«Attrezzare un piccolo food truck o drink truck, tipo Apecar per intenderci, può offrire al proprietario di un locale molteplici possibilità di sviluppo sia nell’ambito della propria attività sia in nuovi ambiti di sperimentazione o di test» afferma Francesco D’Agostinis, titolare di Street Food Specialist, società di consulenza specializzata nella formazione degli operatori di Street foode autore del "Manuale operativo per street fooder" (a questo link puoi prenotarlo entro il 30 settembre al prezzo promozionale di 10 euro, con uno sconto di oltre il 50% e altri bonus).
Le attività soggette a grandi fluttuazioni del business in chiave stagionale sono un primo esempio: «Ci sono località, soprattutto marine - spiega D’Agostinis - che durante la stagione estiva vedono moltiplicare il numero di abitanti anche di tre o quattro volte. Per i gestori di locali che funzionano, con un brand forte, questo moltiplicatore è nettamente maggiore. Chiaro che la dimensione del locale non può essere parametrata sui periodi di massimo afflusso, ma deve tenere conto della sostenibilità della struttura durante tutto l’anno». Vanno quindi trovate soluzioni per non perdere le opportunità che questi flussi più intensi regalano. Di certo le agevolazioni per i dehors hanno molto aiutato.
Focus su un prodotto/servizio
Ma i drink e food truck possono offrire interessanti opportunità aggiuntive: «Un primo esempio - spiega D’Agostinis - può essere di dedicare un mezzo a un singolo prodotto/servizio che vogliamo lanciare o a cui vogliamo dare maggiore visibilità. Potremmo addirittura decidere di studiare un brand specifico per il prodotto/servizio o la specialità in questione. Prima di collegare il nuovo brand a quello consolidato, però, dobbiamo essere assolutamente certi di aver messo a punto un modello di business e una strategia adeguati e coerenti. Altrimenti corriamo il rischio di rovinare il lavoro e la fatica fatte per costruire la nostra reputazione».
Più semplicemente, il truck potrebbe essere una sorta di banco aggiunto dove somministrare prodotti a elevata rotazione che non richiedono preparazioni complesse.
Test su nuovi progetti
Ma le prospettive più interessanti, secondo l’esperto, sono quelle legate a progetti di sviluppo: «Un truck di piccole dimensioni permette di fare dei test di mercato con investimenti contenuti - spiega D’Agostinis -: può fungere da apripista, in vista di un impegno economicamente più sostanzioso nel caso in cui il test desse gli esiti voluti. Ma offre anche un rischio d’impresa contenuto e grande flessibilità nel caso in cui si decidesse di non dare seguito al progetto, di modificarlo o di testare nuove aree».
Tra le tante strade percorribili, il test in vista dell’apertura di un nuovo locale in un’area diversa della città, il lancio di un nuovo brand autonomo rispetto all’attività principale, la presenza agli eventi più importanti che si svolgono in città, il lancio di un servizio di catering.
Acquisto o noleggio
«In un primo momento, si può pensare anche all’acquisto di un mezzo usato o al noleggio, anche se può non essere facile trovarlo - spiega D’Agostinis -. Naturalmente, il suggerimento è di verificare con accuratezza che il mezzo sia in buone condizioni, che l’attrezzatura sia adeguata per il lavoro che si vuole svolgere e gli spazi siano consoni alla linea di lavoro che si vuole seguire. I costi per la personalizzazione di un mezzo sono abbastanza contenuti e sono legati, oltre che alle sue dimensioni, anche a quanto si vuole “vestirlo”: si può andare dal migliaio di euro sufficiente per una brandizzazione “light”, per esempio con l’apposizione del solo logo, fino a 7-8mila euro, nel caso di un truck più grande, per una personalizzazione completa. Un valore di riferimento per la stampa delle grafiche è tra i mille e i 2mila euro».
«Quale che sia la dimensione del business e il format del locale - conclude D’Agostinis - il modello di business per funzionare deve essere attuale, sostenibile. scalabile e solido. Le competenze imprenditoriali, oggi, sono molto più importanti di quelle tecniche».