Dal nome di antiche figure indigene al futuro delle donne del bar in Messico. Il primo bar tutto al femminile di Città del Messico si ispira alle leggendarie curanderas, erboriste che ancora oggi pare vivano nelle regioni montuose della nazione: Brujas è l'insegna dove gli equilibri professionali delle barlady messicane si stanno finalmente scuotendo. Sei donne e un inno alla semplicità, «per mostrare come il lato femminile del lavoro al bar possa essere trasmesso attraverso l'ospitalità, e non l'aspetto», racconta la bar manager Georgina "Gina" Barbachano.
Interni in marmo e legno, la sensazione di essere in una vecchia libreria, dove inutile dirlo, per giudicare bisogna andare ben oltre la copertina: «È sbagliato descrivere un cocktail o un gusto come femminile. È uno degli stereotipi che qui cerchiamo di smontare e lo facciamo attraverso creatività e competenza». La drink list di Brujas, di cui Gina è responsabile, parla di toni diretti e improntati al classico, con prodotti che in Messico sono tutt'altro che la normalità, come amari e liquori europei.
Miscelazione messicana contemporanea
Brujas fa parte del gruppo di Walter Meyenberg, designer e fondatore di Hanky Panky, eletto al numero 12 dell'ultima classifica World's 50 Best Bars, gli Oscar della miscelazione, come più alta new entry del 2021. È una delle realtà che cerca di far emergere la miscelazione messicana contemporanea, divincolandola dalle bevute tradizionali (e semplici) come Margarita e Paloma, che raccontano di ingredienti locali, esperienze fresche e complessità minima. Alla sfida merceologica («Trovare prodotti intercontinentali era praticamente impossibile fino a pochi anni fa») si aggiunge quella sociale: perché che lo si concepisca o meno, una bartender donna continua a vedersi la strada lastricata di ostacoli legati a una mentalità antiquata, che descrive il bancone come un universo tutto al maschile. A maggior ragione in alcune località: «Purtroppo il pregiudizio esiste. Il Messico è intriso di una cultura machista, le donne sono represse e faticano incredibilmente a trovare le stesse opportunità. Al bar è anche peggio, il sessismo è un fenomeno praticamente quotidiano, che si tratti di commenti inopportuni o atteggiamenti denigratori».
Barlady: professioniste non solo donne
Brujas è allora anche un megafono, che in nome della professionalità non scade però mai nello strumento promozionale: «Siamo come un'affermazione, vogliamo mostrare al mondo come le donne al bar possano avere una voce e una forza, possano dire lo stesso o anche più degli uomini. Stiamo creando delle energie interessanti, e mandiamo un messaggio forte: il consumatore medio entra pensando di ritrovarsi ne Le ragazze del Coyote Ugly e invece rimane impressionato dal livello della nostra proposta. È un fenomeno sociale, qui le donne hanno le possibilità che meritano, ma non vogliamo farne una bandiera: ci promuoviamo come cocktail bar, non come bar femminile, perché non serve sottolinearlo». È la visione a dover cambiare, la concezione della professione, in toto e a maggior ragione quando si tratta di barlady: «Si sta finalmente iniziando a capire che il lavoro al bar può trasformarsi in una carriera e non deve per forza essere una tappa, o un ripiego. Brujas è un trampolino per permettere alle ragazze che vogliono approcciarsi al bancone, di mostrare il proprio talento, e far capire a loro stesse che possono essere indipendenti».
Valorizzare il talento
Il gruppo di Meyenberg conta una dozzina di insegne e attività di successo, in tutto il mondo. Una dimensione che riconosce il talento e lo valorizza, a prescindere da genere, orientamento, credo, idee: «Walter e il team hanno creduto in me, ho iniziato come bartender e mi hanno portato ad avere più fame di imparare e crescere. Io sono un esempio, ma di certo non l'unica che lo merita: in Brujas viviamo anche della positività che ci regala il vedere donne talentuose che danno il meglio di sé: cerchiamo di trasmettere come la vera sensualità sia nella bravura e nell'impegno».
La crescita di una professionista passa quindi anche attraverso un percorso di quello che gli anglosassoni definirebbero empowerment, una assunzione di consapevolezza delle proprie possibilità e del proprio valore: Brujas si fa portavoce di un intero movimento. «È un processo che necessita di connessioni umane fondamentali, di supporto nell'ambiente di lavoro, sia economico sia personale. Non è una reale possibilità lavorativa, senza un salario equo e rapporti validi: a chi si unisce a noi mostriamo le tecniche, ma anche l'intera sfera professionale, dagli ingredienti alla gestione degli ospiti. Si tratta di conoscerle, per permettere loro di conoscere se stesse: iniziano come dipendenti, ma arrivano a essere partner della società». Non chiamatele quote rosa: Brujas si batte per la normalità.
BRUJAS
Superficie: 30 m2
Personale: 6 bartender
Posti a sedere: 45 posti
Prezzo medio: $ 190 pesos/drink (ca 9 €)