È stato il tormentone degli ultimi mesi: Baritalia non è un concorso, non è un bar show. E ora che il nostro laboratorio di ricerca dedicato ai cocktail e stuzzichini italiani ha dato i suoi frutti, ne sono tutti convinti. Trentasei i cocktail inseriti nella carta di Baritalia sui 112 presentati nelle quattro tappe, frutto del lavoro di ben 62 bartender che hanno messo a disposizione il proprio talento e le proprie capacità. Già nei numeri la nostra prima soddisfazione.
Lo scorso 11 maggio è arrivata pure la consacrazione ufficiale del nostro laboratorio: Bargiornale ha aperto le porte della propria sede a bartender e top manager che hanno potuto assaggiare i cocktail e verificarne di persona la qualità.
Per non parlare dell’effetto sui social: i due post che abbiamo pubblicato sulla pagina di Facebook di Bargiornale hanno avuto ben 27.000 visualizzazioni in soli due giorni. Ma chiusa un’edizione se ne fa un’altra. Stay tuned! Per il momento la nostra scommessa l’abbiamo vinta.
C’è però chi le scommesse le vince ogni giorno, come quellli di Mr Fogg’s di Londra (vedi pagina 40). Il riferimento a Phileas Fogg, protagonista del romanzo di Giulio Verne non è casuale. Tutto, in questo bel salotto, gira attorno all’immaginario creato dalla penna di Verne: dall’arredo ai cimeli appesi alle pareti, al servizio. Il successo - come sembra dire Verne - viene dalla capacità di tutti di lavorare e collaborare all’unisono. E i numeri parlano chiaro: 400-450 drink a sera, 600 nelle serate più affollate, Numeri che hanno valso a Danilo Tersigni, general manager, e Francesco Medici, bar manager, la copertina di questo numero.
Ma i buoni modelli in giro per il mondo non mancano certo. Basta dare un occhio al nostro bar tour che questo mese dedichiamo a New York (vedi pagina 32): ciascuno dei locali selezionati ha vinto la propria scommessa per tipo di format o proposta. Abbiamo raccolto speakeasy di successo, caffetterie che fanno della ricerca un punto d’onore, locali a tema che abbinano ricercati drink a un’altrettanto approfondita ricerca culinaria. Ci sono invece scommesse più difficili da vincere. Ne parliamo da pagina 50 a proposito di espresso. Riuscirà il caffè all’italiana a ritornare competitivo? Lo abbiamo chiesto a sedici campioni della caffetteria, italiani e stranieri. Alcuni ci sono andati giù pesante, altri ci sono sembrati più ottimisti. Non abbiamo avuto remore a pubblicare le loro opinioni perché non è il momento di nascondere la testa come gli struzzi, ma occorre trovare soluzioni affinché l'espresso riguadagni il terreno perso, se è vero, com'è, che il caffè costituisce ancora il core business del nostro bar italiano.