Se bar e ristoranti hanno potuto, pur tra tante difficoltà, riprendere l’attività, ci sono categorie di locali la cui sorte resta ancora sospesa. Sono i locali di intrattenimento per i quali il momento di tirare su le saracinesche appare ancora lontano. Se nei giorni scorsi sembrava che la riapertura di discoteche e sale da ballo fosse ormai vicina, ovvero il prossimo 15 giugno, con tanto di linee guida, piuttosto restrittive, approvate dalla Conferenza Stato-Regioni che avrebbero dovuto confluire nel nuovo Dpcm che avrebbe sancito il via libera alla ripresa, nelle ultime ore il panorama pare di nuovo cambiato. E non in meglio. Dalle bozze circolate dello stesso Dpcm sembra infatti che la riapertura sia stata rinviata al 14 luglio. Una ulteriore tegola che si abbatte su un settore che vive un profondo stato di incertezza riguardo il suo futuro. Una situazione di incertezza che aveva portato gli operatori del settore il 10 giugno a manifestare davanti a Montecitorio, dove ha sede la Camera dei Deputati di Montecitorio.
Un flashmob organizzato da Silb, il Sindacato italiano dei locali da ballo, che associa oltre il 90% delle imprese del comparto. Una manifestazione composta e ordinata, alla quale hanno preso parte, insieme ai presidenti regionali e provinciali dell’associazione, tanti gestori dei locali e lavoratori del settore per far sentire la loro voce al mondo delle istituzioni dal quale si sentono completamente abbandonati.
“Vogliamo dignità”, “ci avete abbandonato” e “vi regaliamo divertimento in sicurezza” gli slogan con i quali gli imprenditori di Silb hanno manifestato la loro volontà di difendere un diritto al lavoro e alla considerazione come categoria economica rilevante. Una categoria che alimenta un giro d’affari pari a circa 4 miliardi di euro, coinvolge 2.500 imprenditori, 50.000 dipendenti e 40.000 collaboratori, e ormai stremata da oltre 100 giorni di lockdown. Ma che ancora non ottiene risposte da chi deve prendere le decisioni. Non a caso filo conduttore del flashmob è stato Il Silenzio, suonato da un trombettista come eco alle parole dello striscione sorretto a mano “Il silenzio fa rumore”, a fare da contraltare al silenzio che proviene dalle istituzioni.
«In questi 4 mesi si stimano perdite per l’intero settore di 500 milioni di euro – ha spiegato Maurizio Pasca, presidente del Silb -. Il nostro è un comparto da 4 miliardi di euro all’anno, ci sono 100.000 famiglie di lavoratori che da 4 mesi non percepiscono reddito». Eppure il comparto si sente pronto a ripartire garantendo divertimento in sicurezza, come recitava un altro degli slogan della manifestazione.
«Negli altri Paesi europei già hanno programmato le riaperture delle discoteche senza condizioni, non riesco a capire perché in Italia dobbiamo essere così restrittivi – ha continuato Pasca -. In Croazia, Slovenia, Austria si è ritornati alla normalità, l’ho visto in alcuni filmati. Se il Covid è lo stesso e ha colpito tutti i Paesi, non si capisce perché noi dobbiamo comportarci in modo diverso dagli altri». Una diversità di comportamento che pare destinata, stando alle ultime notizie, a durare ancora per un altro mese.