La selezione e la gestione del personale vengono considerate uno dei problemi principali da affrontare. Sono le attività più impegnative in termini di tempo. Occorre saper coniugare le necessità dell’azienda con la disponibilità e le esigenze dei lavoratori, diverse dal passato, considerando, anche qui, i nuovi trend: dalla preferenza per l’orario continuato, a formazione e flessibilità, dalla minor propensione a fare straordinari al benessere dell’ambiente lavorativo. «Le difficoltà legate alla ricerca, selezione e gestione del personale, sono diventate negli anni uno dei primi motivi di abbandono dell’attività imprenditoriale - osserva Oscar Galeazzi, fondatore di LavoroTurismo.it, sito dedicato alla ricerca del personale nel mondo dell’ospitalità -. Molti hanno deciso di chiudere l’impresa per le difficoltà di reperire personale. Le aziende più esposte su questo fronte sono i bar, seguiti dai ristoranti; le attività stagionali, per mancanza spesso di alloggio, hanno criticità ancor maggiori». Da un’indagine condotta dal sito LavoroTurismo.it sugli imprenditori del mondo dell’ospitalità (bar, alberghi e ristoranti) risulta che 6 aziende su 10 hanno il “problema personale”. Gli imprenditori, in numero sempre maggiore, evidenziano che la gestione di questo aspetto è diventata il loro primo problema, l’attività che assorbe maggiori risorse in termini di tempo e la più difficoltosa da gestire.
«Ogni manuale insegna che la gestione del personale è da considerarsi una risorsa, non un problema -, continua Galeazzi -. Però se ci si mette nei panni del piccolo imprenditore, questo approccio non è sempre facile. Pubblichi un’offerta di lavoro e si propongono persone che per il 90% non hanno i requisiti ben specificati nell’offerta, selezioni le persone che rispondono alle tue esigenze, li contatti, prendi appuntamento e molti non si presentano, senza neppure una telefonata, una mail, un sms. Oppure confermi una persona e poco prima di iniziare ti dice che ha trovato un lavoro migliore. Lo assumi e dopo breve si licenzia per i motivi più diversi».
Lo stile partecipativo
Le grandi aziende sono strutturate con personale apposito, ma nelle piccole e medie imprese, che rappresentano la maggioranza in Italia, l’attività di ricerca del personale ricade spesso direttamente sull’imprenditore, che spesso lo fa male e mal volentieri. «Per un piccolo imprenditore la ricerca di personale è diventata progressivamente un impegno sempre più gravoso - aggiunge Galeazzi - . Se chiediamo loro se sia più facile gestire la clientela o i collaboratori, possiamo essere certi che gran parte indicherà la seconda opzione. Gestire le persone è difficile e richiede un’attività continua»,
Ci sono imprenditori che adottano lo stile partecipativo, condividendo al massimo le decisioni, altri hanno un approccio più aziendalistico-autoritario, altri ancora hanno uno stile intermedio, consultivo. «Secondo gli esperti lo stile più efficace è quello partecipativo, mentre i più pratici optano semplicemente per “quello che funziona”, perché poi ogni azienda ha la sua realtà e i suoi collaboratori. In ogni caso, la cosa più importante nella gestione del personale sono i fondamentali: rispetto delle persone, mantenimento degli impegni presi, correttezza nei rapporti».
Giorni liberi e benessere
Può essere utile tenere presente che ci sono dei trend delle richieste dei collaboratori, che oggi sono molto diverse rispetto a quelle del recente passato. Considerando il giorno libero, sono ad esempio spesso richiesti due giorni liberi continuativi e c’è una forte preferenza per l’orario continuato.
Anche la flessibilità è apprezzata, visto che i collaboratori prediligono le realtà che offrono flessibilità oraria e di giorni lavorativi. Per quanto riguarda gli straordinari, i collaboratori in passato tendevano a apprezzare la possibilità di lavorare più ore o più giorni e guadagnare più denaro, mentre in gran parte oggi preferiscono lavorare meno e guadagnare meno.
«Per esempio fino a non molti anni fa il lavoro stagionale era caratterizzato da assenza di giorno libero e orari di lavoro che superavano abbondantemente le 40 ore settimanali - sostiene Galeazzi -, a fronte di stipendi molto più elevati degli impieghi a tempo indeterminato.Oggi questo tipo di proposta è considerata molto meno appetibile».
Un altro aspetto da non sottovalutare è il benessere. «I lavoratori vogliono stare meglio sul luogo di lavoro - afferma l’esperto -. Quindi si richiede da parte dei gestori una maggiore attenzione al clima, agli spazi di lavoro, all’ergonomia. È una richiesta che conviene soddisfare, perché il collaboratore lavorerà meglio, in modo più veloce e finirà per fare meno assenze per malattia.
Non vanno dimenticate le tante possibili opzioni di contratto disponibili (part time, contratti a chiamata ecc.): «Prenderle in considerazione tutte consente di scegliere di volta in volta la più adatta per far combaciare le esigenze dell’azienda con quelle delle persone».