Less is more! Il paradigma del design moderno, attribuito all’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe e tradotto letteralmente con “meno è meglio”, è un esplicito richiamo alla semplicità, all’essenzialità, per dare valore a ciò che si crea: quando si ottiene un prodotto perfetto per le sue funzioni, l’obiettivo è raggiunto. E tutto il resto è noia, verrebbe da dire. Nelle pagine del numero di novembre 2022 di Bargiornale abbiamo fatto nostro l’invito di van der Rohe e lo abbiamo adattato alla complessità dei tempi moderni.
Il motto è diventato perciò meno e meglio. Un motto che accumuna i nuovi cocktail bar, da Milano a Barcellona sino a Taipei, che hanno scelto di rinunciare a pezzi di sé per creare ambienti inconsueti, dove tutte le attenzioni sono concentrate sull’ospite e sulla sua esperienza. Badate, però, la sottrazione in questo caso implica l’esatto opposto dell’appiattimento. E gli stessi criteri possono applicarsi a qualsiasi bar con cucina o caffetteria che voglia avere successo.
Anzi, il meno e meglio (o meno e più) può assumere mille sfaccettature. Meno quantità, più qualità: ordine e organizzazione permettono di valorizzare ciò che si ha già e di fare acquisti più consapevoli quando si parla di attrezzature per esempio. O ancora, meno distrazioni, più focus: si può lavorare per blocchi di tempo prestabiliti alternando lavoro e pause rigeneranti, premiandosi con piccole ricompense quando si raggiunge un obiettivo. E così via. Provate voi.