Il gin alla cannabis coltivata in Puglia è un progetto dell’americano con cuore e Dna italianissimi Joe Bastianich. Proprio lui, l’ex giudice di MasterChef, personaggio televisivo e imprenditore della ristorazione. Il distillato in questione si chiama Flower Good Gin ed è prodotto nell’entroterra pugliese grazie alla collaborazione tra Bastianich e Flower Farm, che fa appunto prodotti a base di cannabis light con alto contenuto di CBD derivati da coltivazioni biologiche.
Visto il carico di racconto sul territorio natio del gin, appena approdato in distribuzione ad opera di Compagnia dei Caraibi, abbiamo pensato meritasse una presentazione tagliata su misura. Così abbiamo chiesto a Emanuele Russo, Spirits specialist dell’azienda di Vidracco (To), di metterci del suo e proporre una ricetta in esclusiva per Bargiornale che valorizzasse le caratteristiche del prodotto. Eccola qui.
La ricetta: Green Good
Ingredienti
- 40 ml Gin Flower Good
- 20 ml Lemon Cordial (fatto con Limone Femminiello del Gargano IGP)
- 35 ml Green Goddess Dressing
- 15 ml zucchero
Per la Green Goddess Dressing: preparazione fresca e balsamica a base di yogurt ed erbe aromatiche.
Preparazione
Shake and Strain. Bicchiere: coppetta Nick e Nora. Guarnizione: fogliolina di menta.
Sentori complessi, dalla Puglia agli Stati Uniti
Il gin fonde le caratteristiche della cannabis (varietà Holy Grail) con il cardamomo, il coriandolo, la liquirizia e il ginepro. «Quella specifica varietà di cannabis - spiega Russo - rende il distillato estremamente balsamico e agrumato, con note di terra rossa che dominano e richiamano il territorio dell'entroterra pugliese. Nell'ideare la ricetta di Green Good ho voluto richiamare e fondere tre elementi. La cannabis, innanzitutto, valorizzando proprio quel carattere balsamico e la nota citrica marcata con un limone tipico della Puglia. Poi Joe Bastianich, con un omaggio alla "sua" America utilizzando la Green Goddess Dressing. Infine ci ho messo la mia idea di mixology, che parte sempre da un legame tra bancone e... padella, con proposte mutuate dalla cucina».
Il cordiale al limone è fatto con il Femminiello del Gargano IGP. «Si tratta di una varietà estremamente acida, proprio per andare a "parlare" con il distillato», spiega Russo. «Per intercettare una larga scala di sentori ho aggiunto la Green Goodess Dressing, una salsa che dà una importante nota speziata al drink (viene preparata con aneto, menta, basilico, coriandolo e prezzemolo insieme a yogurt greco, con una punta di erba cipollina e limone) e che è molto utilizzata nella tradizione culinaria Usa - da qui il richiamo a Joe Bastianich -, unendo così mixology e tecniche di cucina. Quest'ultimo aspetto rende il drink molto personale, visto che la mia impronta è proprio quella: partire da una padella per arrivare a una proposta di miscelazione».
Una tonica neutra per il perfect serve
Insomma, la lezione è presto spiegata: si può valorizzare un prodotto in un cocktail partendo dagli elementi forti che lo caratterizzano, senza lasciare indietro l'impronta personale. «Il perfect serve di un gin, inteso come il cocktail giusto per massimizzarne le doti in termini di accessibilità della bevuta e risultato alla cassa, resta naturalmente il Gin Tonic», conclude Emanuele Russo. «Viste le caratteristiche di Flower Good Gin, consiglio una tonica assolutamente neutra, che non vada a forzare sfumature in sovrapposizione a quelle già marcate del distillato».