Brandy Italiano, quattro artigianali suonano la carica

Il Brandy Italiano sta vivendo una felice stagione di rilancio, con nuove proposte di grandi e medi produttori e delle distillerie artigianali.

I magnifici quattro brandy artigianali: Historiae Brandy Portegnàc Pilzer, Acquavite Divino Pojer e Sandri, Capovilla 1998, Villa Zarri. Foto Mauro Fermariello
I magnifici quattro brandy artigianali: Historiae Brandy Portegnàc Pilzer, Acquavite Divino Pojer e Sandri, Capovilla 1998, Villa Zarri. Foto Mauro Fermariello

Quattro distillatori artigianali come Capovilla Distillati, Villa Zarri, Pilzer, Pojer e Sandri si sono riuniti per rilanciare con forza il Brandy Italiano di qualità.

Al contrario di altri Paesi come Francia e Spagna dove Cognac, Armagnac e Jerez sono nomi importanti, anche economicamente, il brandy in Italia ha vissuto invece una vita quasi appartata, all'ombra di un distillato (di vinaccia) di maggior successo come la Grappa.

Il nome è un'abbreviazione del termine inglese brandywine (vino bruciato) e contraddistingue un'acquavite (o distillato) di vino, invecchiato almeno un anno in botti di rovere, regolato in Italia dal Regio Decreto 11-05-1926 n.1126, che ha ricevuto solo nel 2016 la qualifica caratterizzante "Brandy Italiano IG" (Indicazione Geografica). Un grosso passo avanti anche se manca ancora un legame più diretto con il territorio dove viene coltivata l'uva di riferimento, sul modello Cognac e Armagnac/Ugni Blanc e Jerez/Airen. Un passaggio reso difficile in effetti dalla estrema libertà di uso di vini (e delle relative uve) italiani la cui principale caratteristica è una buona acidità di base unita a una bassa gradazione (tipica dei vini della famiglia Trebbiano/Ugni Blanc).

Così per tanti anni il brandy italiano ha vissuto di luce riflessa solo per il legame con la fama del singolo produttore, quasi tutti anche distillatori di grappa: Vecchia Romagna Etichetta Nera (nata Buton, rilevata e rilanciata da Montenegro), Stock 84, Branca Stravecchio e Magna Mater, Carpenè Malvolti Brandy 1868, Florio Brandy, Castagner Aqua 21, Mazzetti d'Altavilla Arzente 12, XO Special Brandy 20 anni e Brandy 27, Cocchi Aquaforte Vsop, Franciacorta Brandy René Briand (rilevata da Stock) eccetera.

Di recente stiamo assistendo a un rilancio del distillato di vino nazionale, con la proposta da parte delle grandi distillerie di versioni premium invecchiate come Brandy Vecchia Romagna Riserva 10 Anni (distillata con alambicco Charantais, 40% alc) e Brandy Stock 84 Gran Riserva 20 anni (44% alc, vino Trebbiano di Toscana, solo 5mila bottiglie decanter 70 cl numerate).

Il "movimento" deve aver ridato fiato e coraggio a un gruppo di quattro distillatori artigianali che hanno sempre creduto nell'arte di distillare i propri prodotti. Così Capovilla Distillati (Rosà, Vicenza), Villa Zarri (Castel Maggiore, Bologna), Pilzer (Faver, Trento), Pojer e Sandri (Faedo, Trento) si sono ritrovati per mette a punto un "disciplinare" fatto di sette regole d'oro:

  • selezionare accuratamente la materia prima, l’uva, che deve essere in perfette condizioni;
  • seguire attentamente il processo di fermentazione senza aggiungere anidride solforosa;
  • utilizzare alambicchi che estraggano delicatamente gli aromi (Charentais o a bagnomaria);
  • lasciare che il distillato di vino invecchi per tutto il tempo che gli è necessario per raggiungere l’equilibrio fra i suoi aromi naturali e l’alcool, secondo lo stile e il gusto di ognuno;
  • non aggiungere aromi naturali o artificiali;
  • non aggiungere zucchero o caramello;
  • evitare qualsiasi manipolazione prima dell’imbottigliamento, effettuando unicamente la filtrazione a temperatura ambiente.

