È una manovra da 25 miliardi che mobilita risorse per 350 miliardi il decreto “Cura Italia” emanato dal Governo per arginare i danni che l’emergenza Corona-virus ha creata a imprese, famiglie e lavoratori.
«Siamo consapevoli che non basterà – ha detto il premier Giuseppe Conte -; dovremo predisporre misure per il tessuto economico e sociale fortemente intaccato» dall'emergenza. Preannunciato per aprile «un piano di ingenti investimenti, semplificazione e riduzione delle tasse» per il rilancio dell’Italia, con fondi Ue.
Il grosso della manovra va a sostegno del settore sanitario, in prima linea nello sforzo per il massimo contenimento dei danni dell’epidemia.
Vediamo, per sommi capi, quali sono i principali provvedimenti d'interesse per i pubblici esercizi, in attesa di spiegare come si potrà concretamente accedere ai fondi resi disponibili.
Versamenti sospesi
Una prima misura che interessa i pubblici esercizi è il differimento (al 30 aprile, la prossima rata al 31 maggio) dei versamenti di ritenute, contributi, premi assicurativi e Iva per la scadenza di marzo. Non è previsto il rimborso per chi ha già versato.
I versamenti sospesi saranno effettuati alla ripresa della riscossione senza sanzioni o interessi in un’unica soluzione o fino a 5 rate mensili. Per gli adempimenti ci sarà tempo fino al 30 giugno 2020. «Chi ha possibilità paghi – è stato l’invito – per destinare risorse al sistema sanitario».
Sospeso ogni ulteriore adempimento fiscale con scadenza tra l’8 marzo e il 31 maggio, ad esclusione della dichiarazione dei redditi precompilata 2020 prorogata al 31 marzo.
Previsto un credito d’imposta ai soggetti esercenti attività d’impresa pari al 60% del canone di locazione di marzo 2020, per gli immobili rientranti nella categoria catastale C/1.
Credito d’imposta al 50% per le spese sostenute per la sanificazione dell’ambiente di lavoro, con un tetto massimo di 20mila euro (fino ad esaurimento del fondo, pari a 50 milioni di euro).
Altre misure previste sono un’iniezione di liquidità nel sistema del credito per mobilitare circa 340 miliardi di euro di finanziamenti all’economia reale tramite sospensione di rate di mutui e prestiti.
Il sostegno al reddito
Tutte le aziende, anche con un solo dipendente, potranno avvalersi della cassa integrazione in deroga, che potrà arrivare fino a 9 settimane: previste risorse per 1,3 miliardi per il Fondo di integrazione salariale e 3,3 miliardi per la cassa integrazione in deroga
Ai lavoratori autonomi, inclusi i lavoratori di turismo e spettacolo, spetterà una una tantum da 500 euro. Verrà inoltre costituito un fondo "di ultima istanza" da 200 milioni per aiutare chi nel 2019 aveva guadagnato meno di 10mila euro e ora a causa del virus si è dovuto fermare.
Sono infine state bloccate le procedure di licenziamento effettuate dal 23 febbraio in avanti.
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