L’illuminotecnica permette oggi di creare atmosfere accattivanti con l’utilizzo sapiente del chiaroscuro e dei colori
La prima cosa a colpirci di un negozio è la sua insegna. Attraverso quel richiamo luminoso possiamo capire quale genere di prodotti o servizi ci vengono offerti. Ma, per colpire e comunicare qualcosa di interessante con un'insegna, è necessario far sì che il messaggio sia comprensibile a tutti e che risalti in modo da distinguersi dagli altri che lo circondano.
Per ottenere questo importante risultato ci si affida solitamente a un impianto luminoso, che illumina l'insegna e la rende per questo più visibile.
Ma alle volte l'illuminazione da sola non basta, ci vuole altro. «Una volta, nelle imprese commerciali la luce era considerata come il “faro” che poteva guidare verso di sé i clienti - spiega il professor Gianni Forcolini, docente incaricato e ricercatore di Illuminotecnica presso la Facoltà di Design del Politecnico di Milano. - Oggi invece di fronte alla grande massa di luce che ci colpisce nelle strade, è forse il buio quello che appare e attira di più la vista. Ma la questione non è così semplice e trovare il giusto equilibrio tra luce e ombra è sempre il sistema migliore per comunicare e farsi vedere».
Oggi, per merito dello sviluppo tecnologico che ha interessato anche il settore dell'illuminazione, è possibile andare oltre la classica insegna luminosa e dotarsi di sistemi di luce all'avanguardia, di apparecchi luminosi che hanno la funzione di attirare lo sguardo e decorare nel modo giusto gli spazi di un'attività commerciale.
«Una particolare atmosfera luminosa - continua Forcolini - serve a dare personalità a un locale. Le ultime tendenze vogliono che non solo l'insegna, ma tutto lo spazio di un locale faccia da richiamo al pubblico attraverso la luce e il proprio modo di essere illuminato».
Le tecnologie
Basati sulla tecnologia Lec (Light Emitting Capacitor) di Ceelite, ad esempio, i pannelli luminosi Continua Light sono piatti e leggeri come un foglio di carta, ma allo stesso tempo sono luminosissimi poiché utilizzano fosfori Osram Sylvania di elevata qualità. Resistenti all'umidità e soprattutto pieghevoli, riescono a trasformare in fonte di luce ogni superficie e si adattano perfettamente ad essere usati nelle insegne digitali. Non per nulla la famosa catena di negozi di abbigliamento H&M li ha usati per tappezzare le vetrine dei suoi negozi di New York e San Francisco. Senza contare che questi pannelli, come quasi tutte le fonti luminose di nuova generazione, non generano calore, consumano poco e durano molto a lungo.
Altra tecnologia, che ha più effetto se utilizzata all'interno di un locale, è quella sviluppata dall'azienda francese Barrisol. Le pellicole di materiale plastico prodotte da questa società hanno la capacità di diffondere la luce come il vetro, pur essendo molto più leggere, maneggevoli ed economiche. Utilizzate insieme a un sistema di illuminazione rgb riescono a creare soluzioni di grande effetto scenografico, come la riproduzione sul soffitto di un locale di un vero cielo stellato.
«Una tecnologia che oggi è sviluppata da tutte le grandi aziende del settore luce, come Osram e Philips, - spiega ancora Forcolini - è anche quella del Led». Questa sigla nasconde la definizione “Light Emitting Diode”, diodo ad emissione di luce. Il diodo è un piccolo componente elettronico attraverso il quale passa la corrente elettrica. La sua caratteristica principale è di poter essere molto piccolo ed economico, prestandosi ad essere usato in un'infinità di soluzioni dentro e fuori il locale. Non a caso, aggregato in speciali moduli di illuminazione, sta invadendo sempre di più le nostre città.
L'importanza del chiaroscuro
Miscelare nel modo giusto la luce con il buio, quasi ad arte, è forse il sistema migliore attrarre l'attenzione. In questa direzione opera Targetti, storica società nel campo dell'illuminazione e creatrice della Lighting Academy, che ha creato vari sistemi per dare attenzione e interesse tramite la luce. Come Concept-Floor, il pavimento luminoso digitale a Led che cambia aspetto a seconda delle necessità e che, all'occorrenza, è capace di integrare immagini, disegni, fotografie e video.
Diverso, ma altrettanto interessante, è il lavoro portato avanti da Ioo Design (www.ioodesign.com), che ha come punto di arrivo la creazione di un design interattivo dello spazio. In pratica, usando la luce si crea una proiezione digitale negli spazi in cui quotidianamente ci troviamo immersi, come per esempio bar e locali pubblici.
In questo modo, è possibile personalizzare il tavolo e le zone frequentate dal cliente, che potrà decidere, anche con alcuni giorni di anticipo, la particolare atmosfera nella quale trascorrere la sua serata (nella foto, tavoli di Ioo Design nei quali i volumi sono ridisegnati dalla luce).
Un locale del futuro avrà quindi, tramite il design interattivo, la possibilità di assumere forme, colori e luci sempre nuovi e rinnovabili, grazie all'uso delle nuove tecnologie della luce e alla fantasia di chi lo frequenta.
«Comunicare con la luce - conclude Forcolini - è un'operazione fondamentale per attirare l'attenzione su un locale. Ci vuole però sensibilità e attenzione e magari l'intelligenza di affidarsi a un professionista della luce, un “lighting designer”. Si tratta di un professionista, di solito un architetto, che ha la capacità tecnica e insieme la creatività per dare alla luce la giusta forma all'esterno e all'interno di uno spazio. La luce è oggi un materiale importante che va maneggiato con cura da mani esperte».