Arrivato il primo verdetto de The World's 50 Best Bars. L’Academy che stila la classifica dei migliori bar del mondo ha rivelato il vincitore dell'Art of Hospitality Award, il premio assegnato al locale che offre la migliore esperienza di ospitalità. Premio andato all’Hanky Panky di Città del Messico.
Tra i premi speciali del circuito dei World’s Best, l'Art of Hospitality Award è stato istituito nel 2020 per mettere l’accento sull’importanza dell'ospitalità nell'esperienza bar, un aspetto ce rappresenta un valore aggiunto fondamentale per un locale. Lo scorso anno il prestigioso riconoscimento è andato al Salmon Guru di Madrid (leggi Il Salmon Guru di Madrid campione mondiale di ospitalità), mentre nel 2020 al Maybe Sammy di Sydney (leggi Il team italiano del Maybe Sammy premiato con l’Art of Hospitality Award).
Lo speakeasy messicano
Quest’anno campione di ospitalità è stato incoronato il locale messicano che prende il nome dal grande classico creato all’inizio del Novecento a The Savoy di Londra dalla regina della miscelazione Ada Coleman. Fondato da Walter Meyenberg e piazzatosi al 12° posto nell’ultima classifica dei World's 50 Best Bars, l’Hanky Panky è uno speakeasy moderno, che rispetta tutti i canoni del genere: uno spazio dall’atmosfera intima, con luci soffuse, lungo bancone in marmo con sedute in pelle rossa, dove l’unico modo per entrare, e scoprire l'indirizzo, è effettuare una prenotazione sul sito web o tramite social.
Capofila della nuova era della miscelazione messicana (leggi Hanky Panky, la casa della new mixology messicana), l’Hanky Panky sin dall’origine si è segnalato per la qualità dell’offerta e l’ospitalità, grazie al talento del suo team guidato dall'head bartender Ismael "Pollo" Martínez e dalla bar manager Georgina Barbachano. Il nuovo menu Passport è aperto dal superclassico della Coleman e raccoglie classici reinterpretati in modo originali secondo influenze e suggestioni raccolte dal team nel corso dei viaggi fatti nell’ultimo anno. Un esempio di queste rivisitazioni è Grasshopper Gibson, preparato con vermouth dry e succo di cipolle sottaceto.
Qualità fa rima con ospitalità
Ma ingrediente fondamentale del successo del locale è il senso di ospitalità, valore che fa parte del dna dell’intero team e che si traduce nell’estrema attenzione e cura rivolta al cliente. «Il mio primo ricordo di ospitalità è quando mia madre mi ha messo a sedere sul seggiolone, ha cucinato per me il pasto e me lo ha servito e infine mi ha baciato sulla fronte. Quella sensazione meravigliosa è ciò che l'ospitalità significa per noi: vogliamo che ogni singola persona si senta speciale e amata», ha spiegato la filosofia del locale il suo fondatore Meyenberg.