Numeri, efficienza e prospettiva: Campari Group può sintetizzare in tre parole gli sforzi economici e logistici che si sono tradotti nell’ampliamento dello stabilimento storico di Novi Ligure, svelato nelle sue novità quest’oggi alla presenza del nuovo ceo Matteo Fantacchotti, con l’intervento del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Un investimento da 75 milioni di euro, parte di un più ampio piano relativo all’intero gruppo, che toccherà 600 milioni di euro nei prossimi tre anni: Aperol è il brand perno, principe della categoria aperitivi che a Novi Ligure raccoglie la sua produzione.
Come racconta Fantacchiotti, un’apposita, ulteriore linea produttiva è stata dedicata ad Aperol, «uno dei motori della nostra crescita, simbolo del rito dell’aperitivo che esportiamo nel mondo, rappresentazione di un consumo responsabile e mediterraneo». Acquisito nel 2003, Aperol rappresenta oggi il 24% delle vendite di Campari Group: l’ampliamento dell’impianto garantisce un potenziale di 200 milioni di bottiglie annue, «alla portata e in linea con l’espansione che il brand sta avendo nei mercati più rilevanti», prosegue Fantacchiotti, che prevede il raggiungimento dei 75 milioni di litri nel medio termine.
A Novi Ligure il 30% della produzione del Gruppo
Ai 60.000 metri quadri coperti e funzionanti dello stabilimento se ne aggiungono dunque altri 6.500, su un totale di terreno di proprietà di Campari Group che totalizza 200.000 metri quadri, acquisiti al momento dell’apertura del plant, esattamente vent’anni fa. Da allora, Novi Ligure è arrivato a rappresentare il 30% della produzione globale del gruppo, che nel 2023 ha fatto registrare il terzo anno consecutivo di crescita a doppia cifra (leggi Altro boom di vendite per Gruppo Campari nel 2023), sia top che bottom line, guidata da tutte le geografie. L'Italia continua a giocare ruolo fondamentale, con una crescita vicina al 6%, rappresentando il secondo mercato dopo quello Usa.
Oltre ad Aperol, lo stabilimento di Novi Ligure concentra la produzione di Campari (18mila bottiglie l’ora), Skyy Vodka, Campari Soda, Crodino (l’ultimo arrivato nel 2021, 80mila bottiglie all'ora, 1 milione di bottiglie al giorno) e i prodotti a marchio Cinzano, forte dell’approvvigionamento che arriva dall’adiacente Centro Piante Officinali inaugurato nel 2015: il solo centro stoccaggio raccoglie circa 5000 posti pallet, ciascuno dei quali regge 400 bottiglie. La grande maggioranza dei prodotti in uscita da qui raggiungono l’Europa, ma spedisce anche nelle Americhe e nelle regioni dell’Asia Pacifica. Nel 2022, lo stabilimento, diretto da Andrea Risti e dotato di 320 dipendenti quotidiani, tra interni Campari e una società logistica, ha abbattuto il muro dei 100 milioni di litri imbottigliati (116mln di litri nel 2023) e mantiene stabilmente un rating A di sostenibilità: a breve è previsto anche il rinnovamento dell’impianto fotovoltaico, già utile a ridurre i consumi del 14% negli anni scorsi.
Destagionalizzazione e abbinamenti food nel futuro di Aperol
Per il futuro, gli obiettivi di Aperol mirano a una sempre migliore esperienza del consumatore, trainata da un’approfondita formazione dei bartender e una rinfrescata dell’immagine agli occhi del grande pubblico: da sempre associato all’estate, Aperol punta prima di tutto a una destagionalizzazione e poi all’ingresso definitivo nella galassia degli abbinamenti gastronomici («come già si vede nei brunch»). «L’ampliamento dello stabilimento», chiosa Fantacchiotti, «è un’ulteriore conferma del trend positivo di crescita degli ultimi anni. Grazie alla passione e all’eccezionalità della nostra squadra di Camparisti, celebriamo oggi una tappa importante, che conferma il nostro impegno a generare valore, continuando nel nostro percorso strategico di crescita e trasformazione, pronti ad affrontare le sfide future».