Ritorno, bar e cucina di quartiere, il nuovo all day long ad Acerra

Due dei soci del Laboratorio Folkloristico si lanciano nella nuova avventura di un locale aperto da mattina a sera, con annesso anfiteatro

Un complesso storico dell’Ottocento, il Palartè, che riprende vita ad Acerra, a due passi da Napoli. Qui un gruppo di imprenditori sta creando un vero e proprio ecosistema, che unisce ospitalità, gusto e cultura. Fulcro del progetto, il nuovo all day long nato dalla mente di Vincenzo Pagliara e Francesco Manna, due del trio del Laboratorio Folkloristico di Pomigliano d’Arco, che hanno coinvolto nel progetto anche Biagio Castiello, che sarà il bar manager, e Roberta Della Magna, in veste di general manager.

Ritorno, bar e cucina di quartiere è il nome con annesso payoff di questa nuova avventura, che nasce proprio dall’esigenza di tornare a concentrarsi sul territorio (Acerra è peraltro il comune di nascita di Pagliara). «Sarà un bar con cucina aperto dalle 7 del mattino alle 2 di notte, con caffetteria improntata sugli specialty coffee, che sono una novità per questa zona, un servizio bistrot e cocktail bar che apre le danze dall’ora dell'aperitivo in poi. Il tutto combinato con un’impronta culturale che approfitterà degli spazi dell’anfiteatro, antistante la zona giardino: «Stiamo lavorando alla stagione degli eventi, dalla musica alla stand up comedy», anticipa Pagliara.

Per la parte caffetteria, con divanetti in stile American diner, ci saranno specialty a rotazione, supportati per il quotidiano da una miscela base 70% arabica e 30% robusta, in stile napoletano, che si avvarrà di una macchina XLVI Operai del Vapore: «È una macchina a singolo braccio - aggiunge Pagliara - montata sul banco a vista, in modo da enfatizzare il rapporto con l’ospite». I caffè in linea cambieranno di mese in mese e saranno estratti in modalità filtro, cold brew e aeropress.

Gli spazi sono importanti, oltre 200 metri quadri di sala al coperto, a cui si aggiungono gli spazi esterni, quindi importante anche la zona banco: «Una mezza isola che guarda il giardino, con due station frontali che serviranno le persone standing. A questo si aggiunge un impianto di tap con cinque cocktail alla spina fatti da noi e una birra». E a proposito di station, ha preso posto anche «un tavolo dj per la musica, un vynil shop con dischi selezionati da noi, dedicato a chi ha la passione per la musica e vuole divertirsi a suonarli».

C’è anche una zona experience, che è probabilmente la punta di diamante del progetto: «Una station disegnata da noi che servirà in tutto dodici persone in percorsi di tasting di cocktail in modalità chef’s table. I percorsi saranno da 4, 6 oppure 8 portate: un vero e proprio menu degustazione liquido».

Ultimo cenno lo merita la brand identity, incentrata sulle pietre, frutto di una co-progettazione con l’agenzia di consulenza Orme: «Il concept è il risultato di un percorso di brainstorming, costruito in un workshop con studenti di design, guidati da due formatori. Ognuno faceva le sue proposte e tutti avevamo lo stesso potere di voto, compresi noi soci: eravamo convinti che dare lo stesso peso a tutti avrebbe tirato fuori il meglio e non siamo stati delusi».

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