Finale in bellezza per la rassegna “Women First”, che nelle scorse settimane ha portato il meglio della miscelazione internazionale al femminile dietro al bancone del The Court a Roma e che per la serata del 9 Maggio si è legata a doppio filo con Martini, per festeggiare i 150 anni del Bitter Riserva.
Chi meglio di Giulia Cuccurullo, orgoglio nazionale che guida il bancone dell’Artesian di Londra, poteva essere la persona giusta per la guest dell’anno a Roma? È evidentemente questo che ha pensato il resident bartender del bar dell’hotel Palazzo Manfredi, Matteo Zed, padrone di casa, nonché ideatore della bella rassegna dedicata alla miscelazione al femminile.
L’omaggio per i 150 anni di Bitter Riserva Martini
Fra uno champagne cocktail e un throwing, Giulia Cuccurullo ha dato mostra della sua maestria con la sua drink list in tre cocktail. Accomunati da un fil-rouge, nel vero senso della parola, visto che i toni del rosso erano preponderanti, per via della presenza di Bitter Riserva Martini fra gli ingredienti.
Per questa serata ai piedi del Colosseo, Giulia si è infatti prestata per interpretare al meglio in miscelazione questo aperitivo che ha fatto la storia dei bar italiani. Dal Treat Yourself 2.0 (uno champagne cocktail con base vodka, bitter Martini e purea di fragole) al Fly Away, il classico Milano-Torino con un cordiale all’ananas a dare il tocco personale, passando per un All Season, un drink appunto per tutte le stagioni, con base tequila, bitter Martini e cordiale agli agrumi.
Da Milano-Torino a Torino-Torino
Se l’azienda di Pessione, a due passi da Torino, ha mosso i suoi primi passi nel 1863, inondando il mercato con il suo Vermouth, quindi con la China Martini e il Fernet, è nel 1872 che nasce il Bitter, con l’intento di creare una bevanda che potesse essere sia aperitivo che fine pasto, grazie alla sua nota amaricante.
Nonché per rispondere a un’esigenza di mercato, che già aveva creato il mix vincente Milano-Torino, ovvero bitter+vermouth: per la Martini era l’ora di farlo diventare Torino-Torino, producendo in casa entrambi gli ingredienti principali. Poi qualche anno dopo, in tempo di Proibizionismo, arriverà il Negroni, “l’aperitivo alla maniera del conte”, che ha di recente festeggiato i 100 anni ed è oggi diventato il cocktail più ordinato al mondo.
Quando nasce Martini, Torino era capitale d’Italia e ancora per diversi anni è stata il “place to be” per i nobili dell’epoca, che frequentavano i caffè, bevevano vermouth e vermouttini nei bicchierini, seguivano le mode che arrivavano dagli Stati Uniti con le navi, le stesse che portavano le casse di Martini dall’altra parte del mondo. Quando nasce il bitter, il commercio di Martini con l’America era già consolidato, raccontano insinuando il dubbio, anche se ammettono che è difficile averne la certezza, che data questa ampia diffusione delle bottiglie della casa di Pessione in terra americana, quello che figura fra gli ingredienti dei principali cocktail storici possa essere proprio il bitter targato Martini.
Il Bitter Martini oggi
Gli ultimi anni della produzione di bitter in casa Martini sono caratterizzati da un’estrema ricerca sul prodotto, dicono dall’azienda. Le numerose riserve speciali lanciate negli ultimi anni ne sono la dimostrazione. Lo stesso Bitter Riserva Martini nasce nel 2017 e ha la caratteristica di avere 3 gradi alcolici e mezzo in più dell’originale. Per il master blender Beppe Musso semplicemente una motivazione qualitativa: con questa gradazione il risultato è migliore.
Le ricette complete sono naturalmente cosa segreta, un po’ come quella della Coca Cola, ma qualche botanica non si può non rivelarla, se non altro per raccontare quanto sia attenta la ricerca delle materie prime da parte di Martini. “Il nostro esperto botanico Ivano Tonutti, è sempre con una valigia a girare per i continenti per seguire la filiera e parlare con i contadini. Sono tutti prodotti naturali al 100%, più di venti botaniche, fra cui angostura, radice di Colombo o Calumba, agrumi come arance dolci e amare, nonché mandarino e zafferano della Mancia”, rivelano.