Una prima verifica di questo "progetto" l'abbiamo constatata con la recente presentazione-degustazione a Milano presso lo spazio Neff Collection, insieme con i rispettivi titolari e mastri distillatori. In abbinamento food, l'esperto Stefano Caffarri ha proposto (chef ed ex direttore editoriale Il Cucchiaio d'Argento) una scelta di formaggi a pasta dura ed erborinati come Gorgonzola e Parmigiano Reggiano 36 mesi (Caseificio L'Antica Ghiacciaia di Fogliano-Reggio Emilia), Roquefort (Francia del Sud), Stilton (Inghilterra), Cabrales (Asturie, Spagna) messi a disposizione dalla Boutique dei Formaggi e Salumi di Giovanni Gazzetti (Scandiano, Reggio Emilia).

Capovilla Distillati
L'azienda vicentina è da sempre specializzata nella produzione di distillati e liquori a base di frutta, anche di rare e vecchie varietà, sia selvatica sia coltivate nei quattro ettari di proprietà secondo i metodi dell'agricoltura biologica certificata. Presentato da Alvise Capovilla, il brandy 1998 è ottenuto da vini Pinot Bianco Franciacorta 30% e Valpolicella al 70% passati in doppia distillazione a bagnomaria in alambicco discontinuo e vanta un invecchiamento di 15 anni in barrique di rovere francese usate (42% alc, bottiglia 50 cl). Si affianca a grappe invecchiate speciali come quella di Amarone e Ribolla.

Villa Zarri
Della sua ricca gamma di brandy invecchiati e bianchi, Guido Fini Zarri ha proposto gli invecchiati 25, 19 e 10 anni, frutto di un Assemblaggio Tradizionale di varie annate e diversi invecchiamenti. Il numero in etichetta si riferisce all'annata più giovane utilizzata. La materia prima è il vino Tebbiano Romagnolo che viene "passato" secondo il metodo tradizionale discontinuo a due passaggi a mezzo alambicco di rame tipo Charentais a fuoco diretto (44% alc, bottiglia 50 cl).

Pilzer
Enologo e distillatore della Val di Cembra, Bruno Pilzer utilizza separatamente vini rossi Lagarino (o Lagrein) e Schiava lasciati maturare sui lieviti, distillati in alambicco discontinuo a bagnomaria con un originale impianto a sfera. Il risultato è Historiae Portegnàc Brandy invecchiato 11 e 13 anni nelle caratteristiche bottiglie squadrate da 50 cl (distribuita da Rinaldi, 43% alc). Portegnàc è il nome della località ove sorge la distilleria Pilzer.

Pojer e Sandri
Nata nel 1975, l'azienda agricola di Mario Pojer e Fiorentino Sandri produce importanti vini dai vigneti posti tra la Val d'Adige e la Val di Cembra. «Per la distillazione dei nostri vini rossi Lagarino (o Lagrein) e Schiava - precisa Mario Pojer - utilizziama un alambicco discontinuo a bagnomaria modello Zadra completo di circuito di alimentazione vino, un distillatore lento, ma proprio per questo adatto a ottenere distillati di pregio». Acquavite Divino viene imbottigliata dopo 10 anni di "riposo" in fusti di rovere da 225 litri in formati da 50 e 150 cl (45% alc). Molto particolare l'etichetta che riporta un disegno del pittore rinascimentale tedesco Albrecht Dürer, che rappresenta un coleottero Cervo Volante che, in amore, nonostante il peso riesce incredibilmente a volare. Esiste anche Acquavite Divino in versione superpremium a tiratura limitata 30 Anni.

 

 

 

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