Raccontare l’essenza di un intero secolo in una drink list. Accade al Baccano, cocktail bar e bistrot mediterraneo che sorge nel cuore di Roma, a due passi dalla Fontana di Trevi, con il nuovo menu che celebra il Novecento, che sarà presentato ufficialmente il 15 aprile e costituirà l’offerta cocktail del locale fino al prossimo inverno.
Un omaggio al XX secolo e alla sua modernità, celebrato attraverso i 10 signature che compongono il menu, partoriti dal genio del bar manager del locale, Mario Farulla (nella foto in apertura), coadiuvato dal suo team di bartender, e ispirati ad altrettante grandi scoperte scientifiche o innovazioni tecnologiche che hanno segnato il Novecento: dai progressi in campo medico, con la penicillina e l’anestesia all’invenzione del cinema, dalla macchina per scrivere alla scoperta della Via Lattea, dalla rivoluzione nella comunicazione con l’arrivo del telefono alle invenzioni che hanno accorciato le distanze sulla Terra, come l’automobile e l’aereo.
«Al tempo stesso abbiamo voluto rendere omaggio all’universo cocktail che, al di là di quando sia nato, proprio nel Novecento trova la sua maturità, “diviene adulto” e si diffonde ovunque – spiega Farulla a bargiornale.it -. L’evoluzione dal bere liscio al drink è stato un po’ il sottofondo di tutto il Novecento: una bevanda veloce, socievole e spensierata, meno meditativa di un distillato o un vino importanti, icona perfetta di quella grande corsa al progresso sviluppatasi nel secolo scorso e dunque il modo migliore per celebrarla».
Il cocktail dunque come invenzione tra le invenzioni del Novecento e in perfetta continuità con il progresso di conoscenze e tecnologie che lo ha caratterizzato. Non a caso i signature del nuovo menu non sono una rivisitazione di misture del passato, ma originali creazioni frutto di un grande lavoro di ricerca che ha impegnato il team per circa 10 mesi. «Li abbiamo messi a punto e realizzati con grande impiego di ingredienti come erbe, spezie e preparazioni homemade, scegliendo materie prime ed ingredienti che avessero una connessione diretta con la scoperta che ispira il drink, e di tecniche di lavorazione all’avanguardia, come la ridistillazione, la sonicazione per le infusioni, centrifughe - prosegue il bar manager del Baccano -. Sono insomma il frutto delle ricerche e degli studi attualmente raggiunto in questo campo, a dimostrazione di come anche il bar, a suo modo, sia luogo di scoperte, di sperimentazione e di ricerca». Ad esempio, come Pennicelin G, che fa riferimento al primo esperimento sull’uso della penicillina, realizzato con una base di tequila Casamigos, cubi di camomilla distillata, timo, chiodi di garofano e bergamotto, questi ultimi utilizzati per lungo tempo come disinfettanti. O X Ray, che si richiama ai primi test sull’uso dei raggi x in medicina, fatto con Elit Vodka lavata in acqua di cocco, per renderla più morbida, Grove e Zingy, per dare vita a un drink dry, ma al tempo stesso fruttato. O ancora, Flyer, dedicato all’omonima macchina volate creata dai fratelli Wright, il primo aereo civile a librarsi in aria, e preparato con Maker’s Mark distillato con abete rosso, il materiale utilizzato per la costruzione del velivolo, e fumo nero liquido.
Un diario del Novecento
E a sottolineare e a rendere viva la connessione tra ogni cocktail e il Novecento, e quindi tra presente e passato, provvede proprio la drink list, pensata come una sorta di viaggio nel Secolo Breve. Ogni cocktail ha infatti la sua storia da raccontare, descritta nel menu, che nella finzione narrativa viene presentato come il diario di un barman del Baccano, che circa un secolo fa è stato testimone delle meraviglie del secolo. Dal suo osservatorio privilegiato, crocevia di clienti di varia provenienza e ceto, il barman ha raccolto nel suo diario, ora tornato alla luce dopo il suo fortunoso ritrovo tra le mura del locale, i racconti, le storie (tutti i fatti e nomi citati sono reali) e le esperienze degli avventori, più o meno direttamente collegate alle scoperte che si facevano nel periodo.
In questo modo la drink list diventa essa stessa parte dell’esperienza di degustazione del drink: grazie ai testi curati da Shane Eaton e Blueblazer, sfogliare le pagine del diario-menu permette infatti di fare un salto nel passato per percepire le sensazioni che quelle scoperte potevano aver suscitato nelle persone che le avevano vissute, esplicitando, al tempo, stesso le suggestioni che hanno ispirato al barman ogni singolo miscelato.
A rendere il tutto ancora più coinvolgente e a saldare il rapporto tra racconto e il cocktail, la scelta di indicare per ogni miscelato solo il distillato principale, accompagnato da una beve descrizione olfattiva e gustativa del risultato finale in modo da fornire esclusivamente una descrizione evocativa del drink. Un giocare con l’aspettativa e la curiosità del cliente, attraverso un percorso che, iniziato con il racconto, si prolunga con la descrizione del cocktail per concludersi, infine, con la degustazione del drink, dove tutte le suggestioni che lo hanno ispirato si traducono in sapori reali.
Il nuovo menu, o meglio, i menu del Baccano, dal formato di un vecchio taccuino, sono inoltre tutti scritti a mano, con una scrittura la cui cifra stilistica cambia con il passare degli anni, e tutti diversi. «Concepiti anche come elemento di intrattenimento e di interazione con il cliente, al loro interno possono contenere delle sorprese, come vecchi piccoli oggetti d’epoca, ad esempio un anello che un’avventrice ha dimenticato sul bancone e conservato dal barman, biglietti del cinema di inizio Novecento (riprodotti con carta da zucchero) – conclude Farulla -. Ma possono anche contenere drink “antichi e perduti”, che solo il cliente che ha ricevuto quel menu potrà ordinare, o drink bonus (ad esempio un drink offerto dal locale)».