Cosenza da lunedì 13 maggio ha uno sbocco sul mare. E prima che storciate per un presunto disturbo geografico dell'autore, il mare di cui parliamo non è il Tirreno. Piuttosto il mare del sud polinesiano o il Pacifico centrale di Honolulu, di Maui, di Elvis e del suo Blue Hawaii, di Magnum P.I. e della sua Ferrari. Questo da quando, nella piscina del Villa Fabiano Palace, arredata di tutto punto con palme, sgargianti mug con figure apotropaiche, fenicotteri, unicorni, è passata l'onda del Calabrian Tiki. Primo riuscito incrocio tra il mondo piccante e l'esotismo tiki. Tra il bergamotto e il mango. Tra la 'Nduja, il Calabrian Mai Tai e il Coccobellocompà.
“Se non potete arrivare in paradiso ve lo porterò io da voi”, diceva Don the Beachcomber. E questo è stato l’obiettivo degli organizzatori: creare un sogno esotico, ma in salsa calabrese. Una festa Luau quasi in piena regola. Anche perché “in piena regola” è un’espressione noiosissima. Tra musica, ghirlande di peperoncino, danzatrici di hula. Mancava il maiale hawaiano cotto sotto la sabbia, ma solo perché eravamo in piscina e non in spiaggia.
«La Calabrian Tiki cocktail competition come incubatore di emozioni. Quello che ci affascinava dei padri fondatori del bere Tiki non erano tanto i cocktail, quanto la loro capacità di vendere sogni. Quel tipo di approccio “light” che nella bar community stiamo perdendo di vista. Non è la rum rhapsody, ma la capacità di coinvolgere il vero segreto di Donn Beach e dei suoi seguaci». Cosa c’entra la Calabria con la Tiki Culture?
«Tiki – sottolineano gli organizzatori - è il nome con il quale le popolazioni del Sud Pacifico hanno battezzato le divinità protettrici dagli spiriti maligni. Anche in Calabria abbiamo i nostri “tiki” e sono le famose maschere apotropaiche che, guarda caso, nella tradizione vengono appese sulle porte delle abitazioni per tener lontano il malocchio. Ma Tiki culture nella bar industry non vuol dire solo divinità e malocchio. È piuttosto una vera illusione, una macchinazione geniale partorita dalle menti geniali dei pionieri del Tiki volta a portare i clienti, una volta varcata la porta dei locali, in vacanza. E questo nonostante sia la cucina sia la miscelazione proposta nei locali americani non avesse nulla a che vedere con le tradizioni delle popolazioni native hawaiane o polinesiane. In fondo, cosa importava, l’importante era emozionare il cliente. Ripetiamo: Vendere il sogno!»
L’avrete notato, fuori pioveva il 13 maggio a Cosenza, ma dentro, intorno all’ovale della piscina splendeva il sole dell’entusiasmo.
Tra i momenti centrali dell’evento un concorso di cocktail a cui hanno partecipato una trentina di concorrenti dalla Calabria, ma anche da Roma (c’era il team Makai) e Milano. La vincitrice è Elisabetta Vita, calabrese, con il suo Maskhara, un nome che deriva dal termine arabo “finto” «Nel mio bicchiere, che ho dipinto a mano, sono raffigurate le maschere della tragedia e commedia greca cultura che ha influenzato in maniera particolare la Calabria. Il drink è un omaggio alle nostre antiche origini ed è basato su ingredienti agrumati: bergamotto, arancia, lime e zucchero agli agrumi home-made. Ho cercato di creare un drink giocato sul concetto di spensieratezza seguendo l’insegnamento di Donn Beach che volle dare agli americani una buona occasione per evadere dal quotidiano. Al secondo posto della Calabrian Tiki Competition si è piazzato Luca Grisolia con Dr. TC Freak. «La T e la C stanno per Tiki e Calabrian. Freak serve a descrivere il sapore "mostruosamente buono" del drink». Con il suo sorriso contagioso Grisolia prosegue: «Questo drink lo è un inno a chi, come me, ha la passione per le novità, i viaggi, lo spirito errante ed esotico. Lo dedico alla mia amata Calabria e alla passione per questo lavoro». Il terzo posto è andato a un ottimo Antonio Carrera, arrivato a Rende da Milano. «Nonno Tiki si ispira alla mia infanzia. La liquirizia e il peperoncino che si trovano nel mio drink sono due ingredienti che molto spesso mi ritrovavo a mangiare nelle estati passate in Calabria. Ho dedicato questo cocktail a mio nonno, produttore di vino, che mi affascinava con i suoi racconti. Per questo ho usato un bicchiere a forma di botte per ricordarlo.
Oltre alla competition, la manifestazione Calabrian Tiki è stata teatro di un interessante programma di masterclass. Antonio Esposito ha presentato “Angostura the Secret Section”, Angelo Canessa di Velier ha condotto “Barracuda, il primo cocktail Tiki italiano”; Ivano Trombino e Domenico Dragone del Vecchio Magazzino Doganale si sono dedicati a un “Focus sulla miscelazione in chiave tropicale”. Grande exploit tecnico per la masterlcass Tiki condotta da Gianni Zottola, grande esperto italiano del genere. E, a bordo piscina, c’era pure Cocktail Safari #perdire.
Premi speciali
BEST UNDER 23 - SARA DASTOLI - VIBO VALENTIA
Maskhara di Elisabetta Vita (1° classificata)
Ingredienti
1 oz succo di bergamotto
1⁄2 oz sciroppo di zucchero
3⁄4 oz succo di lime
3⁄4 oz succo d'arancia
3⁄4 oz sciroppo di zucchero agrumato
1 bsp falernum Monin
1⁄2 oz Appleton Estate
1⁄2 oz Rumbar Silver
1⁄2 oz Plantation rum dark origins
4 oz crushed ice
Tecnica: Flash blend
Bicchiere: tumbler alto
Decorazione/side: fiori eduli
Dr. TC Freak di Luca Grisolia (2° classificato)
Ingredienti
1/2 oz di succo di lime
1/2 oz di sciroppo di zucchero
1 oz di rum Appleton Signature
1 oz di rum Plantation dark
2 oz di tè al lime e zenzero (soft drink)
2 bar spoon di confettura di fichi d'india (home made)
2 dash di aceto balsamico alla prugna
full crushed ice
Tecnica: shake & strain
Bicchiere: piccola brocca in terracotta tipica calabrese
Decorazione/side: vassoio in legno con letto di sabbia di mare e conchiglie
Nonno Tiki di Antonio Carrera (3° classificato)
Ingredienti
3,5 cl Clairin comunal
1,5 grappa Caffo al peperoncino
1,5 cl falernum homemade peperoncino & liquirizia
1,5 cl liquirizia Caffo
2 cl Aloe Vera 30% Foodnees
Top ginger beer Fever Tree
Tecnica: build
Bicchiere: mug a forma di botte di vino
Decorazione/side: Patatine Rustica San Carlo con 'nduja, grattugiata di zenzero e qualche goccia di liquirizia.