Il ricercatore americano Ernest Kowalsky, direttore dell’Ice Warning Research Institute con sede a Philadelphia (Pennsylvania) e Karl Gibson dell’Uicg (Unione Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai) con sede a Fairbanks in Alaska, dopo 15 anni di ricerche sono giunti alla conclusione che l’inizio dello scioglimento dei ghiacciai avrebbe un principale imputato: l’uso indiscriminato che ne fecero i primi barman per mescolare i primi cocktail della storia.
I due noti scienziati hanno accertato che i ghiacciai iniziarono a ritirarsi intorno alla seconda metà dell’Ottocento e fino ad oggi si era messo sul banco degli imputati il riscaldamento globale e la nascita delle industrie. In realtà sembrerebbe che il riscaldamento del pianeta sia stato solo un effetto parallelo, che si è aggiunto allo sfruttamento indiscriminato dei ghiacciai da parte dei barman per raffreddare i cocktail.
Bargiornale ha incontrato i due ricercatori americani per capirne di più: «Ci sono diverse prove - commentano – a conferma di questa nostra teoria. A fine dicembre navi e treni si dirigevano verso i luoghi freddi della Terra per raccogliere gli immensi blocchi di ghiaccio che, staccati, fatti a pezzi e confezionati in casse di legno, venivano spediti nelle città per essere spezzettati nei bicchieri. Si calcola che ogni giorno, nella sola America del Nord, circa 2.000 tonnellate di ghiaccio fossero sottratte. Non andava meglio in Europa dove i ghiacciai delle Alpi venivano letteralmente saccheggiati da cacciatori di ghiaccio che si arricchivano vendendo a peso d’oro i blocchi da qui ricavati. Una volta giunti a destinazione i grandi parallelepipedi venivano sezionati e venduti ai bar che, forti della novità delle bevande fredde facevano affari d’oro, incuranti dei problemi che sarebbero sorti. In pochi anni i ghiacciai persero il 20% del proprio volume, con il suo massimo negli anni Venti quando la miscelazione nei bar ebbe il suo culmine. Fortunatamente il fenomeno prese a rallentare con la diffusione delle macchine per il ghiaccio, beni di lusso brevettato dal Dr. Gorrie nel 1850, ma che solo dopo gli anni Trenta iniziarono a diffondersi capillarmente. Ma ormai lo scempio era compiuto. Come potete vedere anche in questo filmato esclusivo girato intorno agli anni Venti proprio a Philadelphia.
Minati nelle loro fondamenta i ghiacciai porsero la guancia al riscaldamento globale, ritirandosi progressivamente. Ora la comunità di scienziati, guidata dai professori Kowalksy-Gibson, spinge per chiedere un maxi-risarcimento all’IBA per poter finanziare la creazione di rivoluzionari cannoni spara neve che posizionati sui ghiacciai in sofferenza contribuiranno alla riformazione del ghiaccio. Questo però comporterebbe un problema non da poco in tema di impatto ambientale: lo sbancamento di aree destinate a bacini artificiali di raccolta di acqua. Staremo a vedere.
Non è una semplice bufala, ma un vero pesce d'aprile. No, non esiste nessun prof Kowalsky o Gibson e nemmeno l'Unione Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai o l'Ice Warning Research Institute. E no, i barman non sono stati complici dello scioglimento dei ghiacciai né in Alaska né sulle Alpi. Quindi non c'è alcuna fantomatica richiesta a IBA per finanziare la creazione di cannoni spara neve per riparare ai danni del passato. L'articolo è scritto a due mani da due autori che da decenni si occupano di divulgazione e ricerca storica sul nostro settore. Lo fanno con passione, professionalità, determinazione ed entusiasmo. Ma sanno anche quanto l'ironia sia un'arma potente.
Una postilla: le immagini sono tutte originali dell'epoca. Raccontano di un tempo, neanche troppo lontano, in cui il ghiaccio veniva effettivamente ricavato, raccolto e trasportato in zone ghiacciate per essere distribuito, in grossi formati, e per vari usi. Diciamo che il ghiaccio utilizzato per i cocktail era davvero residuale. Il video è un'elaborazione dell'originale "Ice Harvesting Pocono Manor, 1919" .