Ingham Marsala Superiore: perché serviva un altro Marsala?

Dai creatori di Vulcanica Vodka nasce un prodotto di eccellenza: Ingham, il Marsala Superiore che celebra la Sicilia (e la mixology)

In occasione del lancio di Ingham Marsala Superiore abbiamo incontrato, a Giardino Cordusio di Milano, Stefano Saccardi, veterano nel mondo degli spirits, e la socia Serena Bonetti, già ideatori della vodka siciliana Vulcanica Vodka, e ora anche creatori di Ingham, un Marsala Superiore fatto su misura per la mixology, nato in collaborazione con Cantine Florio e distribuito in Italia da Distilleria Nardini.

Ma serviva davvero un altro Marsala? 

Sì, assolutamente! Il problema del Marsala, secondo me, è che oggi esiste in tante varietà e a diversi livelli di prezzo: c’è il vergine, il dolce… insomma, c’è una grande diversità che può confondere il consumatore. Alla fine, non è chiaro cosa si intenda per "Marsala". Noi, per il mondo della mixology, crediamo ci voglia un Marsala semisecco, capace di competere con il Vermouth, ma con un posizionamento di prezzo ragionevole e una qualità indiscutibile. Il nostro obiettivo era proprio quello: creare un Marsala semisecco di alta qualità, perfetto per la miscelazione, con un prezzo allineato a quello di un buon Vermouth.

L'abbiamo assaggiato in uno shot con acqua tonica, che ne esaltava le caratteristiche aromatiche. Sembra non servano grandi acrobazie per apprezzarlo, giusto? 

Esatto, è molto versatile. Anche con una semplice tonica si ottiene un drink piacevole e di carattere. Ingham è la nostra nuova sfida, come lo è stata la Vodka Vulcanica. Con quella vodka, la scommessa era valorizzare gli antichi grani siciliani, usati per fare pasta e dolci straordinari, e trasformarli in una vodka unica. Con Ingham vogliamo riuscire nell’impresa di fare entrare, con la dignità che merita, un Marsala nel mondo della mixology.

Per quanto riguarda la brand activation, quali sono i prossimi passi? 

Uno dei nostri pilastri sarà il Sicilian Martini: un twist sul classico Martini, con Vodka Vulcanica, Marsala Ingham e un cappero come garnish. Sebbene il Martini non sia tra i cocktail più richiesti in Italia, ha un enorme seguito negli Stati Uniti. Puntiamo molto sui luoghi con clientela internazionale e vogliamo promuovere la combinazione dei nostri prodotti. Lavoreremo anche sulla comunicazione, sulle relazioni pubbliche e faremo squadra con Marsala per restituire un po' dell'orgoglio che la città sembra aver perso nel tempo. È interessante come chi viene da fuori noti subito la bellezza e il potenziale del territorio: c'è una storia affascinante e un prodotto straordinario. Siamo solo all'inizio di un percorso. Abbiamo visto progetti interessanti legati a Marsala negli ultimi anni, ma spesso mancano di continuità. Noi preferiamo puntare su cocktail semplici e diretti, senza complicazioni inutili. In questo modo, possiamo comunicare meglio il valore del Marsala al consumatore.

Quindi puntate su una narrazione più essenziale e diretta? 

Esattamente. La semplicità è fondamentale. Quando si cerca di comunicare Marsala come "di tutto un po’", il consumatore rischia di non capire cosa gli stiamo proponendo. Il nostro approccio è "Back to Basics": tornare alle radici e riscoprire il DNA dei prodotti. Marsala e Ingham hanno una storia incredibile. Pensare che, all’inizio dell’Ottocento, la Sicilia attirava imprenditori stranieri come Benjamin Ingham e i Florio è affascinante. All’epoca, la Sicilia offriva un contesto imprenditoriale migliore rispetto ad altri luoghi d’Europa. Raccontare questo heritage è un modo per restituire ai siciliani l’orgoglio di dire: "Si può fare". Abbiamo un enorme potenziale per lo storytelling.

A chi pensate di rivolgere la comunicazione?

