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Il nuovo lusso è HoGo. Contrazione dell'espressione francese "haut gout", alto gusto, queste quattro lettere indicano sapori forti e, allargando il campo, un piacere sensoriale estremo. Fatto di materia prima di qualità, grandi cibi e grandi distillati, ospitalità impeccabile, bicchieri e tovagliato giusti. Un lusso che non è inteso in senso economico ma qualitativo. E che Velier, distributore di vini e distillati, riassume in «i migliori prodotti nei migliori luoghi». Un assaggio dell'HoGo secondo Velier è andato in scena a Identità Milano 2025, congresso di alta cucina dal 22 al 24 febbraio all'Allianz Mico di Milano. Nella Lounge Velier Extraperimetral sei masterclass hanno affiancato grandi esperti di distillati e di cucina per indagare l'importanza della materia prima e immaginare accostamenti che, anche andando al di là del concetto di pairing, sappiano raccontare una nuova storia.
Focus su materie prime e nuovi accostamenti
Ecco quindi che Dario Tortorella de L'Antiquario di Napoli e gli chef Raffaele Minghini e Sauro Ricci dello stellato vegetariano milanese Joia si sono concentrati sulle erbe e sul foraging, Edoardo Nono del Rita & Cocktails di Milano e Salvatore Salvo della pizzeria Salvo di Napoli e San Giorgio a Cremano hanno analizzato la frutta tra tipicità territoriali e mondo Tiki, Emanuele Balestra dell'Hotel Barrière Le Majestic di Cannes e il pasticciere Corrado Assenza del Caffè Sicilia di Noto si sono dedicati al rum giamaicano Hampden. E ancora focus sull'agave nell'incontro tra Roberto Artusio de La Punta Expendio de Agave di Roma e lo chef Nino Rossi del Qafiz di Santa Cristina d'Aspromonte (Rc), mentre di fermentazione della canna da zucchero e frollatura del pesce hanno parlato Jimmy Bertazzoli dell'Aguardiente di Marina di Ravenna e Jacopo Ticchi della Trattoria da Lucio di Rimini.
Insoliti incastri tra whisky e pane
A chiudere il programma delle masterclass di Velier, main sponsor del congresso con Champagne Billecart-Salmon, l'incontro sui cereali con Daniele Cancellara dello speakeasy Rasputin di Firenze e Davide Longoni dell'omonimo panificio di Milano. Al centro il whisky e il pane, in un gioco di incastri insoliti. Da una parte il whisky è stato “smitizzato” per lasciare spazio al pane come protagonista e non semplice accompagnamento: ecco quindi che un highball con Highland Park 15 anni, bitter di shichimi togarashi (miscela di spezie giapponesi) e soda ha fatto strada all'assaggio di un pane stagionato, nuovo progetto di Longoni. Vale a dire un pane da due chili lasciato a “invecchiare” dieci giorni (spoiler: con due gocce di aceto balsamico tradizionale è ottimo). Mentre si è puntato a ribaltare il momento di consumo, dal dopo cena all'aperitivo, affiancando un biscotto di segale, creato da Longoni per Velier, e un'acciuga a un Manhattan Dry con Michter's US*1 Single Barrell Rye, vermouth dry toscano e una punta di colatura di alici. Un'esperienza decisamente HoGo.