È Bruno Pilzer il nuovo presidente dell’Istituto tutela grappa del Trentino, l’istituto nato nel 1960 per tutelare la produzione trentina del distillato, ovvero ottenuto esclusivamente da vinacce prodotte nella regione, e di qualificarla con l’apposito marchio d’origine: il tridente con la scritta “Trentino Grappa”. Una produzione pari ogni anno a circa 7500 ettanidri e che rappresenta il 10% del totale nazionale in bottiglie da 70 cl.
Classe 1959, tra i decani del settore, Pilzer, originario di Faver, nel comune di Altavalle, in Val di Cembra, dove si trova l’azienda di famiglia, la Pilzer con la quale collabora, rappresenta una delle tradizioni distillatorie tra le più storiche del Trentino e del nostro Paese. Enologo, da anni lavora con la Fondazione Edmundo Mach di San Michele all’Adige, che si occupa di ricerca scientifica, istruzione e formazione, sperimentazione, consulenza e servizio alle imprese nei settori agricolo, agroalimentare e ambientale, inizialmente come analista, poi nella gestione della distilleria della Fondazione e recentemente anche come docente nel corso di Alta Formazione.
La grappa guarda al futuro
Eletto all’unanimità dai 25 soci, 22 dei quali distillatori, Pilzer ha annunciato le prossime sfide che attendono l’Istituto e che saranno al centro del suo programma. «Il nostro obiettivo è di guardare sempre al futuro, senza perdere la tradizione – ha dichiarato il neo presidente -. Vogliamo allo stesso tempo dialogare con il consumatore di oggi e di domani, puntando su un concetto di promozione più dinamico e con un contatto diretto con l’appassionato». Una strategia che passa per la promozione integrata del territorio e delle sue eccellenze, ovviamene a partire dalla grappa. «L’idea è di diventare un modello di “grappa turismo”, così come da sempre esiste nel vino – ha chiarito Pilzer –sfruttando il know how di tante distillerie che già da anni lo stanno facendo, per creare un percorso emozionale alla scoperta della grappa trentina che a differenza di altri distillati internazionali può contare su storie di persone e di territori tutte diverse tra di loro». La formazione e il miglioramento continuo della qualità gli altri aspetti su quali si focalizzeranno le attività dell’Istituto. «Partiamo da una base ottima che è rappresentata dalla Fondazione Mach che ha cambiato l’approccio didattico anche nei confronti della grappa e dei distillati – ha spiegato – per poi avere un confronto continuo tra i soci distillatori per garantire agli appassionati del nostro prodotto quella continuità e quella eccellenza che da sempre ci ha permesso di fare la differenza».
Il nuovo Cda
Insieme alla nomina del nuove presidente, l’assemblea dei soci ha rinnovato l’intero consiglio di amministrazione dell’Istituto. Alla vicepresidenza è stato eletto il giovane Alessandro Marzadro, della terza generazione dell’omonima distilleria. Completano il Cda: Rudy Zeni della Distilleria Zeni, Bernardino Poli di Casimiro, Carlo Pezzi di Pezzi, Giuliano Pisoni della Distilleria Pisoni, Luigi Cappelletti della Cappelletti Nova Salus, Fabio Andreis di Distillerie Trentine e Franco Bertagnolli della Bertagnoli.