«È la terza edizione, ma vale almeno quanto gli anni di Firenze, ed è una delle esperienze più intense che abbia mai vissuto». L’ideatrice Paola Mencarelli tira su il sipario sulla Venice Cocktail Week 2023 (che resterà su fino al 29 ottobre) giunta appunto al terzo episodio ma già in rampa di lancio verso i fasti della cugina Florence Cocktail Week (fondata nel 2016), ormai tappa fissa e apprezzatissima del calendario miscelato internazionale. E lo fa confermando le sfide (finora decisamente vinte) logistiche che una città unica al mondo come Venezia comporta. Tutto intorno sono gli strepitosi interni dell’Aman Venice presso Palazzo Papadopoli, scelto come teatro per l’opening party e una delle punte di diamante tra i trentuno locali aderenti alla manifestazione (quattordici dei quali sono bar d’albergo, vanto storico dell’ospitalità di lusso veneziana).
Riportare Venezia sulla mappa del bere bene
Un corner dedicato al Negroni, presidiato dal King Mauro Majohub, e uno per i Martini Cocktail, supervisionato da Salvatore The Maestro Calabrese: queste le premesse eccellenti per una settimana che è riuscita in poco tempo a ottenere i favori della comunità del bere anche al di fuori dei confini nazionali, e che soprattutto sta contribuendo a (ri)portare Venezia sulla mappa del bere. Città simbolo dell’accoglienza di alto profilo, la Serenissima ha nel corso dei decenni visto bartender e osti celebri calcare i banconi dei caffè storici e delle principali strutture di lusso (Roberto Pellegrini, Walter Bolzonella, ovviamente la dinastia Cipriani), salvo poi rimanere limitata da una visione polverosa di trappola per turisti, che ha impedito alle nuove generazioni di miscelatori di uscire dal guscio.
Attenzione alle tradizioni italiane
Gli sforzi di Mencarelli vanno proprio in questa direzione: rafforzare la rete di bartender e imprenditori locali, collegando alberghi a cinque stelle lusso con osterie contemporanee, per slegare finalmente l’offerta liquida della città dall’idea di soli (seppur imperdibili e gloriosi) bianchino e bàcari. A questo si aggiunge il desiderio di spingere la cultura del bere in senso stretto, contribuendo con appuntamenti che non trattino solo di tecnica o prodotto, ma si allarghino a storia, letteratura, arte, costumi, come la passeggiata dedicata ai luoghi di Ernest Hemingway (storicamente legatissimo a Venezia) curata da Federico Silvio Bellanca.
E allargando la visione a tutto il territorio, grande attenzione è posta alle abitudini e alle tradizioni italiane, da valorizzare anche nelle miscele, come nelle ormai classiche proposte dei locali coinvolti durante la settimana: il cocktail RiEsco a Bere Italiano, preparato rigorosamente con ingredienti italiani di produttori italiani e l’Aperitivo di Mezzogiorno, un drink fresco e leggero ideato per i momenti precedenti il pranzo.
Apertura al movimento internazionale
Parallelamente, l’apertura verso il movimento internazionale: come ormai di consueto a Firenze, anche la Venice Cocktail Week inizia ad attirare l’attenzione di professionisti e realtà di spessore quanto meno europeo, da entrambi i lati del banco. Comunicatori di settore come Sandrae Lawrence e Gary Sharpen di The Cocktail Lovers, o bartender impegnati in guest shift (solo lunedì sera al Palazzo Experimental era di scena il team del Line di Atene, freschissimo di dodicesimo posto agli ultimi World’s 50 Best Bars) dimostrano come l’allure della manifestazione si stia ampliando rapidamente e in modo costruttivo.
Rimangono alcuni interrogativi: una manifestazione del genere ha davvero presa sul consumatore finale, o rimane prerogativa degli addetti ai lavori? Al netto delle iniziative di Mencarelli, per le quali l’apprezzamento è dimostrazione di validità senza discussioni, il proliferare di Cocktail Week in generale e ovunque, anche dove tradizione del bere miscelato non c’è, è davvero utile o rischia di diventare fine a se stesso? La Venice Cocktail Week (e la Florence ancora prima) conferma intanto che se ben indirizzati, i riflettori possono aiutare i bartender di una scena locale a varcare i confini più prossimi. E per questo va senza dubbio riconosciuto enorme merito.
I locali partecipanti alla Venice Cocktail Week 2023
Cocktail Bar
Ai Do Leoni
Amo @ Fondaco dei Tedeschi
Ancòra
Blue Drop Venice
Caffè Florian
Caffè Lavena
Chicbar @ Taverna La Fenice
Grancaffè Quadri,
La Barrique Wine Bar
Marciano Pub Venezia
Osteria I Rusteghi
San Giorgio Cafè
Tarnowska’s American Bar
Terrazza Aperol
Tiki Noir
Time Social Bar
Venissa – Il Bar @ Venissa Tenuta
Bar d’Hotel
Alchemia del Ca’ di Dio
Arts Bar del The St. Regis Venice
Canova Bar del Baglioni Hotel Luna
Experimental Cocktail Club de Il Palazzo Experimental
Il Bar della Biblioteca del Nolinski Venezia
Il Caravellino dell'Hotel Saturnia & International
Le Maschere dello Splendid Venice
Lpv Bar del Londra Palace Venezia
Orientalbar & Bistrot dell'Hotel MEtropole Venezia
Rose Bar dello JW Marriott Venice Resort & SPA
Santa Cocktail Club Venezia dell'Hilton Molino Sucky Venice
The Bar dell'Aman Venice
Top of the Carlton Sky Lounge dell'Hotel Carlton on the Grand Canal