Siamo finalmente approdati alla Fase 3 della gestione emergenziale della pandemia da Covid-19, fatta di una ripartenza non solo produttiva-gestionale, ma anche fisica, con la libertà di spostamento interregionale.
Da adesso quindi tutto il Sistema paese, con le piccole imprese in primo piano, ha di fronte a sé un insieme di scelte da compiere che determineranno il proprio futuro e tutte riconducono a uno scenario tecnologico.
È chiaro a tutti che se il lockdown da un lato ha permesso di contenere il contagio da Covid-19, dall’altro ha comportato per milioni di lavoratori e piccole imprese una interruzione brusca e duratura delle proprie attività lavorative e professionali.
Le conseguenze del lockdown si sono manifestate con la Fase 2 e continuano ad avere effetto anche nella Fase 3: non poche difficoltà stanno accompagnando la faticosa riapertura delle attività sospese per decreto.
Le piccole imprese italiane si stanno confrontando con una sfida di portata epocale, in cui alla carenza di liquidità si vanno a sommare le non poche regole e misure sanitarie tuttora vigenti, e destinate ad accompagnare la nostra vita per lungo tempo. Non a caso si parla ormai sempre più spesso di “new normal”, la nuova normalità.
Le nuove sfide tecnologiche
Sono molteplici le tematiche con cui vi siete dovuti confrontare in questi mesi, prima fra tutte quella legata allo smart working. Infatti, fatta eccezione per le attività considerate essenziali dai vari decreti, per moltissime altre realtà solo il lavoro da remoto ha permesso una, seppur parziale, continuità operativa. Dalle operazioni di back-end, come la gestione di magazzino e inventario, ai servizi di front-end, delivery e take away compresi, alla formazione on line.
Sono emersi problemi di diverso genere: prima di tutto ben poche piccole e medie imprese erano (e sono) strutturate per adottare nuove modalità lavorative.
Il ruolo del system integrator
Da questo punto di vista, è fondamentale che le imprese, superata la fase emergenziale, anche grazie all’intervento di system integrator (ovvero le aziende che si occupano di integrare i vari sistemi tecnologici utilizzati), sviluppino dei veri e definitivi piani di ripartenza basati sulla trasformazione digitale, facendo tesoro dei vantaggi e degli errori notati in questa esperienza. Senza dubbio, un posto di primo piano va quindi dedicato agli strumenti atti ad abilitare collaboration, ovvero quei software pensati per facilitare e rendere più efficace il lavoro cooperativo da parte del vostro team.
Le più importanti società nel mercato di telecomunicazioni e software hanno avviato collaborazioni finalizzate ad accompagnare nel percorso di trasformazione digitale tutte le aziende italiane, comprese le piccole e medie imprese (Pmi).
Sappiamo bene come dal destino di queste ultime dipenda infatti la capacità di riprendersi del nostro Paese.
Le soluzioni da sviluppare
Si stanno attivamente sviluppando soluzioni che supportino le imprese nel processo di digitalizzazione delle modalità di lavoro, integrando armoniosamente soluzioni hardware e software per le imprese con servizi innovativi (IoT su tutti), declinati secondo le più moderne offerte commerciali di tipo as-a-service (disponibili su Internet previo abbonamento)
Pensiamo alla manuntenzione da remoto delle attrezzature o anche gli stessi take-away e delivery service, a partire dalla scelta dei piatti, effettuata via app o sito Internet, fino al pagamento del conto (sempre online). Passando per il tracciamento della consegna in arrivo, che avviene generalmente tramite notifica push inviata sullo smartphone del cliente.
Al tempo stesso, si fa sempre più strada il cloud computing nella sua modalità ibrida, basata sulle migliori proposte di cloud pubblico e privato. Tutto questo nell’ottica di garantire alle aziende il massimo di flessibilità e scalabilità, senza mai perdere di vista la sicurezza informatica.
