Portare la Grappa nell’olimpo dei distillati di qualità a livello mondiale: è stata la missione che si sono dati Benito e Giannola Nonino dopo aver investito tutte le loro energie nella creazione e diffusione della gamma Grappa Monovitigno e nella battaglia - ancora in corso - per rendere obbligatoria in etichetta l’indicazione di chi è il distillatore, se diverso dall’imbottigliatore, e del metodo di distillazione utilizzato. Una missione che oggi portano avanti le tre figlie Cristina, Antonella ed Elisabetta (quest’anno è entrata in azienda anche Francesca, figlia di Cristina), con la stessa competenza e passione condite da un mix di straripante entusiasmo e feroce determinazione.
Lo sguardo rivolto al mondo è una caratteristica dei Nonino, che oltre ad aver creato un premio capace di precedere per ben 5 volte l’assegnazione del Nobel ad altrettanti grandi protagonisti della cultura internazionale, hanno saputo stringere legami di collaborazione con tanti bartender italiani e stranieri: «Abbiamo raccolto in un ricettario oltre 30 cocktail realizzati con i nostri distillati, in parte ideati dalla famiglia e in gran parte creati da grandi bartender del calibro di Mauro Lotti, Salvatore Calabrese, Simone Caporale, Daniele Dalla Pola - spiega Antonella Nonino, ad dell’azienda con le sorelle -. Sono cocktail capaci di vincere la sfida di fare miscelazione di qualità con un ingrediente inusuale come la Grappa». Merito dell’impegno dei Nonino nel far conoscere e valorizzare, a suon di assaggi, i loro prodotti: «Sono reduce da New York - annuncia Antonella - dove siamo stati selezionate come unica azienda italiana per un programma di formazione itinerante sugli spirit da miscelazione per i bartender americani. L’obiettivo è far conoscere le grandi potenzialità offerte dai nostri prodotti, dalle Grappe Tradizione Nonino 41° e Nonino 43° alle Monovitigno come Moscato, Chardonnay, Merlot e Fragolino».
Sempre ad Antonella, a cui fanno capo il marketing del brand e il Premio Internazionale Nonino, abbiamo chiesto quali sono gli impegni attuali e quelli prossimi futuri nella relazione con i cocktail bar.
Come si sviluppa la collaborazione con i bartender?
Siamo partiti con le Nonino Cocktail Competition nel 2008 all’estero per far sperimentare l’uso delle nostre Grappa Monovitigno, oltre ai Distillati di frutta, in miscelazione. Pian piano la comunità di bartender interessati a sperimentare i nostri prodotti si è allargata, sempre più anche in Italia, grazie a contatti, incontri, suggerimenti. Organizziamo, su appuntamento, visite e degustazioni al Borgo Nonino per far conoscere da vicino le nostre Grappe, le cantine d’invecchiamento sotto sigillo, il nostro processo produttivo 100% con metodo artigianale di cui andiamo molto orgogliosi.
Quali sono le peculiarità principali delle vostre grappe?
Gli elementi chiave del metodo Nonino sono tre: distillazione 100% artigianale seguita personalmente dalla famiglia, invecchiamento naturale in piccole botti, nessuna aggiunta di coloranti per i distillati invecchiati. Abbiamo cinque distillerie artigianali, ognuna composta da 12 alambicchi discontinui a vapore. Distilliamo solo vinacce freschissime, appena svinate, fermentate in ambiente anaerobico in purezza. Nelle nostre bottiglie, diversamente dalla maggior parte di quelle sul mercato, entra solo Grappa distillata da noi. Per sottolinearlo, fin dalla creazione di Grappa Monovitigno abbiamo ideato etichette trasparenti, vere e proprie carte d’identità del prodotto, molto chiare anche sulla scelta di non usare coloranti.
Progetti per il futuro?
Continueremo a batterci - nostra madre Giannola lo chiede dagli anni ’70 -, perché diventi obbligatoria l’indicazione in etichetta di chi ha distillato la Grappa e del tipo di distillazione usata. Ma soprattutto per dare alla Grappa di qualità il posto che merita, al pari dei grandi distillati internazionali come il Cognac o il Whisky. Anche in miscelazione.