Parte da Verona un importante progetto di aiuto per donne e ragazze che si trovano in una situazione di disagio all’interno di un locale, dalla quale vogliono uscire con discrezione e in sicurezza. Si chiama C’è Luisa: la stessa semplice domanda in codice che alla potenziale vittima basterà rivolgere al personale del locale che ha aderito all’iniziativa per segnalare il problema e ottenere da questo un aiuto immediato. Il personale, infatti, provvederà a soccorrere la vittima, a tranquillizzarla e ad allontanarla in sicurezza chiamando un taxi, facendo una telefonata a casa o, se la situazione lo richiede, avvertendo le forze dell’ordine.
Promosso da Krav Maga, un’associazione sportiva di difesa personale veronese, ispirandosi a un’iniziativa analoga (anche lo slogan è lo stesso) partita tre anni fa in Germania e poi replicata anche in Svizzera e in Austria, e inizialmente rivolto ai locali notturni, in particolare alle discoteche, il progetto ha ricevuto il patrocinio del Comune di Verona che ha voluto aprirlo a tutti i pubblici esercizi della città, ritenendolo un utile strumento per prevenire e arginare situazioni spiacevoli, molestie e violenze contro le donne. Consenso riscosso anche presso i bar, ristoranti e pizzerie della città che in numerosi stanno aderendo all’iniziativa, lanciata solo da qualche giorno.
Punto di forza del progetto è la sua semplicità. «La scelta di utilizzare una frase in codice per comunicare uno stato di disagio evita alle donne lo stress di dover cercare aiuto, di pensare a come fare e come procedere: una volta pronunciata la domanda, il sistema di protezione scatta in automatico, senza pericolose perdite di tempo – spiega Nicola Provolo, presidente di Krav Maga, a bargiornale.it -. Inoltre, si evita di attirare attenzione, risparmiando anche alla potenziale vittima inutili e imbarazzanti richieste di spiegazioni».
Il personale dei locali che aderiscono alla campagna (si può fare attraverso il sito www.celuisa.it), sottoscrivendo un contratto annuale con Krav Maga del costo di 60 euro, viene formato per agire nel modo previsto dal protocollo C’è Luisa. Protocollo che sostanzialmente prevede due semplici regole, prestare aiuto immediato e tanta discrezione, la cui applicazione poi è sottoposta a periodici controlli e verifiche con visite a sorpresa. Inoltre, al locale viene fornito un kit con adesivi e vetrofanie da esporre sulle porte e sulle vetrine, in modo da consentire anche alle donne che si trovano nelle vicinanze di identificare un posto che possa garantire loro aiuto in caso di pericolo, e altro materiale informativo da mettere a disposizione dei clienti per illustrare l’iniziativa e come funziona.
Obiettivo di Krav Maga è di estendere il progetto a tutta Italia, cominciando dalle discoteche per le quali l’associazione ha avviato un dialogo con il Sindacato nazionale dei locali da ballo. «Per bar e ristoranti il discorso è un po’ diverso – conclude Provolo -: quelli interessati possono contattarci tramite il forum del sito, in modo da avviare una discussione con le amministrazioni comunali o le associazioni di categoria per dare seguito al progetto nel pieno rispetto dei ruoli di ognuno».