Sono 135 le candeline spente quest’anno da Bordiga. Un prestigioso traguardo che la distilleria ha festeggiato regalando un nuovo vestito a uno dei suoi prodotti più storici e iconici: l’Amaro St. Hubertus. Aggettivi che l’amaro merita in pieno. Storico perché è una delle referenze più antiche della casa di Cuneo, prodotta e commercializzata sin dal 1890 e realizzata con una ricetta regalata al Cavalier Pietro Bordiga, il fondatore dell’azienda, da un amico cacciatore alpino. Iconico perché questo distillato, con il suo carattere insieme potente ed elegante, è una celebrazione della montagna, che nel vocabolario di Bordiga si traduce con Alpi Occidentali: da lì arrivano le materie prime, rigorosamente raccolte a mano, che compongono la formula dell’amaro, ma anche quelle alla base dell’intera produzione dell’azienda.
Svelata nel corso di una serata svoltasi presso il Relais Fiocco di Neve di Limone Piemonte, la nuova bottiglia è nata per rendere omaggio e valorizzare l’Amaro St. Hubertus e la sua storia, aggiungendovi un tocco di contemporaneità e spingendo su un altro tema da sempre al centro dell’attività dell’azienda: l’attenzione alla sostenibilità
Elegante, sostenibile, contemporaneo
Il nuovo pack è infatti realizzato al 100% con vetro riciclato e certificato, che arriva esclusivamente dalla raccolta differenziata del vetro. Da qui il colore azzurro non sempre uniforme della bottiglia, dovuto proprio alla fusione insieme di bottiglie in vetro più chiaro e più scuro, e la presenza di leggere differenze di sfumature cromatiche che si può percepire fra una bottiglia di amaro e l'altra.
A impreziosire il nuovo vestito un’etichetta anche questa rinnovata e studiata per suggellare il profondo legame tra St. Hubertus e la montagna. A partire dalla carta ruvida con la quale è realizzata, scelta per dare matericità al prodotto, e dalla sua forma frastagliata, che vuole rendere l’idea delle impervie vette alpine. A campeggiare nella parte superiore l’immagine del camoscio, animale alpino per eccellenza, che vive sopra i 2500 metri d'altitudine nutrendosi di quelle essenze che ritroviamo nel St. Hubertus e da sempre simbolo dell'amaro. Nella parte inferire c’è invece la scritta “St. Hubertus” in lamina ramata che impreziosisce il prodotto e contribuisce all’eleganza del pack.
L'essenza della montagna
Pack che veste di nuovo un prodotto la cui formula è rimasta immutata da oltre 130 anni e che contempla tra gli ingredienti il lichene scandinavo, che si trova in soli due posti al mondo: il Circolo polare artico e le Alpi Occidentali. Tra le altre botaniche, ci sono componenti balsamiche, come, oltre ai licheni, la menta piperita, e l’achillea, componenti amare, incarnate da due tipi di genziane spontanee montane: la lutea, che viene raccolta in autunno e della quale si utilizza la radice, e l'acaulis, la classica genzianella che si raccoglie in primavera e della quale si utilizzano i tipici fiori blu. La ricetta è completata da altre botaniche, tenute segrete, come le precedenti tutte raccolte a mano dai montanari, e da acqua alpina.
Dalla loro lavorazione, che prende prima un’infusione in alcol e poi una distillazione, nasce l’Amaro St. Hubertus (alc 38% in vol), dal carattere potente ed elegante, dato dal perfetto equilibrio tra la parte balsamica e le componenti amare, che si fondono in un finale di grande persistenza. Perfetto come classico dopo pasto, questo amaro per le sue caratteristiche si presta anche come aperitivo insolito, in questo caso da servire con ghiaccio, ma anche come ingrediente per la miscelazione.
Protagonista dei cocktail in pairing
E proprio in questa veste è stato protagonista delle creazioni, firmate dalla barlady Lucia Lanza del 1786 di Cuneo, proposte in abbinamento ai piatti durante la cena che è seguita alla presentazione del nuovo pack. Ovvero Pepper joy, dove è stato miscelato con chutney di peperone, Vodka Masca Bordiga e celery bitter e tintura al pepe, in pairing con Vitello con insalata piemontese, kiwi e cassia. Hubertus Mary, dove si è unito a Vodka Occitan, succo di limone, soia, succo di pomodoro e salsa Worcester, proposto in abbinamento a Plin con aglio nero e burrata. St. Hubertus Sour, dove l’amaro si è miscelato con succo di limone e sciroppo di zucchero, in accompagnamento a Maiale con osmosi di anguria, gambero, maionese di mare e bisque. Per chiudere con un’originale versione dell’Alexander, dove ha sostituito il cognac, unendosi a liquore al cacao bianco, panna liquida ed Elisir al ramasin Bordiga, per accompagnare il Bonet.