Nell’era della complessità, si guarda alle tecnologie digitali e alla business intelligence per migliorare le performance della propria azienda. Il focus è su uno degli ambiti a maggiore complessità (per l’appunto) sul mercato italiano: la gestione del personale.
Di risorse umane il settore food & beverage parla da mesi, e non con toni positivi: si sta affrontando il problema più evidente, quello della carenza di manodopera. C’è un guaio serio da affrontare, perché quella carenza è legata alla mancanza di attrattività dell’intero comparto.
Come cercare di tenere unito il proprio gruppo e valorizzare le skill di ciascun dipendente? Come ottenere un ritorno economico e una migliore pianificazione delle attività? C’è la necessità di migliorare le pratiche di gestione delle persone e di introdurre processi decisionali basati su analisi di dati e previsioni. Se non ora, quando?
In Italia c’è un deficit molto concreto di “cultura dei dati”. Ne abbiamo parlato con Francesco Mazzo, Managing director di Compendium, società attiva nel mondo dei global payroll services e che offre servizi come la realizzazione di impianti paghe complessi e customizzati, rilevazione delle presenze, elaborazione delle buste paga, consulenza del lavoro, gestione delle risorse umane, predisposizione di budget del personale e di reportistica. «Siamo il Paese più complesso al mondo per la gestione del lavoro – spiega – ma serve un cambio di mind set anche da parte degli imprenditori».
Le criticità del settore f&b
Impara a misurare, poi potrai migliorare
«Parlando in generale del settore f&b, una lacuna più volte riscontrata è la poca rilevanza attribuita al controllo di gestione», spiega Mazzo. «Imprenditori che, non pianificando, prendono decisioni senza una visione complessiva di tutti gli elementi. Spesso il motivo è semplice: non hanno all’interno le competenze necessarie per sviluppare il business sulla base della misurazione di specifici KPI legati a tutte le performance aziendali. Un dato non è un nemico, se lo puoi misurare, lo puoi migliorare, ma occorre saperlo misurare!».
Il costo del lavoro è più alto di quello che pensi
«Spesso è così, lo spiego con un esempio: molti clienti vengono da noi convinti di avere un costo del lavoro pari al 20%, ma sappiamo benissimo come nel settore food sia impossibile. Quello adatto ad una ottimale gestione è mediamente intorno al 32-35%, con una buona gestione si può arrivare al 28-30%. Come? Semplicissimo: prima controllare i dati, poi pianificare sulla base di essi».
Competenza, cassa, inventario, Gross Profit: questi sconosciuti
«Altro grande problema sul costo del lavoro: quasi nessuno lo calcola per competenza, quindi tenendo anche conto dei costi di accantonamenti di ratei di ferie e permessi, ad esempio, ma solo per cassa, dando cioè rilevanza all’esborso per stipendi e contributi. Si tratta di un errore rilevante: una pianificazione puntuale e preventiva è fondamentale per avere previsioni attendibili e un business sotto controllo per non dover cercare azioni correttive a consuntivo, spesso tardive. Altro elemento legato al controllo di gestione è il food & packaging cost. Chiosa Mazzo: «Soprattutto nel settore food è necessario un inventario mensile, spesso trascurato, per misurare materie prime, scarti, incarti. In sintesi, determinare le rimanenze finali e il Gross Profit, un elemento fondamentale per avere un indicatore mensile misurato in tempo reale, ma anche per determinare gli utili d'esercizio, così importanti per chi gestisce un'impresa».
Un flusso automatizzato mette in sicurezza il dipendente e l’imprenditore
Tornando al tema del lavoro, come può aiutare la digitalizzazione dei processi? «La presa in carico di un dipendente all’interno di un sistema informatizzato, che guidi tutto il processo documentale, genera risparmio di tempo ed efficienza, consentendo una misurazione accurata. Il fattore umano è importante e un dipendente si sente tutelato se viene collocato in un sistema trasparente che parte dall'accoglienza e prosegue con gestione turni e presenze, emissione documentale, comunicazione interna con azienda e colleghi, monitoraggio attività. Perché non sfugga nulla e si possa tenere sotto controllo ogni momento del lavoro».
L’imprenditore ed i direttori HR ne beneficiano risparmiando molto tempo rispetto alla gestione delle risorse, eliminando tutti i processi manuali, ricavando report specifici. «La misurazione del costo del lavoro e dei margini sono elementi fondamentali per impostare il business plan, che determina, ad esempio, le basi per l’apertura di un nuovo punto vendita o di una nuova attività. Tutto questo contribuisce a rendere chiaro lo scenario e anche – più prosaicamente – a relazionarsi con le banche o altri investitori in modo trasparente».