Il mercato più importante per noi, sia per Vulcanica che per Ingham, è sicuramente quello americano. Le dimensioni e le potenzialità degli Stati Uniti sono immense, anche se ci sono delle complessità, essendo di fatto 50 mercati diversi. La Sicilia e l’Etna sono concetti che risuonano molto bene negli Usa, come dimostra anche il crescente turismo di alto livello proveniente da lì. Però, è altrettanto fondamentale essere forti in Italia, e in particolare in Sicilia. Non puoi risultare autentico se non sei convincente a casa tua. Preferiamo essere rilevanti in pochi mercati piuttosto che deboli ovunque. Puntiamo sulle bar community italiane all’estero e su mixologist italiani, che oggi sono tra i migliori al mondo. Speriamo che soprattutto quelli siciliani sposino il progetto con entusiasmo.

E come immaginate il vostro consumatore ideale per un cocktail a base Marsala? 

Al momento, un "consumatore tipo" per un cocktail a base Marsala non esiste ancora. Dobbiamo crearlo noi. Immaginiamo una persona che già ama il Vermouth e i vini fortificati, ma che è curiosa di esplorare nuove categorie vicine a quelle che conosce. Questo consumatore deve essere anche attratto dal fascino della Sicilia, che oggi ha un ruolo importante nella mixology, soprattutto grazie agli amari, ma che ha ancora tanto da offrire.

Identikit di Ingham Marsala Superiore

Le uve pregiate

È sulla fascia costiera di Marsala, Petrosino e nell’entroterra della provincia di Trapani, che viene coltivato il Grillo per la produzione di questo Marsala Superiore. Un terreno siliceo e ricco di terre rosse, vigneti allevati tipicamente ad alberello marsalese e/o a spalliera bassa con densità di almeno 4000 ceppi per ettaro, e un clima insulare con inverni miti ed estati calde e asciutte, caratterizzate dalla presenza di venti vigorosi.

Il processo di produzione

Vendemmia manuale e a maturazione avanzata per permettere la concentrazione zuccherina negli acini, che durante la pressatura rilasciano nel mosto le preziose sostanze contenute nelle bucce. Fermentazione a temperatura controllata e preparazione della concia con l’aggiunta di mistella al vino ottenuto, ovvero mosto cotto e alcol di origine vinica, per permetterne la fortificazione.
Al termine della fermentazione il vino è pronto per il cosiddetto “innamoramento”, ovvero all’incontro con l’alcol che influenzerà l’evoluzione organolettica. L’innamoramento segna il passaggio tra le operazioni «atte a dare Vino», marcate dalla loro stagione agronomica, a quelle «atte a dare Marsala», caratterizzate dalla somma delle stagioni che si susseguono durante l’affinamento in cantina ed è qui che avviene la nascita di una “nuova creatura”: il Marsala Ingham. L’affinamento di Ingham avviene per almeno due anni in botti di rovere.

Proprietà organolettiche

Intenso al naso, profumo pronunciato con sentori di crema pasticcera e frutta matura. Ricco al palato con note aromatiche che ricordano i fichi secchi e il torrone tostato, completato da profumi complessi fatti di note vanigliate, speziate, con sentori di uva passa e miele che riempiono il calice. Gusto avvolgente con note di dattero e frutta secca.

La storia di Ingham Marsala Superiore

Per raccontare questa storia bisogna partire da lontano, quando gli inglesi arrivarono in Sicilia dopo che Napoleone bloccò il Portogallo lasciandoli privi della possibilità di recuperare il loro Porto. Benjamin Ingham, mercante inglese di stoffe, mentore e poi socio dell’imprenditore e Senatore del Regno d’Italia Vincenzo Florio, arrivò sulle coste siciliane nel 1809, e approfondì gli studi agronomici dell’uve con cui creare un vino ad alto grado di alta qualità da usare per il Marsala. Fu così che grazie alla sua importante flotta navale, capitanata dalla nave Rambler, dove il mercante caricava botti di Marsala lasciando affinare il vino durante le traversate, il Marsala divenne famoso in tutto il mondo.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome