Per ogni bartender è possibile individuare un filo rosso, a volte anche sottile, che lega tra loro i diversi capitoli che ne compongono la storia professionale. Nel caso di Giorgio Rocchino questo filo rosso presenta tratti ben marcati e delinea il percorso di una carriera al servizio dell’ospitalità luxury e più esclusiva. Una frequentazione che comincia fin da quando Rocchino, torinese classe 1972, fa i suoi primi passi dietro il bancone. A 14 anni, ancora studente dell’alberghiero, inizia a lavorare al bar del Turin Palace, hotel 5 stelle lusso della sua città, da dove parte la sua formazione di bartender. Quindi è direttore dello storico Caffè San Carlo, tra i più antichi e importanti bar sotto la Mole, ruolo che ricopre per tre anni. Desideroso di fare un’esperienza all’estero, ventuno anni fa approda nel regno o, meglio, nel Principato del lusso per eccellenza, quello di Monaco, dove, dopo aver lasciato qualche curriculum, viene chiamato dal Casino di Monte Carlo, dove rimane per sette anni, per poi passare all’Hotel de Paris e al Café de Paris, fino a diventare chef barman dello Yacht Club di Monaco, l’esclusivo members’ club del principe Alberto di Monaco, lavorando per lo stesso sovrano per il quale ha creato diversi cocktail e organizzato eventi.
Nel 2021 parte un nuovo progetto, che segna un nuovo capitolo della sua carriera: fonda Lmc - Luxury Mixology Consulting, società con sede a Monte Carlo composta da due divisioni, l’accademia di alta formazione di mixologia e la divisione di consulenza e importazione e distribuzione in esclusiva di top brand italiani del beverage, attività entrambe rivolte al mondo dello yachting e dell’hôtellerie luxury del Principato e della Costa Azzurra.
Formare professionisti per contesti luxury
«La nascita di Lcm è il coronamento di un sogno, comune a molti che lavorano nel mondo dell’ospitalità, quello di “mettersi in proprio”. Un sogno che ho realizzato coniugando la passione per l’insegnamento che mi ha sempre animato, da anni fornisco consulenze come tutor ufficiale esterno a diversi istituti alberghieri italiani, con un’esigenza che ho colto in oltre 20 anni di attività sulla scena del Principato: la formazione per i team che lavorano sugli yacht – racconta Rocchino -. Nell’esperienza allo Yacht Club ho constatato che il personale delle imbarcazioni non ha una preparazione adeguata in tema di miscelazione. Da qui l’idea di creare una scuola, la prima di questo genere, che guardasse a questa realtà, con l’obiettivo di insegnare agli equipaggi a preparare un cocktail a regola d’arte per il loro armatore e a curare la selezione di prodotti per la cambusa, dove gli spazi sono limitati e quindi è strategico creare una scorta di spirit e prodotti di alta qualità, ma insieme versatili, che consentano di realizzare un alto numero di drink».
Con la sua Academy Rocchino eroga due tipologie di corsi. Un corso base, per chi muove i primi passi, focalizzata sulle tecniche di miscelazione, la conoscenza dei prodotti, l’arte del servizio, per arrivare a preparare cocktail classici e new era per ogni occasione, e un corso avanzato, sulla mixology di ricerca, e quindi sulle tecniche d'avanguardia, la preparazione di homemade, ecc.
«L’obiettivo è di formare professionisti da inserire nei contesti luxury, guardano quindi non solo al mondo yacht, ma anche a quello dell’alta hôtellerie – spiega -. Può sembrare strano ma, nonostante l’alta concentrazione di queste strutture nel Principato, il livello di preparazione dei barman non è affatto elevato: niente di paragonabile a quello che caratterizza le realtà italiane».
