Belvedere (Gruppo LVMH - Moët Hennessy) lancia Heritage 176, la vodka che non è una vodka. Con un 2% di segale maltata in aggiunta, propone a professionisti e consumatori un nuovo distillato che esce dai canoni della vodka classica e che punta a diventare protagonista nel mondo della miscelazione.
Dopo la degustazione segretissima tenutasi a luglio a Roma, è finalmente arrivato il momento di scoprire questa novità con il lancio ufficiale che avviene proprio oggi, 1° settembre 2020, a livello internazionale. In Italia, la prima persona a raccontarla è stata Flavia Di Giustino, brand manager di Belvedere Vodka, Hennessy Cognac, Ardbeg e Glenmorangie Whisky (portfolio spirits), che, lo scorso luglio, davanti a un pubblico selezionato di bartender professionisti riuniti presso il Drink Kong di Patrick Pistolesi ha guidato una degustazione comparata delle quattro referenze del brand polacco.
Si è partiti dalla vodka “pure”, passando per le due “monorigine” (Belvedere Smogóry Forest e Belvedere Lake Bartężek), fino ad arrivare alla nuova nata, la Heritage 176 appunto (formato 700 ml, 40% vol. alc.), che si distingue per un profilo maltato, complesso e corposo. La novità è che si tratta di un blend, che prevede un 98% di Belvedere in purezza, più un 2% di distillato di segale maltata. Questo le conferisce un leggero retrogusto di whisky rye e la rende un prodotto più complesso e intrigante. Senza contare che quel 2% di aggiunta la fa uscire dai confini tradizionali della vodka classica, che per definizione deve essere “inodore, insapore, incolore”. Anche se, come hanno studiato gli esperti di Belvedere, questo procedimento in realtà non è una novità, perché va a riprendere antiche tecniche di distillazione già diffuse in Polonia nell’antichità. Un’eredità, quindi, da qui il nome Heritage, a cui si aggiunge il numero 176, che sono i gradi Fahrenhait a cui viene portato il forno nell'ultima fase del processo di maltazione (il kilning). Quale vuole essere la collocazione sul mercato di un prodotto così peculiare? Per Belvedere senza dubbio la miscelazione. È per questo che alla fine della degustazione i bartender presenti sono stati sfidati a provare a utilizzare la Heritage 176 per i loro cocktail. Tuttavia, ha ammesso Flavia Di Giustino: «Mi sono innamorata della semplice versione di Heritage 176 on the rocks».