Il bartender deve essere un viaggiatore e deve saper cogliere gli elementi chiave del suo percorso, raccontandoli poi nei cocktail. Parola di uno che ha viaggiato davvero, con le sue gambe e anche con la creatività. Simone Caporale, bartender comasco e una delle più prestigiose firme nel panorama mondiale della mixology, per diversi anni è stato al top della classifica dei 50 Best Bars alla guida dell'Artesan di Barcellona e oggi è lanciatissimo nel suo nuovo progetto - il Sips, sempre nella città catalana, il "bar senza bancone del bar", come lui stesso lo ha definito.
Il viaggiatore italiano e lo chef che ha fatto fortuna in America
Simone ha presenziato all'ultima edizione di Identità Golose a Milano, dal 21 al 23 aprile. Ha anche dato una piccola lezione di pairing durante una cena organizzata presso l'hub di Identità Golose in via Romagnosi, presentando due abbinamenti ricercatissimi (e altrettanto efficaci) a base di Canaïma Gin, distillato prodotto in Amazzonia e distribuito da Compagnia dei Caraibi. I drink di Simone Caporale, in collaborazione con Canaïma, hanno accompagnato i piatti di Michele Casadei Massari, chef e imprenditore di stanza a New York dal 2009 e intervenuto al congresso in collaborazione con il Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Un drink inedito "ispirato" dall'albero della meditazione
Acqua amazzonica ha accompagnato il piatto Parmigiano Reggiano Tricolore Flight - pera, scampi, battuta di carne e Parmigiano Reggiano Bianca Modenese. Un drink preparato con il Canaïma Gin e con decotto di Paolo Santo. Per quest'ultimo si tratta di un impiego inusuale: il Palo Santo, infatti, è un un albero tropicale che cresce in alcune zone dell'America Centro-Meridionale e il cui olio essenziale viene utilizzato in aromaterapia, come metodo per placare ansia e alleviare disturbi respiratori e mal di testa, ma che per la meditazione e per il rilassamento. «Ho osato un po' con questa idea, preparando un decotto con una pianta normalmente non utilizzata a scopo alimentare come il Palo Alto e mescolandolo con il gin Canaïma, un distillato che porta con sé tutto il patrimonio botanico di un luogo di produzione rimasto incontaminato», ha spiegato Simone.
Oloroso e acqua di quercia per il fine pasto
Il fine pasto ideato dallo chef Michele Casadei Massari - uno Spaghettone Monograno Felicetti all'Alfredo con pera, anice stellato e grappa spray - ha trovato in abbinamento il secondo drink di Simone Caporale, chiamato Legno millenario: Canaïma Gin, oloroso e quercia. Esaltato, in questo caso, l'apporto del vino liquoroso, in un particolare accostamento con un fine pasto marcatamente salato come lo spaghettone.
Riforestazione: vicini al traguardo dei 5mila alberi
«Abbiamo portato qui l'identità dell'Amazzonia», ha spiegato Simone, molto coinvolto nel progetto di Canaïma. «La produzione di questo gin dà lavoro a 120 famiglie e sfrutta la collaborazione delle comunità indigene locali, per la raccolta a mano di botaniche molto difficili da trovare. L'intero progetto punta a salvaguardare l'ecosistema: il 10% dei ricavi delle vendite viene investito nella riforestazione e a fine anno arriveremo a 5mila alberi piantati».