Può sembrare un titolo provocatorio, di quelli fatti apposta per incuriosire anche se poi l'articolo parla di tutt'altro. Invece no. Perché se la domanda è: ma davvero un sito Internet può inquinare? La risposta è sì. Perché, parlando in termini di emissioni di Co2, il web - se fosse un Paese - sarebbe il quarto maggior inquinatore del mondo.
Cosa c'entrano le emissioni di Co2 (cioè di anidride carbonica) con l'inquinamento è presto detto: l'anidride carbonica - oltre a tante altre cose - è il risultato della combustione di fonti fossili, carbone e petrolio.
Se pensiamo all'enorme quantità di energia necessaria per alimentare e raffreddare i giganteschi server che rendono possibile l'utilizzo della rete e l'immagazzinamento e conservazione dei dati che vengono caricati ogni giorno, si comincia a capire perché il web inquina.
L'autovalutazione dell'efficienza energetica del sito
E qui sorge spontanea una domanda: "E allora? Cosa ci posso fare io?" Una possibile risposta è quella messa a punto dall'agenzia Avantgrade, specializzata in digital marketing e intelligenza artificiale: «Abbiamo messo a punto uno strumento chiamato Karma Metrics - spiega il fondatore Ale Agostini - per permettere una diagnosi gratuita dell'efficienza energetica delle pagine web in meno di un minuto: si fonda su 23 parametri che abbiamo codificato. I più importanti? La pulizia dei codici con cui è scritto, che ne misura l'efficienza tecnica; la quantità di script presenti all'interno della pagina; la quantità di video e immagini e le modalità con cui vengono caricati» (per fare un check del vostro sito, provate il test Co2 qui).
Attraverso Karma Metrics, Avantgrade fa un audit completa del sito, al termine della quale rilascia una sorta di classificazione energetica (come quella per le case), che dice in termini relativi e assoluti quanto è inquinante il sito. «Per un audit completo di tutto il sito - spiega Agostini - bastano pochi giorni».
Un sito a emissioni zero
Una volta fatta la diagnosi, Avantgrade si offre di migliorare la sostenibilità e l'efficienza energetica del sito fino al massimo livello: le zero emissioni. «A seconda della complessità del sito - spiega Agostini -, l'intervento richiede da 2 settimane a un massimo di due mesi nel caso di grandi aziende. Il tutto senza intaccare l'operatività. Il costo, per i siti più semplici, si aggira attorno ai 2-3mila euro. Ed è una volta per tutte: al termine dell'intervento vengono date delle linee guida che, se rispettate, permettono di mantenere il livello di efficienza raggiunta»
Un giochino per impallinati di sostenibilità? Sempre ammesso che la sostenibilità possa ancora considerarsi una questione riservata agli impallinati, la risposta è comunque no.
«Migliorare l'efficienza energetica del sito - spiega Agostini - permette di ottenere vantaggi importanti in termini di posizionamento su Google (a proposito: scopri qui il nuovo algoritmo Google Bert e perché è importante conoscerlo). Dovendo gestire oltre un milione di server, è normale che cerchino di favorire quelli con consumi energetici più bassi».