Il primo impatto che un cocktail ha sul consumatore arriva molto prima del sorso. Già piuttosto rodato il lavoro svolto negli ultimi anni sull’aspetto visivo di una ricetta, con garnish e presentazioni tornate al minimalismo (bicchieri inclusi), il potere olfattivo di un cocktail è stato il terreno di sperimentazione per eccellenza di Oscar Quagliarini: il pioniere per eccellenza nell’avvicinamento di profumeria e miscelazione, che anche da un punto di vista tecnico scava in profondità. L’utilizzo di un profumo come elemento integrante di un drink, con una vaporizzazione appena prima del servizio, è per Quagliarini «un modo per amplificare i sentori della ricetta, che si valorizza ed è anche divertente. Una fragranza può introdurre nuove sensazioni per il consumatore, o creare un continuum o un contrasto con gli altri ingredienti».
Sperimentare con la profumeria
L’approccio di Quagliarini rimane ancora un unicum nel panorama italiano: mentre all’estero non è nel complesso rarissimo trovare sperimentazioni con la profumeria, in casa nostra si fatica decisamente. «Penso sia anche per una forma di rispetto velato, sono stato il primo e quindi nessun altro si propone. Più in generale però, vedo il mondo del bar ottuso, che rischia di rimanere senza futuro finché non arriveranno nuovi innovatori che potranno aiutare il sistema a guardare oltre: mi viene in mente Tony Conigliaro». In profumeria invece lo spazio c’è eccome. Quagliarini è già al lavoro su due nuove essenze: Eteriamen-Te, a base di cocco, tabacco, incenso, cannabis e cocaina. E Money never sleeps, con richiami alle varie essenze della carta come materia prima.
Una frontiera inesplorata: l’impatto della musica
Un’ulteriore frontiera inesplorata è quella dell’impatto che la musica può avere sulla degustazione, ed è su questo che si è incentrata una serata organizzata da Organics by Red Bull, presso l’Organics SkyGarden @Cielo di Milano. Alle fragranze e ai drink di Quagliarini, realizzati con i prodotti Organics, faceva da contorno la musica modulare di Alessandro Sgobbio, compositore, pianista e produttore tra i più interessanti e apprezzati nomi del panorama jazz internazionale. Note di degustazioni e di suoni, dunque: la musica, a detta di Sgobbio, «permette di aggiungere un tassello in più all’esperienza multisensoriale del cocktail, arrivando quindi ad abbracciare simultaneamente tutti i sensi».
Lo stile di Sgobbio si è fatto estensione delle ricette di Quagliarini, che sottolinea come la musica aiuti «a coordinare la respirazione, che è un aspetto fondamentale. Quando i ritmi accelerano si fa più fatica a godere davvero di un buon cocktail, mentre un clima più disteso permette di gustarlo al meglio». Sgobbio ha quindi optato per microvariazioni pianistiche ed elettroniche, che hanno a loro volta ricalcato gesti e abitudini dei bartender: «Essendo il cocktail l’arte elegante della manualità, del dosaggio e della sapienza, ciascuno ogni volta unico e irripetibile, questo tipo di sonorità si sposa alla perfezione, proprio per via di questa loro specifica (e intrigante) combinazione di precisa gestualità».
Eclettico e visionario: Oscar Quagliarini
Classe ’78, Oscar Quagliarini è uno dei volti più noti del bartending europeo. Eclettico e visionario, ha legato il proprio nome a progetti di varia natura, in Italia e nel mondo (soprattutto Parigi, ma anche Russia, Messico, Singapore). Dopo esperienze di sperimentazione in Africa Orientale, dove si è concentrato sulle macerazioni, Quagliarini ha virato sulle fragranze, con le quali ha iniziato a lavorare per la realizzazione di liquori; è il pioniere dell’utilizzo della profumeria in miscelazione, e continua a lavorare come consulente per le principali realtà nazionali e internazionali.