Semplicità di utilizzo, possibilità di personalizzare la tastiera, multifunzionalità per i nuovi registratori fiscali
Ormai da tempo è tra noi. Il touch non è più riservato alla fascia alta del mercato e, soprattutto, sempre più spesso si abbina agli applicativi gestionali. Una volta era il registratore di cassa, ora è un sistema sempre più complesso in grado offrire informazioni più dettagliate. «In mercati competitivi e con marginalità che tendono ad abbassarsi, una corretta analisi statistica delle vendite e del magazzino consente al gestore di identificare le aree di redditività, ottimizzando l’emissione degli ordini e quindi le scorte, nell’ottica di una gestione finanziaria il più rigorosa possibile». Stefano Lenzi, key account Pos Italia di Custom inquadra così la situazione. Semplicità di utilizzo, possibilità di personalizzare la tastiera (il tasto dei buoni pasto diventa più visibile), facilità di insegnarne l’utilizzo al personale nei locali dove il turn over è elevato sono le armi che hanno permesso a una versione molto più robusta del touch di farsi strada.
«Ciò che rende innovative tali soluzioni - aggiunge Stefano De Pra, presidente e ad di Rch - è la grande versatilità e la potenzialità di personalizzazione del software. Statistiche, grafici, indicatori di qualsiasi tipo possono essere verificati in tempo reale». L’utilizzo di macchine più evolute va di pari passo con il diffondersi della tecnologia. Più siamo abituati a utilizzare certe tecnologie nella nostra vita privata, più vogliamo disporre di qualcosa di analogo anche al lavoro. Succede in molte grandi aziende alle prese con le richieste dei nuovi assunti e, a livelli minori, in un locale. Il proprietario capisce che si può avere qualcosa di più sofisticato che permette anche una migliore gestione del locale. È l’opinione anche di Maurizio Lefons, retail product marketing di Ncr, che ricorda però che se da una parte la tendenza è di andare verso modelli più evoluti, dall’altra continua a esserci un buon mercato dell’usato che copre soprattutto la fascia bassa del mercato. Il piccolo locale di paese, il bar dalle dimensioni ridotte va al risparmio anche perché le sue esigenze sono minori.
Da parte sua Sascha Giacomuzzi, titolare di Orderman Italia che distribuisce i prodotti della società austriaca in Italia, preferisce sottolineare: «L’aspetto gestionale e di ottimizzazione dei processi di lavoro nei locali è troppo spesso messo in secondo piano, nonostante sia indubbiamente la parte più interessante per i proprietari dei locali. In media un sistema gestionale professionale per la ristorazione abbinato all’uso di palmari per la presa delle comande porta a un aumento del fatturato dell‘8%. Nella prassi pur offrendo una gestione magazzino (carico, scarico, distinta base) è poco usato. Però i sistemi offrono una visione di cosa ho venduto e di cosa ho incassato, come e da quale cameriere». Giacomuzzi introduce un altro aspetto, quello dei palmari collegati al sistema di cassa. «Permettono di risparmiare tempo e aumentare l’efficienza del 20%. Migliorano il servizio e la soddisfazione del cliente. Per esempio nessuno si dimentica più le comande e si risparmia anche sui costi. Tutte le operazioni dei camerieri possono essere loggate e quindi prevenute eventuali frodi».
Secondo Lenzi l’utilizzo dei palmari per la presa degli ordini al tavolo, ormai non è più prerogativa delle grandi strutture ristorative, ma diventa ampliamente diffuso in attività più tradizionali come bar, gelaterie, pub e trattorie. L’utilizzo di queste tecnologie unisce importanti miglioramenti in termini di ottimizzazione dei tempi nella gestione dell’ordine e di aumento della rotazione del tavolo, permettendo quindi di servire più clienti con una maggiore redditività.
Velocità, efficienza, automazione delle attività sono dunque le parole d’ordine. Anche se bisogna tenere conto, come suggerisce Lefons, che il tipo di macchina dipende dal segmento di mercato e dalle necessità del locale. A ogni organizzazione deve corrispondere una tecnologia. I palmari possono essere inutili o eccezionali. Dipende se si hanno tanti tavoli o se i clienti entrano e scelgono piatti e panini direttamente al banco. Non ci sono ricette univoche, tanto più che, secondo Gianmario Bianchessi, marketing manager retail Wincor Nixdorf Italia, il 30% delle scelte dipende dal “mi piace/ non mi piace”. Un problema di estetica, design, comodità.
Anche in un mercato verticale come questo l’evoluzione però è continua. «Un’altra tendenza su cui stiamo lavorando in risposta alle richieste dei clienti riguarda la differenziazione verticale delle attività: horeca, hospitality, intrattenimento e retail. Per ognuna di queste è possibile fornire software di gestione dei flussi di cassa ad hoc». Rch, dunque, punta sul software, comprese le nuove frontiere del self check-out e del self ticketing. Allo stesso modo la pensa Giacomuzzi, mentre dalle parti di Wincor Nixdorf si punta a macchine che parlino con l’esterno, siano in grado di mandare messaggi di posta e ricevere aggiornamenti da remoto, Ncr pensa invece all’integrazione con i pagamenti via cellulare.
E Custom guarda al futuro. «Pensiamo a registratori di cassa che emettano “gratta e vinci” virtuali per giocarsi il resto di uno scontrino - racconta Stefano Lenzi -, punti cassa che effettuino ricariche telefoniche; con le nuove tecnologie (Nfc) si potrà pagare il conto alla cassa avvicinando i cellulari al sensore predisposto all’interno del registratore e avere l’addebito sul nostro conto telefonico. I registratori saranno collegabili, come se fossero computer, attraverso una linea Adsl per ottenere servizi e assistenza. I nuovi modelli “parleranno” al cliente finale attraverso un monitor integrato per informarli di promozioni e pubblicità»