Per celebrare i 90 anni di Nikka sono stati organizzati degli eventi in tutto il mondo con guest e masterclass. In Italia è stata dedicata una tre giorni al Nite Kong di Patrick Pistolesi, già vincitore nazionale della Nikka Perfect Serve nel 2013. Pistolesi in finale utilizzò per il suo cocktail il blended Nikka From The Barrel, il prodotto di maggior pregio del brand di whisky. Le celebrazioni sono partite da Roma, con una guest con gli ultimi due vincitori della Nikka Perfect Serve, per proseguire con la serata con Rogerio Igarashi Vaz, socio proprietario e bartender del Bar Trench di Tokyo, flagship di Nikka in Giappone.
La storia di Nikka
È il 1918 quando il giovane Masataka Taketsuru arriva in Scozia, a Glasgow, per studiare chimica. In Giappone la sua famiglia produce sake e il fascino per il mondo degli alcolici lo porta subito a incuriosirsi al whisky. Così entra a fare esperienza diretta in tre distillerie e una volta tornato in Giappone porta con sé i segreti per iniziare a produrre whisky. Masataka Taketsuru fonda prima Suntory insieme a Shinjiro Torii e poi decide di mettersi in proprio aprendo nel 1934, sull'isola di Hokkaido la futura Nikka. Oggi, il mercato del whisky giapponese è uno dei più importanti al mondo e questo è merito soprattutto di Masataka Taketsuru e di Nikka (distribuito in Italia da Velier) che alla fine degli anni Sessanta raddoppia con un secondo stabilimento a Miyagikyo, nella Valle del Miyagi.
I cocktail di Rogerio Igarashi Vaz
Al Nite Kong Rogerio Igarashi Vaz ha portato tre cocktail che sono Trench 75 con Nikka Coffey Gin, cordiale al miele, succo di limone e sake frizzante Shichiken, Broken and famous con Nikka Coffey Grain, Aperol, cordiale paprika e miele, bitter al pompelmo, bitter all’acquavite e Sendai boulevard con Nikka Miyagikyo, Dubonnet, bitter Gran Classico e Bob's Chocolate bitter.
Rogerio è nato in Brasile ma è di origini giapponesi, come racconta durante la serata al Nite Kong apre il suo Bar Trench a Tokyo nel 2010. «Direi - racconta il barman - che non avevamo un’idea precisa quando abbiamo aperto il bar nel 2010, era un bar del tutto normale, non avevamo il menu e non avevamo nemmeno uno stile preciso o un’immagine ben definita. Poi abbiamo capito che dovesse rappresentare bene il suo nome: al Bar Trench ti puoi sentire protetto da qualsiasi cosa stia succedendo fuori, sei al sicuro, puoi prenderti un momento di meditazione».
Tra le proposte del Bar Trench di Tokyo anche alcune d’ispirazione italiana, come il Garibaldi, cocktail che Rogerio confessa di non aver scoperto però nel Belpaese «L’ho provato due volte, al Dante di New York e al Bar Termini a Soho. Mi piaceva l’idea di un drink con solo due ingredienti, semplice ma buono: così ho deciso di proporlo al Trench».