Che nel futuro del fuori casa il mondo digitale assumerà un peso e un'importanza ancora maggiori, ormai, lo sanno anche i sandwich.
Ma proprio i sandwich, almeno quelli confezionati, potrebbero essere oggetto - insieme a tutto il foodservice - di una grande trasformazione, destinata a cambiare le logiche e le modalità prevalenti con cui aziende e distributori oggi approcciano il mercato. Il tema è la digitalizzazione della filiera del fuori casa, cui The Npd Group Italia ha dedicato un incontro di approfondimento a Sigep Exp 2021 (leggi anche: "Cinque trend che modificheranno il fuori casa").
«Fino a oggi - afferma Matteo Figura, responsabile della Business Unit Foodservice di The Npd Group Italia - ci si è focalizzati prevalentemente sulla digitalizzazione dal lato del consumatore: e quindi App per il delivery, Qr code per i menu, sistemi di pagamento cashless. Ma gli sviluppi più significativi sono quelli che riguardano l'intera filiera».
Quattro gli aspetti su cui l'esperto mette l'accento: la creazione di un linguaggio comune, la digitalizzazione degli ordini, le blockchain e l'uso dei big data.
Un linguaggio comune per tutti
Un primo elemento di grande trasformazione è l'estensione dei codici a barre ai prodotti del foodservice. Un progetto a cui sta lavorando Gs1 Italy: «Nel mondo della gdo - spiega Paolo Cibien, foodservice engagement manager di Gs1 Italy - il nostro sistema Immagino ha catalogato 150mila prodotti, pari a oltre l'80% di quelli venduti nel canale. Nel fuori casa siamo a circa il 10%. Avere un linguaggio comune permette di allineare i flussi fisici delle merci con quelli informativi, rendendo molto più efficiente la logistica e l'amministrazione, ma anche il marketing e la relazione con il cliente».
La digitalizzazione degli ordini
Digitalizzare gli ordini, avvalendosi anche di Intelligenza artificiale e modelli previsionali, renderebbe molto più efficiente la distribuzione: «Alcuni esempi ci sono già - spiega Figura -: i fusti di birra collegati con le piattaforme digitali permettono di segnalare la necessità di sostituirli e di creare modelli previsionali sulla base dello storico, utile anche al gestore per pianificare meglio la propria attività, oltre che i propri acquisti».
Trasparenza e tracciabilità
La diffusione delle blockchain potrebbe rendere il mondo del fuori casa più trasparente e soddisfare la voglia di garanzie e di autenticità del cliente. Un aspetto a cui sta lavorando Virgilio Maretto, ceo e cofondatore di pOsti: «La blockchain, in parole povere, è un grande database che si può applicare a qualunque filiera dove sono presenti più attori: non fa altro che raccogliere informazioni, catalogarle, renderle immodificabili - facendosi garante della loro autenticità - e metterle a disposizione di tutti. L'abilità e l'utilità sta nell'utilizzare queste informazioni - per esempio sull'origine di un prodotto, sull'etichetta, sul confezionamento - creando uno storytelling interessante per il consumatore».
Il delivery, suggerisce Maretto, può essere un ambito di applicazione: «Pensiamo a una blockchain che ci dica tutto su confezionamento, trasporto e consegna. Sarebbe un'ottima garanzia per il cliente».
L'utilizzo dei big data
Un ulteriore elemento di trasformazione del fuori casa sarà nella capacità - da parte di industria, distribuzione, ma anche dei singoli punti vendita - di utilizzare i big data: «La quantità di dati disponibili sui clienti e sui consumi è sempre maggiore - spiega Figura -. Sarà sempre più importante la capacità di raccoglierli e di utilizzarli per prendere decisioni consapevoli. Navigare a vista diventa sempre più complicato».