Era l’1 dicembre 1973 quando Benito e Giannola Nonino creavano il Monovitigno Nonino, la prima grappa di singolo vitigno, ottenuta, nello specifico, distillando separatamente le vinacce dell’uva Picolit, vitigno a bacca bianca autoctono del Friuli: un prodotto destinato a rivoluzionare il sistema di produrre e presentare la grappa in Italia e nel mondo.
La nascita della Monovitigno Nonino ha infatti segnato l’avvio del percorso che ha portato la grappa, prodotto della tradizione contadina e fino ad allora considerato “povero”, a diventare un prodotto con tutte le carte in regola per entrare nell’Olimpo dei grandi distillati mondiali. Passaggio quest’ultimo sancito dal titolo di Distiller of the Year 2019 assegnato alla distilleria di Percoto (Udine) da Wine Enthisiast (leggi Nonino premiata come distilleria dell’anno da Wine Enthusiast).
La festa a Roma
Va da sé che il cinquantesimo compleanno del Monovitigno fosse una ricorrenza da celebrare con tutti gli onori che il prodotto merita. E così è stato. Palcoscenico d’eccezione della festa il Marriott Park Hotel di Roma, in occasione della cena di gala, lo scorso primo dicembre, della World Cocktail Championship Iba 2023, il mondiale della International bartender association (leggi Wcc Iba: è Leo Ko di Hong Kong il miglior bartender del mondo), che a 36 anni dall’ultima volta, ha fatto il suo ritorno nella Capitale. A brindare insieme a Giorgio Fadda, presidnete Iba, e alle 68 delegazioni da tutto il mondo, Giannola Nonino con le figlie, Antonella, Elisabetta e Cristina, e le nipoti, Francesca, Sofia, Gaia e Beatrice, tre generazioni tutte al femminile della famiglia.
«Siamo felici di festeggiare la rivoluzione Monovitigno® Nonino in questa occasione internazionale – ha commentato Antonella Nonino in una nota stampa -. Dopo trent’anni le finali della World Cocktail Championship Iba ritornano in Italia e sempre più giovani si avvicinano al mestiere di bartender, una professione tra le più affascinanti del mondo dell’hospitality. La distilleria Nonino sostiene la community di bartender ed è orgogliosa di aver dedicato tutti questi anni building the category per la grappa. Al motto: be brave mix grappa».
Una grappa rivoluzionaria
E l’impatto rivoluzionario di questa grappa nella storia del distillato nazionale è apparso subito chiaro agli intenditori sia in Italia sia all’estero. Primo cantore ne è stato Luigi Veronelli, che proprio quel primo dicembre del 1973 fu testimone oculare, e non solo, della nascita del nuovo prodotto. Che raccontò in un articolo su Panorama, descrivendone le prime impressioni, in particolare il ricco bouquet che «Durante lenti incantati minuti mi ha ripetuto, nel rigore d’inverno, l’estivo racconto di mieli d’acacia, di mele cotogne mature, di fichi appena staccati».
Così come riconosciuto e celebrato è lo spirito inventivo e il desiderio di sperimentare dei Nonino che hanno dato un contributo fondamentale all’evoluzione del distillato e alla sua percezione. Scriveva, infatti, The New York Times, già nel 1997: «Per decenni la grappa è stata poco più che una forma tascabile di riscaldamento per i contadini del Nord Italia. Il resto del popolo e gli stranieri la disdegnavano. Ma tutto questo accadeva prima che i Nonino salissero alla ribalta».
L'apertura alla miscelazione
Un impegno che ha puntato anche ad aprire la grappa a nuove modalità di consumo. Dai primi anni Duemila, la distilleria promuove attivamente l’uso del distillato dei cocktail e nel 2007 si è tenuta a Percoto la prima Nonino Cocktail Competition, organizzata con Uk Bartender Guild, l’associazione barman inglesi, e Aibes (Associazione italiana barmen e sostenitori), che ha visto i bartender dei più prestigiosi locali londinesi e del Triveneto sfidarsi con le loro creazioni a base di Grappa Nonino.
Un rapporto, quello con la mixology, diventato sempre più stretto e che vede l’azienda collaborare con i big del panorama internazionale, come Salvatore The Maestro Calabrese, Simone Caporale, Monica Berg, Sam Ross.