Tazze, piatti, bicchieri, si sa, non sono eterni, soprattutto in un pubblico esercizio che li sottopone al forte stress di un utilizzo continuo. Una volta rotti o scheggiati, dove si gettano? Molti baristi e ristoratori li uniscono in un unico contenitore, quello del vetro, vanificando i vantaggi della raccolta differenziata. Infatti, se è vero che nel 2018 il riciclo del vetro in Italia ha raggiunto una percentuale record pari al 76,3%, al suo interno il 13% del materiale raccolto finisce in discarica poiché scartato a causa delle troppe impurità che contaminano il vetro, che ha il pregio di potere essere riciclato all’infinito. Questa caratteristica permette ogni anno in Italia di ridurre l’estrazione di materie prime tradizionali per 3 milioni di tonnellate e di evitare l’emissione in atmosfera di circa 2 milioni di tonnellate di CO2.
Per questo la scorsa estate circa 4mila esercizi (bar, alberghi, ristoranti e stabilimenti industriali) della costa adriatica della Provincia di Rimini sono stati invitati a realizzare correttamente la raccolta di questi scarti. La campagna Ma sei di coccio? Il vetro è un’altra cosa è stata promossa da Coreve - Consorzio recupero vetro - insieme ad Anci - Associazione nazionale comuni italiani - e Hera, specializzata nella gestione dei rifiuti. «Abbiamo deciso di concentrare la campagna sui pubblici esercizi, in particolare bar e ristoranti, perché è da qui che proviene il 45% del vetro raccolto, ma non solo. Il problema è che, all'interno dei bidoni dedicati alla raccolta differenziata del vetro di questo tipo di locali, c'è una presenza media, a livello nazionale, di frammenti di ceramica conferiti erroneamente nel vetro di circa tre volte superiore a quella che si trova nella raccolta differenziata fatta dalle famiglie» – ha evidenziato Gianni Scotti, presidente di Coreve.
Attenzione ai falsi amici. Bottiglie e vasetti (imballaggi in vetro) sono da conferire nei contenitori del vetro, mentre piatti, bicchieri e tazzine nell’indifferenziato. Ci sono poi i cosiddetti “falsi amici”, ovvero materiali simili al vetro che compromettono la raccolta e il ciciclo. Tra questi il cristallo, a causa del suo alto contenuto di piombo, un metallo pesante considerato pericoloso se disperso in ambiente: pochi frammenti possono compromettere grandi quantità di rottame riciclabile. Un altro “falso” è il pyrex, che ha una temperatura più alta di fusione rispetto al vetro da imballaggio: la presenza di suoi frammenti compromette la resistenza meccanica del futuro imballaggio che lo contiene.
I risultati della prima campagna sono incoraggianti: a maggio, prima del suo avvio, si registrava all'interno dei bidoni del vetro una presenza di frammenti di ceramica dell'1,07%, mentre le altre impurità raggiungevano il 2,34%. A luglio, finita la campagna, le percentuali si erano ridotte rispettivamente del 22,9% e del 28,07%, raggiungendo lo 0,83% per quanto riguarda la ceramica e l'1,68% per gli altri materiali. Il progetto ambizioso è di portare il test a livello nazionale. Frattanto, baristi e ristoratori sanno come comportarsi per dare lunga vita al vetro. L’ambiente ringrazia.