Sarà aperta fino al 24 giugno la mostra Vermouth, risorsa e riscoperta. Storia di un’eccellenza piemontese, appena inaugurata presso la Chiesa dei Batù, a Pecetto Torinese (Torino).
Organizzata dall’Associazione Kòres, con il supporto di Regione Piemonte e del Comune di Pecetto, e curata da Fulvio Piccinino, bartender, ricercatore e studioso del bere e tra i massimi esperti della materia, la mostra propone un’immersione a 360° nel mondo di questa eccellenza. Grazie un ricco apparato di immagini e di informazioni, i visitatori vengono accompagnati in un affascinante percorso nell’evoluzione della storia del vermouth, partendo dai vini ippocraticiti dell’antichità, attraversando il Medioevo, quando questi vini si diffusero come farmaci e meditamenti, la svolta con Antonio Benedetto Carpano, che a fine Settecento produsse il primo vermouth, la sua diffusione presso la corte sabauda, l’esaltazione dell’epoca futurista, fino giungere alla grande riscoperta degli ultimi anni.
Molti gli oggetti, carte e documenti storici a fare da corredo a questo viaggio, recuperati dai principali produttori o provenienti dalla collezione privata di Piccinino. Sono infatti esposte storiche bottiglie, antichi torchi, macchine imbottigliatrici, pubblicità d’epoca e diversi preziosi documenti originali, tra i quali la lettera con la quale la regina Margherita di Savoia concedeva a Clemente Chazalettes la facoltà di fregiare le etichette del suo prodotto con le stemma della Real Casa, o la ricetta del vermouth di Domenico Ulrich.
Così come sono presenti preziosi volumi, come il libro di Giovanni Vialardi, cuoco di corte di Carlo Alberto, con la sua ricetta preparata per il consumo a corte, o la monografia su Il Vermouth di Torino di Arnaldo Strucchi, scritta a inizio Novecento. Non mancano poi le piante aromatiche utilizzate per la produzione del vermouth, che i visitatori potranno conoscere sia come si trovano in natura sia essiccate sia macerate e apprezzarne il portato aromatico attraverso appositi erogatori.
«Si tratta di un evento importante perché rappresenta la prima mostra monotematica sul Vermouth di Torino, nella quale siamo riusciti a coinvolgere tutti gli storici produttori e portata avanti grazie al grande interesse e all’attenzione verso il tema mostrate anche dalle istituzioni – commenta Piccinino -. Spero però che questo sia anche il seme di un progetto più ampio di recupero culturale e di valorizzazione di un’eccellenza che ha dato e continua a dare prestigio e fama all’Italia».
Altro elemento di unicità della mostra è il legame con un altro pezzo di storia e di cultura del bere, la miscelazione. Parte del percorso storico propone infatti un viaggio anche nella miscelazione a base vermouth nella sua evoluzione nel tempo, dalle origini alla miscelazione futurista ai tempi più recenti. «Un “atto dovuto”, sia perché la rinascita del vermouth, a lungo colpevolmente dimenticato, ha preso il via con la riscoperta della miscelazione storica a partire dagli Stati Uniti, grazie all’opera di autorità del settore, come Jason Wilson, spirits & cocktails columnist del Washington Post, e David Wondrich, storico dei cocktail, che alla fine dello scorso decennio hanno riacceso i riflettori su questa eccellenza, sia perché ritengo indispensabile cominciare a considerare questo mondo a pieno titolo come parte della nostra cultura».
La mostra è visitabile presso la Chiesa dei Batù a Pecetto Torinese (Torino) fino al 24 giugno con i seguenti orari: da giovedì a sabato dalle 15 alle 19, domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.