Risale a una direttiva europea del 2004 il divieto di utilizzare le zuccheriere dalle quali si prelevava con un apposito cucchiaio il quantitativo desiderato di zucchero da versare sulle bevande, a favore delle bustine monouso. Successivamente Fipe ottenne una deroga dell’allora Ministero delle Attività Produttive per il reinserimento dei dosatori con beccuccio al posto delle zuccheriere con coperchio. Ma ormai si era diffusa la consuetudine della bustina e oltretutto si era in pieno tempo di Haccp, con le sue regole da apprendere e applicare, le paventate sanzioni e le differenti interpretazioni che di una stessa procedura sapevano dare diverse Aziende sanitarie locali, anche a distanza di pochi chilometri. Per arginare gli sprechi alcuni produttori hanno ridotto il contenuto delle bustine (che al loro arrivo negli anni ’50 contenevano 10 gr) fino a 2,5 gr, ma per lo più nei locali si incontrano quelle da 4-5 gr, decisamente eccessive sia per la salute, sia per lo scarto che comportano. Secondo un’analisi di Fipe l’uso delle bustine di zucchero genera lo spreco di 14 milioni di chili l’anno per un valore di 63 milioni di euro. Peraltro un esperimento basato sulla teoria della “spinta gentile” di Richard Thaler, premio Nobel per l’economia 2017, ha dimostrato che se lo zucchero è in bustina il consumo non dipende dalla quantità di prodotto ma dalla bustina stessa. Ovvero che la quantità di zucchero utilizzata dai consumatori è superiore a quella di cui hanno bisogno; la differenza si spreca.
Verificata questa situazione, già qualche anno fa alcuni baristi hanno cominciato a utilizzare la zuccheriera, non senza la disattenzione dei clienti, che in alcuni casi la mettono a contatto con il liquido o la crema di latte, creando incrostazioni. Più sicuro un modello (incontrato raramente) simile a un dispenser utilizzato per i cereali a colazione negli hotel. L’invito di recente lanciato da Fipe è a tornare alla zuccheriera con dosatore, meglio (aggiungiamo noi) se con tappo inox e corpo in vetro per poterla lavare facilmente in lavastoviglie, senza permettere che si formino incrostazioni al suo interno. Per chi volesse aderire alla campagna è disponibile una locandina da esporre nel locale, invitando il cliente a un semplice gesto; #UsaLaZuccheriera.