Grandi opportunità per i professionisti italiani
Una situazione che apre possibilità ai professionisti del Belpaese. «Le opportunità di inserirsi e fare carriera sono enormi, sia per i professionisti già affermati sia per i giovani di talento che vogliano fare un’esperienza internazionale in strutture di alto livello, considerando anche, ulteriore elemento di attrattiva, che i salari, incluso quello di ingresso, sono ottimi e che il merito viene premiato – commenta Rocchino -. I nostri giovani hanno tutte le carte in regola per poter sfondare, perché oltre alla formazione di base che ricevono già negli istituti alberghieri, perfetta per queste realtà, noi italiani abbiamo un’altra carta vincente da giocare: quell’ambizione, quel desiderio di migliorarci, pensiamo all’evoluzione e al livello che il movimento mixology ha raggiunto in Italia, che ci spinge ad aggiornare e arricchire continuamente le nostre conoscenze e abilità, che qui invece si riscontra raramente».
Diversi e numerosi sono i profili richiesti. «Per la stagione alle porte si cercano oltre 2000 figure – spiega -. Soprattutto bartender, in particolare barlady, baristi, personale di sala, così come alta è la domanda di pasticceri».
Le eccellenze del made in Itay alla conquista del Principato
L’altro filone di attività di Lcm è la distribuzione in esclusiva di brand italiani del beverage di alta gamma sempre rivolta allo yachting e all’hôtellerie luxury del Principato e della Costa Azzurra, fino a Saint-Tropez, che vede il bartender nelle vesti di vero e proprio ambasciatore del made in Italy. «Alla base c’è la volontà di far conoscere e portare presso queste realtà le nostre eccellenze – spiega Rocchino -. Dopo aver sondato l’interesse di diverse aziende a entrare in questo mercato, ho selezionato circa una trentina di brand di distillati, liquori, champagne e vini esclusivi tra i più rappresentativi del nostro saper fare e le cui produzioni fossero tra le migliori e più autentiche espressioni della varietà e ricchezza del nostro territorio. Una selezione che comprende realtà grandi e piccole, tra le quali Nonino, Gin Arte, Pacini per il mirto, Maurizio Russo per il limoncello, Il Reale per i vermouth, Marchesi di Barolo per i vini, Villa Sandi per il prosecco, creando anche una gamma di soluzioni completa per la miscelazione».
Un lavoro impegnativo, che Rocchino accompagna con una densa attività di masterclass rivolte a food & beverage manager, direttori bar e ristoranti e alle equipe degli hotel per spiegare e far conoscere le peculiarità dei prodotti, che ha chiesto di superare qualche resistenza ma dove l’italianità, ancora una volta, fa la differenza. «All’inizio è stata dura, perché siamo in territorio di cultura francese, quindi animato da un rapporto di amore e odio per l’Italia - racconta Rocchino -. Però è un mondo molto aperto, territorio di ritrovo del jet set internazionale, che attira turisti da tutto il mondo, che sanno riconoscere e apprezzano l’alta qualità e per i quali l’Italia e ciò che è italiano rappresentano valori assoluti».
Forte domanda di prodotti italiani
Dopo un 2021 di rodaggio, complice anche la pandemia che ha rallentato gli affari, il 2022 ha portato ottimi risultati e per quest’anno già si prevede un raddoppio delle vendite, con grande soddisfazione di Rocchino e delle aziende che la sua società rappresenta. Società che, altro rilevante successo, è stata appena nominata fornitore ufficiale da Société des Bains de Mer (Sbm), la più antica società del Principato di Monaco, proprietaria del Casinò di Monte Carlo e di altre location esclusive quali l’Hotel de Paris, l'Hotel Hermitage, il Monte-Carlo Beach, il Monte-Carlo Bay Hotel & Resort, il Cafè de Paris.
«La soddisfazione più grande è il successo che i prodotti stanno riscontrando – commenta -. Un successo che riguarda tutte le categorie e che testimonia dello spazio di rilievo che le nostre produzioni possono conquistarsi su questa piazza. In particolare sono molto orgoglioso per il boom del prosecco, in una terra dove è di casa lo champagne, e della grappa, una novità assoluta per Monte Carlo. Ma altrettanto bene vanno i vermouth, gli amari, la liquoristica e nel campo dei vini, oltre ai grandi rossi, vedo enormi potenzialità per i bianchi, grazie alla ricchezza del nostro patrimonio enologico che offre infinite possibilità di abbinamento con la cucina di pesce che qui va per la maggiore».