Era il 1860 quando Gaspare Campari creava a Milano la ricetta del suo famoso Bitter destinato a conquistare i palati di ogni latitudine e a diventare uno degli emblemi dello stile di vita italiano e della cultura dell’aperitivo nel mondo. Così come la realtà da lui fondata, divenuta, nei 160 anni di vita, compiuti proprio quest’anno, uno dei maggior player globali del beverage, con con un portafoglio di oltre 50 marchi, circa 4.000 dipendenti, 21 sedi estere, 22 impianti produttivi in tutto il mondo e con una rete distributiva che raggiunge oltre 190 mercati.
Un traguardo, quello delle 160 candeline, che il Gruppo ha deciso di festeggiare inaugurando presso il suo stabilimento di Sesto San Giovanni (Milano), il primo sito industriale dell’azienda, fondato nel 1904 dal figlio di Gaspare, Davide, Infinito Campari, opera d’arte pensata e realizzata per l’occasione dallo scultore Oliviero Rainaldi, tra i maggiori artisti italiani contemporanei. Una scelta che, a sua volta, vuole celebrare il profondo legame dell’azienda con l’Italia, la città di Sesto e il mondo dell’arte.
L’opera di Rainaldi trae ispirazione dalla storia di Campari e, in particolare, da due lavori di altrettanti artisti che nella loro epoca hanno dato un importante contributo alla costruzione del brand: il futurista Fortunato Depero, con la sua opera del 1931 Il Tempio Campari, e il pittore e illustratore Leonetto Cappiello, con Lo Spiritello del 1921.
Infinito Campari si compone di due elementi. Il primo è Labirinto Telescopico, un’opera paesaggistica di 320 mq di superficie composta dal monogramma CG, le iniziali di Campari Group che insieme creano il simbolo dell'infinito e che richiama il principio vegetale del Campari. Al suo centro è custodito il secondo elemento, ovvero la scultura in marmo di Carrara realizzata da Rainaldi, una forma geometrica dinamica e aperta che richiama una sfera del diametro di 2,50 m. Creata a partire da un unico blocco di marmo bianco del peso di 74 tonnellate, l’opera è ispirata alla buccia d’arancia che avvolge lo Spiritello di Cappiello. È costituita da due cerchi che rappresentano ancora una volta una “C” e una “G” intrecciate. Al suo interno si trova un’apposita nicchia sigillata che custodisce una bottiglia di Bitter Campari: il cuore pulsante e segreto di Infinito Campari.
Un’opera complessa che lo stesso autore ha definito uno dei suoi lavori più innovativi, una «visione che supera i confini del tangibile», l’ha definita, e che vuole essere un inno alla vita e, soprattutto, rappresentare i valori che hanno guidato il Gruppo fin dalla sua nascita: la capacità di guardare al futuro e di spingersi sempre oltre.