Svolta storica per il mondo della grappa e degli spirit italiani. Svolta arrivata con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale (n. 56 dello scorso 7 marzo) del decreto del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (decreto n. 233 del 9 agosto 2023) che adotta le disposizioni su costituzione e riconoscimento dei consorzi di tutela per le indicazioni geografiche delle bevande spiritose. In pratica anche grappa e sprit possono ora contare sulla tutela di consorzi, così come già avviene per altre specialità italiane, per esempio, restando al mondo beverage, il vino.
La fondamentale tappa per la tutela, protezione e valorizzazione di questi prodotti, salutata con grande soddisfazione da AssoDistil e dal Consorzio Nazionale di Tutela della Grappa, impegnati insieme al compimento della normativa sui Consorzi di tutela delle bevande spiritose a Ig (indicazione geografica).
La soddisfazione di AssoDistil
«I consorzi di tutela si stanno dimostrando un importantissimo veicolo per il successo delle produzioni agroalimentari e vitivinicole di qualità in un sistema come il nostro le cui caratteristiche organizzative, dimensionali e finanziarie non consentono di affrontare i mercati esteri – ha commentato in una nota Cesare Mazzetti, presidente del Comitato nazionale acquaviti e liquori di AssoDistil -. Le bevande spiritose a Indicazione geografica soffrivano da tempo della mancanza di una procedura per il riconoscimento dei propri consorzi di tutela, come già previsto per i vini e le specialità alimentari, e finalmente con la pubblicazione del decreto oggi essa è disponibile».
Il decreto va dunque a colmare un vuoto normativo, ponendo il trattamento dei diversi consorzi di tutela su un piano omogeneo, in linea con la nuova Riforma europea delle Indicazioni geografiche, che accomuna i prodotti vitivinicoli, gli alimentari e le bevande alcoliche.
Una freccia in più per la grappa
Un passaggio molto importante per la grappa, distillato simbolo del made in Italy, in quanto esclusivamente italiano, e sostenibile per eccellenza, perchè ottenuto dalla distillazione delle vinacce, che sono il principale sottoprodotto della produzione del vino, che altrimenti verrebbe sprecate e disperse, che ora ha una freccia in più nel suo arco per puntare a nuovi mercati e consolidare la sua posizione nel panorama spirit.
«Le bevande spiritose Ig come la grappa vantano centinaia di anni di storia, tramandati di generazione in generazione, e costituiscono l’emblema del patrimonio agroalimentare tricolore – ha sottolineato nello stesso comunicato Sebastiano Caffo, presidente del Consorzio Nazionale di Tutela della grappa -. La cultura del bere bene e moderatamente, tipica dei nostri distillati a indicazione geografica, che rientrano, non a caso, nelle acquaviti “da meditazione” -, trova finalmente il veicolo ideale per farsi conoscere anche in mercati finora inesplorati e per consolidare la loro posizione sia in Italia che nel panorama mondiale degli spirit. Una cultura che potrà ora raccontarsi attraverso un'unica voce, quella dei consorzi di tutela, che raccoglieranno lo spirito della grande tradizione delle distillerie italiane».