Total Tiki è un forziere zeppo di monete d’oro per tutti gli appassionati di cocktail e cultura Tiki. Contiene, per dirla in spiccioli, 300 ricette esotiche ideate dai pionieri Don the Beachcomber e Trader Vic; una selezione di preparazioni meno famose, ma straordinarie, degli anni ‘40-’70; nonché pozioni contemporanee da leccarsi i baffi. Un patrimonio in Technicolor a cui vengono aggiunte a ritmo mensile, nuove ricette vintage e moderne. Il custode di questo forziere è Jeff Berry, conosciuto anche come Beachbum, famoso storico dei cocktail e scrittore che ha dedicato la sua carriera alla ricerca e alla riscoperta dei cocktail perduti della cultura Tiki. Ha scritto diversi libri sull'argomento, tra cui Beachbum Berry's Grog Log, Beachbum Berry's Intoxica! Beachbum Berry Remixed e Potions of the Caribbean di cui esiste anche una bella versione italiana. Beachbum è anche il proprietario del Latitude 29 a New Orleans, un bijoux in stile esotico, arredato con gusto, dove puoi trovare l’eccellente rum di Berry (Hamilton Beachbum Berry’s Navy Grog Blend), oltre a un senso dell’ospitalità davvero fuori dal comune. Se oggi l’universo variopinto dei cocktail Tiki è diventato un argomento mainstream lo dobbiamo alla dedizione di Berry che, nella sua attività di ricerca, ha riportato alla luce non solo le ricette, ma tutta l’allegra complessità di un fenomeno fatto di locali con atmosfera tropicale e dall’estetica retrò, con decorazioni ispirate a templi esotici, sculture di Tiki (divinità polinesiane), immagini di spiagge esotiche e musica lounge, o appunto exotica, di sottofondo. È per questo che diamo il benvenuto all’arrivo del suo nuovo progetto di divulgazione chiamato Total Tiki. Questa piattaforma per professionisti e cultori del genere non è una novità perché Total Tiki è attivo dal 2014. Quello che cambia oggi è la nuova e sicuramente più interessante modalità di fruizione.
Ma riavvolgiamo il nastro. L'applicazione per iPhone Beachbum Berry's Total Tiki è un fenomeno di ricette per cocktail dal 2014. Attualmente è al sesto posto tra le 100 migliori app a pagamento per cibo e bevande nell'App Store di Apple, con oltre 100 recensioni a cinque stelle. Ne hanno scritto in tanti e bene. Dal Wall Street Journal ad Imbibe, da Chilled allo stesso Bargionale. Perché il progetto è davvero ben congegnato. Tanto che la rivista MacWorld l’ha definita "bellissima perché basata su una ricerca instancabile e meticolosa”. Per otto anni l’unico problema è stato che chi non gravitava intorno ad Apple era escluso automaticamente dai giochi e dalla ricerca. Per lo sviluppatore di Total Tiki, Martin Doudoroff, una versione Android era un progetto impraticabile. Doudoroff, per chi non lo sapesse, è il deus ex machina della società MixologyTech. Un tecnico-visionario che ha creato app, di concerto con celebri bar (PDT Cocktails) e personaggi del calibro di David Wondrich. Il tutto con l'obiettivo di perfezionare la portata di ciò che un'app per cocktail può offrire. «Creare una versione dell’app Total Tiki per Android avrebbe richiesto l'assunzione di uno sviluppatore esterno senza alcuna garanzia di rientrare dai costi, ma soprattutto con poche garanzie che la qualità potesse essere mantenuta. Così ho creato una piattaforma sul Web in grado di superare i limiti imposti del formato app». Un luogo digitale da visitare come un museo che include tutte gli oggetti rari collezionati da Beachbum nel corso di tutta la sua vita. L’esploratore ha a disposizione una videoteca, tracce audio e molto altro. Dice Berry: «Ma più di tutto, sono stupito dalla versatilità del sito. È un sistema di gestione delle ricette all'avanguardia e un inventario degli ingredienti, ma è anche un museo digitale in costante aggiornamento con nuove immagini e informazioni su luoghi e persone del passato e del presente». Il meccanismo di ricerca dei drink è intuitivo e racchiude diverse informazioni: grado alcolico, dolcezza e acidità, profilo dei sapori, nomi delle ricette e nomi degli autori. «In pratica sia su desktop sia smartphone Total Tiki fa tutto. Tranne mescolare il tuo drink». Così conclude Jeff Berry.