione sempre più larga sia agli allenamenti sia alle competizioni». Da parte sua, Chiara Rivera, barista presso la Pasticceria Maresi a Brescia si è classificata terza e racconta: «ho partecipato con l’intento di trasmettere una passione che mi è stata trasmessa da Michael sei anni fa, quando frequentavo l’istituto alberghiero. Mi è piaciuto tornare e confrontarmi con gli studenti; ci siamo aiutati a vicenda. La mia preparazione migliore è stato un drink analcolico molto semplice, composto da un gelato realizzato con bevanda a base di avena e lamponi, estratto di cascara fatto con l’aeropress a 90 gradi e un espresso con il Panama; sono contenta che la giuria l’abbia apprezzata.

Pulisco bene la macchina, curo i passaggi; purtroppo il cliente non sempre comprende. Per questo in gara ho richiamato l’attenzione su tre punti: il tempo, perché è importante comprendere che per fare bene questo lavoro, solo in apparenza banale, ce ne vuole parecchio, per studiare, tenersi aggiornati. La passione poi diventa studio, tecnica che porta a estrarre un buon espresso: di nuovo un cammino impegnativo. Infine l’emozione che deve accompagnare la degustazione di un espresso, da soli o in compagnia».

Forte del buon risultato, la macchina organizzativa si è già messa in moto per la prossima edizione.

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