Il 2023 è stato un altro anno d’oro per Gruppo Campari. Le vendite della multinazionale hanno sfiorato i 3 miliardi di euro, toccando per l’esattezza I 2,918 miliardi, in crescita dell’8,2% sul 2022, che già era stata, come la precedente, un’ottima annata (leggi Crescita a doppia cifra per le vendite di Gruppo Campari nel 2022). Un incremento ancora più sostanzioso considerando che la crescita organica è stata del 10,5%, confermandosi a doppia cifra per il terzo anno consecutivo.
Risultati frutto della dinamica sostenuta dei brand, in particolare di aperitivi, tequila e premium bourbon, che hanno proseguito la loro corsa anche nell’ultimo trimestre, come già registrato nei primi nove mesi dell’anno (leggi Nove mesi sempre in crescita per le vendite di Gruppo Campari). E che si sono rflessi anche nell’andamento dei principali indicatori finanziari, con l’Ebit (utile prima degli interessi e delle imposte) rettificato che si è attestato a 618,7 milioni, pari al 21,2% delle vendite nette e cresciuto dell’8,6%, l’utile rettificato pari a 390,4 milioni, in aumento dello 0,7% e l’utile del Gruppo pari a 330,5 milioni, in piccolo calo (-0,7%).
«Nel 2023 abbiamo registrato un altro anno di crescita organica delle vendite di prim’ordine, nonostante le sfide macroeconomiche e l’attesa normalizzazione dei consumi dopo la crescita eccezionale nel periodo successivo alla pandemia – ha commentato Bob Kunze-Concewitz, chief executive officer di Gruppo Campari -. Abbiamo ottenuto per il terzo anno consecutivo crescita organica a doppia cifra su tutti gli indicatori di profittabilità operativa, sostenuta dagli aumenti di prezzo sull’intero portafoglio, che hanno permesso di più che compensare l’inflazione sui costi dei materiali e di reinvestire in maniera sostenuta nei brand e nel rafforzamento dell’infrastruttura aziendale per la prossima fase di crescita».
Numeri che fanno guardare con fiducia anche all’anno in corso, in un contesto macroeconomico in via di normalizzazione e dove Gruppo Campari avrà da giocare anche la carta Couvoisier del quale verrà perfezionata l’acquisizione (leggi Campari Group acquisisce il cognac premium Courvoisier).
Aperol sugli scudi
E a proposito di brand, quelli a priorità globale (57% del totale) hanno registrato una crescita del 10,8%. Su tutti spiccano le ottime performance di Aperol, le cui vendite sono incrementate in tutti i mercati chiave, +23,1%, a partire dall’Italia, seguita da Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito, favorita dalle attività di destagionalizzazione e dall'estensione delle occasioni di consumo. Sostenuta anche la crescita di Campari, +10,7%, guidata dai principali Paesi, con in testa ancora una volta Italia Stati Uniti, Brasile e Germania, grazie al diffondersi della cultura dei cocktail e dalla miscelazione di fascia alta e dello slancio del trend della home-mixology.
Molto positivo l’andamento del portafoglio Wild Turkey, con vendite cresciute dell’8,8%, trainata dai mercati Usa, Australia, Giappone e Corea del Sud, con una sovraperformance di Russell Reserve, brand a elevata marginalità. Male invece Grand Marnier, -16,5%, che ha risentito del calo delle spedizioni dovuto alla riduzione delle scorte negli Stati Uniti nei primi nove mesi dello scorso anno.
In crescita del 7% la gamma di rum giamaicani che ha il suo mercato principale nella Giamaica, insieme a Stati Uniti e Regno Unito, grazie all’andamento favorevole della categoria del rum premium. Positivo anche il dato su Skyy cresciuta complessivamente dell’1,5%.
Ottimo il trend di Espolòn, da quest’anno marchio globale
Andamento positivo anche per i brand a priorità regionale (26% del totale), cresciuti del 13,4%. Qui ancora una vlta è da rilevare il boom di Espolòn, le cui vendite sono incrementate di oltre un terzo, +35,7%, grazie al continuo slancio nel mercato principale, gli Stati Uniti (quarto trimestre +30,9%), ma che continua a guadagnare quote anche su altre piazze come Australia, Canada e Italia, brand che da quest’anno si unirà a quelli a priorità globale. L’Asia e la premiumizzazione hanno spinto la crescita a doppia cifra di The GlenGrant, mentre Aperol Spritz ready-to-enjoy ha registrato un incremento del 6,6% e Magnum Tonic del 21,2%. Positivi gli altri marchi come Crodino, spumanti e vermouth Cinzano. Unico neo il calo delle specialità Italiane, dove il buon dato di Braulio è stato compensato dalla debolezza del resto dell’offerta.
Crescono anche i marchi locali
Più contenute, ma sempre positive, le performance dei marchi a priorità locale (8% del totale), che hanno registrato un incremento del 3,9%. A fare meglio Wild Turkey ready-to-drink, X-Rated e SKYY ready-to-drink, mentre Campari Soda ha recuperato con un accelerazione nel quarto trimestre l’andamento più fiacco dei primi nove mesi dell’anno.