Peraltro nessun progetto di digitalizzazione dei processi di business può prescindere dalla gestione dei clienti e delle risorse con piattaforme CRM (software che ottimizzano appunto la gestione delle relazioni con i clienti) ed ERP (software che aiutano nella pianificazione delle risorse dell’impresa) e da soluzioni complesse di data analytics: anche in questo caso si rivela fondamentale per le imprese italiane affidarsi ad attori di grande spessore e competenza in grado di creare soluzioni specificamente indirizzate a settori verticali, le cui esigenze sono uniche e peculiari.
Il ruolo cruciale della connettività
A monte di ogni trasformazione digitale la pandemia ha evidenziato l’importanza strategica delle infrastrutture digitali. Declinata nelle concrete esigenze di una Pmi è importante poter contare su connettività a banda ultralarga, tanto sulla rete fissa quanto su quella mobile.
Solamente così è possibile affrontare il grande problema del digital divide (ovvero il divario digitale tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione e chi no o comunque lo ha in maniera ridotta), e le compagnie di telecomunicazione ne sono ben consapevoli.
L’evoluzione della rete mobile verso il 5G e della rete fissa con la Fibra ottica garantirà benefici immediati migliorando ulteriormente le prestazioni dei collegamenti.
Approcciare la ripartenza basandosi sulla trasformazione digitale implica, ormai è chiaro, apportare cambiamenti profondi nel modo di lavorare e gestire i processi produttivi e gestionali. Compito complesso in aziende strutturate, quasi arduo per una Pmi.
Sicuramente è preferibile scegliere partner commerciali in grado di erogare soluzioni chiavi in mano, che quindi richiedono pochi sforzi per essere implementate e gestite nel tempo. Il supporto di un system integrator è altrettanto importante, perché la regia di una trasformazione digitale va affidata a partner esperti e competenti.
Oltre alla gestione della componente puramente digitale, le aziende italiane devono anche gestire spostamenti e presenze delle persone. In soccorso delle Pmi (ma non solo) viene l’Internet of Things: dispositivi connessi a internet e in grado di gestire una serie di situazioni senza l’intervento umano.
Termo scanner e prenotazioni
Un esempio calzante per la gestione corrente della ripartenza sono i termo scanner: utilizzati per misurare la temperatura corporea all’ingresso dei locali, e che, abilitati da piattaforme dedicate all’ IoT, sono anche in grado di verificare automaticamente la temperatura corporea di un numero di persone contemporaneo, e di inviare idonei allarmi al personale preposto, evitando così alle aziende di dover avere una risorsa dedicata solamente alla misurazione della temperatura. Pensate all’utilità che potrebbero avere in un punto vendita o nella sala bar o ristorante o nella hall di un hotel.
Si tratta di una tecnologia immediatamente comprensibile a chiunque: a nessuno, ad esempio, sono sfuggite le interminabili code ai supermercati (e non solo) durante il lockdown. Code che, con soluzioni di questo tipo, probabilmente avrebbero avuto dimensioni ben più contenute.
Sempre sul tema distanziamento sociale, sono reperibili dispositivi personali in grado di avvisare con allarmi sonori quando ci si avvicina troppo a un’altra persona, e lato software ricordiamo le app dedicate alle prenotazioni (comprese le prenotazioni di tavoli o camere d’hotel) e all’organizzazione dei turni di lavoro per le aziende in cui lavorare in presenza è indispensabile. In questo modo, un dipendente saprà subito a che ora recarsi sul luogo di lavoro, sia esso un bar, un ristorante, un hotel o un’azienda produttiva o magazzino di spedizione di impianti e attrezzature, con la consapevolezza di avere il proprio spazio sanificato in cui lavorare mantenendo il social distancing.
Ovviamente, oltre a questi esempi esistono una quantità di tecnologie che possono fare la differenza in un mercato globale e altamente competitivo: cloud, edge computing, intelligenza artificiale, machine learning sono solo alcuni esempi delle tecnologie che consolideranno la ripartenza.
Anche in questo caso, giocherà un ruolo importante il gioco di squadra che verrà messo in atto fra l'azienda e il partner tecnologico scelto.