Anyma, il nuovo menu di Ceresio 7

Ceresio 7 MUDRA
Mudra, una delle creazioni della nuova drink list del Ceresio 7
Il bar manager Abi El Attaoui firma undici drink che collegano Mondrian, miscelazione e ospitalità. Un ulteriore passo verso un nuovo look

Una delle terrazze più rinomate di Milano cambia outfit: Ceresio 7, creatura dei golden brothers della moda Dean e Dan Caten (Dsquared) lancia il suo nuovo menu. Anyma è il tributo del bar manager Abi El Attaoui all’arte, al gusto e alle persone. Un autentico libretto da vernissage, con ricette e disegni di assoluto impatto per una comunicazione del cocktail completamente nuova.

La filosofia di riferimento è quella di Piet Mondrian, «teorico dell’essenziale» come spiega El Attaoui, «artista spirituale che arriva a quadrati, colori primari, all'assoluto. Abbiamo ribaltato il percorso naturale della creazione di un menu: invece di cominciare da un’idea generale siamo partiti dai singoli cocktail, pensando come fossimo noi stessi gli ospiti».

Equilibrio e armonia il filo conduttore

Trovata la quadra delle ricette, è stato naturale capire cosa le accomunasse: equilibrio e armonia, «che abbiamo tradotto anche nella grafica, perché siamo stati ispirati dai cocktail stessi. Abbiamo espresso la loro essenza attraverso linee, colori, forme». Anyma si può infatti tranquillamente leggere, prima che assaporare: ogni drink è rappresentato da una tavola del designer Rocco Tamblé (Studio Terso): «Tutto ciò che si legge o si vede, si riscontra nel bicchiere». E funziona.

Undici i signature in lista, più due analcolici, la categoria Convivium (due proposte in bottiglia da 0,70 l, uno stile Daiquiri e uno stile Negroni) e i Masterpieces, twist sui classici del Ceresio 7. Ciascuno è realizzato partendo da un ingrediente naturale, ovvero una radice, un’erba, un frutto, una spezia. I dettagli di ogni cocktail si rivedono serigrafati tra le pagine del menu: l’arachide salata nel Ruby (twist sul Boulevardier rotondo e dai riflessi di cacao), la provetta con cui viene servito lo strepitoso Atlas (Tanqueray 10, sesamo tostato, Glen Grant 12, Marsala, Porto Barrique, umeshu), l’esoticità piccante di Tomacco (Casamigos Blanco, Montelobos Mezcal, mango salato, peperone grigliato, lime e nettare d’agave), si evincono tutti dalle linee e dalle stilizzazioni che li raccontano.

Cresce la cultura del bere

Prosegue El Attaoui, «la parte alcolica è sempre coerente con l’ingrediente principale, ma ha come primo obiettivo quello di dare scheletro al drink e valorizzarne i sentori», che seguono anche un’evoluzione “storica”, proseguita con l’affinamento della proposta di Ceresio 7 e una sempre maggiore consapevolezza dei consumatori. «Nel tempo abbiamo inserito ricette meno dolci, oggi proponiamo un ventaglio completo, di qualsiasi tipologia organolettica. Il secco è generalmente un palato da intenditori, meno usuale, e in passato abbiamo privilegiato le bevute più approcciabili. Ma nell'ultimo anno abbiamo notato una cultura del bere sempre più solida, e la richiesta si è modificata di conseguenza».

Un’esclusività inclusiva

Ceresio 7 prosegue così nel “rifarsi il trucco”, dopo che già nel 2023 aveva aggiunto un laboratorio, una nuova bottigliera e impresso un’accelerata nel lavoro di preparazione e presentazione. «Può sembrare un dettaglio minore, ma l’attenzione al dettaglio si nota anche dalle nuove bottigliette personalizzate per gli ingredienti homemade (come vermouth shitake, vermouth invecchiato in acetaia un anno, vermouth alla banana), nei tappetini antiscivolo, nel nuovo assortimento di bicchieri», specifica El Attaoui.

Non cambia, invece, la filosofia di ospitalità divenuta missione. «Anche come prezzi (22 euro) rimaniamo al di sotto di quelli degli alberghi di lusso, pur potendo competere con loro. Un’esclusività inclusiva, una qualità che possa in qualche modo rimanere in una fascia altissima, ma non impossibile da approcciare».

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