Dopo il Woc, Fensore e Villa raccontano la loro esperienza

Manuela Fensore
Manuela Fensore
Secondo, terzo, quarto e sesto posto: questi i piazzamenti degli italiani nelle discipline del World of Coffee che si è concluso a Copenhagen. Grande soddisfazione per tutto il mondo del caffè e Sca Italy.

Il World of Coffee di Copenhagen (Danimarca) ha dato molte soddisfazioni al mondo dei baristi italiani e a Sca Italy. Le competizioni hanno infatti visto Manuela Fensore posizionarsi al secondo posto mondiale nella Latte Art, Andrea Villa al terzo nel Coffee in Good Spirits, Emanuele Bernabei al quarto nel Cezve/Ibrik ed Emanuele Tomassi sesto nel Coffee Roasting Championship. Sono risultati che sottolineano l’alto livello tecnico raggiunto, frutto di costanza, dedizione e un aggiornamento continuo; un esempio da seguire per tutta la community.

Abbiamo raggiunto Manuela Fensore al suo ritorno a Milano, già attiva presso la scuola di formazione World Latte Art & Coffee Center (leggi Latte art e cultura del caffè nella nuova scuola di Fensore e Clemente) di cui è titolare con Carmen Clemente, campionessa mondiale di Latte Art 2022. Dopo il primato mondiale nel 2019, Fensore è felice del secondo posto al mondiale da poco ottenuto e orgogliosa della sua gara; la differenza con il primo classificato, Yi-Chen Xie - Taiwan, è stata di soli 7 punti, davvero un soffio. La competizione ha avuto molti elementi di novità, a cominciare dalla macchina superautomatica Thermoplan che ha realizzato gli espressi, per proseguire con tazze con un’apertura superiore inferiore alle classiche da gara e l’utilizzo dl latte vegetale in una figura nel preliminary.  I tempi più lunghi di estrazione hanno imposto una diversa modulazione della gara: «avevo 30-40 secondi che mi davano l’opportunità di offrire qualcosa di nuovo - afferma Fensore -. Ho pensato a delle filastrocche, che nessuno aveva mai preso in considerazione. Ho realizzato il concept insieme a Cristina Caroli, artefice delle poesie, che aveva realizzato già due giorni dopo averle esposto la mia idea». 

Così, dato il via a macinatura, pressatura ed estrazioni che avvenivano automaticamente, Manuela ha recitato baby tales che avevano quali protagoniste le figure che avrebbe realizzato: una giraffa che faceva il suo snack mangiando le foglie degli alberi, una volpe intenta a prendere l’uva che a fine giornata era riuscita nel suo intento, l’elefante che trasportava il suo carico di mele e si dedicava una merenda, rubandone una, avvolta nella proboscide, la zebra aspetta un amico in ritardo con cui poi condivide un espresso. Questo nuovo modo di presentare le tazze è piaciuto molto, come pure la narrazione dei movimenti e dei singoli elementi composti a ogni versata «A farlo per prima fu Carmen (membro fondamentale del team sempre accanto a Manuela in fase di preparazione con  i suoi interventi e suggerimenti tecnici, ndr), che descrisse le tazze nei minimi particolari: ai giudici piace perché li coinvolge e li tiene con gli occhi incollati alla versata; così abbiamo deciso di proseguire». 

Un mondiale più facile o difficile di quello di cinque anni fa? «Più facile: mi sono sempre allenata molto seriamente, ma per questa competizione ho potuto fare tesoro di tutta l’esperienza accumulata nel campionato precedente e in questi ultimi anni. C’è stato più lavoro di team con Carmen Clemente, Cristina Caroli e mio figlio che è stato parte fondamentale di tutta la preparazione, ma anche con il team di Sca Italy e tanti sponsor che mi hanno supportata. Tutto ciò mi ha dato molta sicurezza e mi permesso di raggiungere un risultato davvero buono. Ora continuo ad allenarmi perché voglio mantenere la memoria muscolare: e poi gareggiare (dunque migliorare continuamente) e preparare routine di gara è parte integrante della mia quotidianità, per me e per gli altri». Fensore potrebbe puntare a un nuovo mondiale: «questo secondo posto per me è un punto di partenza, non di arrivo. Che non sia l’anno prossimo, ma il successivo, so che continuerei ancora ad esprimermi e che ho ancora tanto da fare e da dire».

Quando lo raggiungiamo telefonicamente, Andrea Villa, titolare della caffetteria M10Café di Lesmo (MB), formatore Aicaf e membro del Cbc - Coffee & Beverage Community di Victoria Arduino, è ancora a Copenhagen, felicissimo per il terzo posto mondiale raggiunto nel Coffee in Good Spirits e per la bellissima esperienza vissuta con il team Bugan, ben diversa e molto più coinvolgente delle finali del 2022 a Milano. L’elemento vincente di Villa, accanto alla qualità eccellente delle sua preparazioni è stata senza dubbio l’empatia, per la quale ha ricevuto complimenti da tutti. «Ho preso i giudici per mano e li ho condotti in un viaggio. Siamo stati al centro della terra, da cui siamo usciti per toccare i quattro elementi - terra, acqua, aria e fuoco - e infine l’ultimo che per i filosofi è il più alto e incorruttibile e per me è stato l’irish coffee che ho presentato, ma che in realtà è la mia famiglia». Negli spiris ha realizzato un drink con il cognac e il viaggio è stata la goccia che dall’alto scende dal cielo e tocca vari elementi tra cui un fiore, un frutto, una foglia, un ronco e infine va al centro della terra: ogni cosa toccata era rappresentata da un prodotto floreale, fruttato, realizzato con l’estrazione dalle foglie o filtrato dalle rocce come il caffè versato su di esse per raffreddarlo. I caffè provenivano da due farm colombiane: Finca Las Flores varietà Chisoro per lo spirit bar e Finca El Diviso, varietà Ombligon, che hanno dato caffè particolarmente fruttati il primo e floreali il secondo. «I drink secondo me parlavano da soli, avevano una grande unicità nei loro sapori; era molto facile distinguerli all’interno del drink e offrivano un vero viaggio, i giudici me lo hanno confermato». 

L’obiettivo era arrivare in finale: «Con un team alla spalle che ha fatto molta esperienza a livello internazionale raggiungendo ottimi risultati, sentivamo di potercela fare, anche se ogni gara è una cosa a sé, nei 10 minuti della competizione può succedere di tutto - conclude Andrea Villa -. La squadra mi ha dato molta sicurezza: se salendo sul palco mi sentivo pronto al 98%, quel 2% l’ha colmato lei: è davvero fondamentale per i piccoli imprevisti ed anche per aiutare a tenere la mente libera. Ci siamo divertiti molto, creando un clima bellissimo». Gareggiare ancora? Chi può dirlo… se arriverà un concept interessante, ci si potrà pensare.

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