Tenacia, studio, passione, impegno incessante nel divulgare le caratteristiche e la buona pratica del caffè di qualità, caratterizzano Gianluca Lavacca e Giovanni Antonacci, i due titolari della microtorrefazione Il Manovale di Turi (BA), entrambi qualificati e per la finale del campionato italiano Roasting che Sca Italy organizza a Sigep 2025, in programma a Rimini dal 18 al 22 febbraio.
Un risultato unico e un grande motivo di orgoglio. Gianluca, il frontman della situazione, è alla sua quarta partecipazione a una finale di una competizione molto complessa; si è classificato secondo nella tappa di selezione del Nord, presso Naked Coffee Roaster Specialty Coffee a Sorbolo (RE); Giovanni si è piazzato secondo nella tappa del Sud Italia che si è svolta a Pescara.
Un risultato di grande rilievo in quanto è la prima volta che una stessa attività vede in finale due suoi componenti ed anche un riconoscimento alla loro ostinatezza. Il Manovale apre nel 2019 e si ispira alla tradizione delle antiche torrefazioni di quartiere italiane, dove le origini avevano ancora un nome e il caffè era acquistato con maggiore consapevolezza rispetto ad oggi. Valorizzando qualità, tracciabilità ed esperienza sensoriale, vede crescere rapidamente la sua produzione, passando dalle 10,5 tonnellate nel 2019 elle 42 del 2024, che vende soprattutto nel territorio ed esporta in 15 Paesi, tra cui Canada, Stati Uniti, Germania, Grecia e Svezia.
Perché partecipare a una competizione Roasting? chiediamo a Gianluca Lavacca. «È sempre un motivo di crescita, per questo sono arrivato alla quarta esperienza: il confronto con gli altri concorrenti arricchisce e ogni volta imparo qualcosa di più che poi porto nel mondo del lavoro. Inoltre è un motivo di visibilità aziendale, che per noi rappresenta un aspetto non secondario».
Da sempre una nota distintiva dei caffè lavorati a Turi è la dolcezza, ricercata anche quando la maggior perte dei microroaster specialty puntava sull’acidità. «L’esperienza di Sca lo sottolinea - riprende Lavacca -: a livello globale il consumatore non ricerca l’acidità, ma le preferisce la dolcezza; è questa parte che fa incrementare le vendite in quanto crea un equilibrio percepito positivamente dal consumatore. L’acidità è una presenza fondamentale, ma deve essere ben bilanciata all’interno di una complessità gustativa, un equilibrio che possa soddisfare tutti».
Se l’apertura di una microrastery che unisce miscele commerciali a caffè specialty poteva sembrare un azzardo nel Sud Italia, si è mostrata col tempo una scelta vincente, in quanto Bari (come tutta la Puglia) è ormai una zona ad alta vocazione turistica, e chi viene da oltre frontiera cerca caffè di qualità che, piano piano stanno imparando a conoscere e apprezzare anche gli italiani. Più di un esercizio ha deciso di offrire i caffè e vendere i pacchetti della microroastery che nel periodo estivo riceve numerosissime visite di curiosi e persone che vogliono acquistare i suoi caffè perché, come osserva Lavacca, «se le richieste dei pubblici esercizi sono ancora poche, il cliente finale ci cerca, ci intercetta sempre di più, è innamorato del nostro prodotto e disposto a fare chilometri per raggiungerci: siamo in campagna, tra gli alberi di ciliegio; chi ci raggiunge ci vuole trovare e vuole trovare caffè con un’origine certa, una storia, qualcosa di autentico, diverso, ricercato e lo specialty risponde a queste esigenze».
Per dare maggiore visibilità ai caffè proposti nei locali, sono state messe a punto nuove confezioni, che dallo stile essenziale delle precedenti si sono portate su grafiche colorate e accattivanti; sulla parte posteriore sono riportate le informazioni su questi specialty che fanno tutti parte della linea Vagabondo, un termine he vuole sottolineare il concetto di ricerca, movimento e di continuo cambiamento che la caratterizza: paese di origine, farm, varietà, processo, profilo in tazza. Difficile non notarle.