Via di Ripetta è una storica strada situata nel cuore di Roma, a due passi da Piazza del Popolo. Proprio in questa strada, all’interno di un palazzo settecentesco, sorge Amaro Bar, un tempio interamente dedicato alla cultura dell’amaro: il primo locale di questo genere in Italia e in Europa. Se negli Usa la passione per l’amaro impazza ormai da tempo, su questa sponda dell’Atlantico si tratta ancora di un fenomeno agli albori. Una grave lacuna, in particolare per il nostro paese che dell’amaro può essere considerato la patria. Lacuna che il nuovo locale, che aprirà i battenti il 3 ottobre, viene a sanare. Non a caso, ideatore e guida dell’Amaro Bar è Matteo “Zed” Zamberlan, tra i big mondiali della mixology, da anni impegnato nel recupero e nella valorizzazione dell’enorme patrimonio italiano di amari e a divulgarne la cultura nella miscelazione di qualità.
L’Amaro Bar sorge all’interno de Il Marchese, locale ispirato al film di Mario Monicelli Il Marchese del Grillo, dove uno strepitoso Alberto Sordi divideva la sua interpretazione tra la parte del nobile romano Onofrio del Grillo e quella dell’umile carbonaro Gasperino, perfetto sosia del marchese. Due anime differenti che si riscontrano anche nel nuovo locale, dove quella del Carbonaro ha ispirato la creazione di un’osteria romana votata alla tradizione e alla semplicità, anche nell’arredo, alla quale fa da contraltare l’Amaro Bar, che invece ripropone l’atmosfera ricercata dei salotti dove il marchese trascorreva il suo tempo libero.
Ispirato al gusto francese, che tanto piaceva all’aristocrazia romana di inizio Ottocento, il bar, che si estende su una superficie di 130 metri quadri, sui circa 230 complessivi del locale, è un ambiente caratterizzato dall’estrema eleganza, con i suoi lampadari di cristallo, un grande bancone (circa 10 metri di lunghezza) con piano in marmo, e 50 posti a sedere tra divani e poltrone, sgabelli e sedie con sedute in velluto e una saletta privata con caminetto in marmo del Seicento.
Pezzo forte della proposta è ovviamente la ricchissima selezione di amari: circa 500 referenze quasi tutte italiane, dai brand più noti alle piccolissime produzioni dei più diversi angoli della penisola, riscoperti e valorizzati grazie al lungo e appassionato lavoro di ricerca condotto da Zamberlan, come Juith, un amaro trentino a base di erbe, l’emiliano Amaro del Ciclista, o Vega, un agrumato tipico siciliano, con una selezione di una ventina di bottiglie di amari esteri (tedeschi, austriaci, ungheresi). Ognuno con la sua differente composizione, si spazia dagli agrumi luminosi al floreale, dal tonico al mentolato, dal fruttato al medicinale, sono tutti presentati in un apposito “libro degli amari”, che ne riporta storia e caratteristiche, ed esposti nella grande bottigliera dietro il bancone che si sviluppa fino al soffitto. A questo si aggiunge una selezione di bottiglie vintage, dagli anni Quaranta agli anni Ottanta, proposti in una degustazione verticale (6 prodotti), partendo dai più morbidi a quelli più corposi.
Altrettanto ricca e interessante la proposta di miscelazione, naturalmente a base amaro, messa a punto da Matteo Zed con il suo staff, che conta 5 bartender, presentati in una carta suddivisa in tre sezioni.
La prima, Un marchese vestito da conte, comprende una serie di twist sul Negroni e su cocktail di Negroni style, come La Marchesina, con Luxardo Bitter Bianco, Martini Ambrato Riserva, Star of Bombay Gin, bitter al pompelmo rosa e olio extravergine di oliva, oppure Onofrio, con Etna Bitter, Amaro China Martini, Star of Bombay Gin, cacao, bitter al cioccolato, schiuma di Amacardo e polvere d’aperitivo.
La seconda, Facci vedere ste bellezze nascoste, è invece tutta incentrata su cocktail stagionali e signature. Tra questi troviamo, ad esempio, Fra’ Bastiano, fatto con Amaro Motenegro, Bourbon Whiskey, succo fresco di limone, miele, zenzero e Angostura, Aronne Fizz, con Rosso Nardini, gin, succo fresco di limone, tè nero al caramello e vaniglia, albume e soda, o Zio Prete, preparato con Amaro Sfumato, mezcal, sciroppo di salvia, succo fresco di limone e seltz.
Infine, i grandi classici a base amaro, protagonisti della sezione Quando si scherza bisogna essere seri. Sezione dove, a differenza delle due precedenti nelle quali i drink sono presentati attraverso la raffigurazione delle botaniche più rappresentative, i cocktail sono accompagnati da una breve presentazione storica. Tra le proposte, il Brooklyn, risalente al primo decennio del Novecento, fatto con Amaro Ciociaro, rye whiskey, Maraschino Luxardo e Lillet Blanc, il 1815, anno di nascita di Amaro Ramazotti, alla base di questo drink preparato con succo fresco di limone e lime e ginger ale, Fernet & Menta Colada, con Fernet Pallini, rum, crema di cocco, menta, succo fresco di arancia e ananas, o il Black Manhattan, con Amaro Lucano, rey whiskey, Angostura e Orange bitter.
Aperto tutti i giorni dalle 11 alle 2 i notte, nell’Amaro Bar dalle 18 scatta l’ora dell’aperitivo, dove le creazioni dei bartender vengono accompagnate da piccoli piatti, come la pappa al pomodoro con stracciatella di bufala, o tacos di Parmigiano con tartare di manzo. Proposta food che si estende anche alla cena, con una selezione di piatti preparati dal ristorante, che comprende antipasti, quali tartare di manzo con cipolla rossa, Parmigiano croccante e una crema di pecorino romano, primi, come i ravioli ripieni con coda alla vaccinara, e secondi, come il cuore di baccalà cotto sottovuoto a bassa temperatura su una crema di zucchina e mentuccia con ravanello croccante.